L'episodio è accaduto ieri, intorno alle 19. Gli agenti delle Volanti e i poliziotti della Squadra Mobile sono già al lavoro per ricostruire l'esatta dinamica della vicenda e dare un nome ed un volto ad due rapinatori.
Un colpo messo a segno in pochi minuti, senza troppo fracasso, ben curato e progettato, tanto da passare quasi inosservato tra i vicini negozianti e passanti.
E’ di quasi 200mila euro il bottino che, tra gioielli, oro e diamanti, si sono portati via i due rapinatori che, ieri pomeriggio intorno alle 19, sono entrati nella gioielleria Di Pietro di via Tommaso Cannizzaro, hanno spintonato la dipendente e, aprendo la cassaforte, hanno letteralmente fatto piazza pulita.
Travestiti da anziani, senza armi e col capo coperto da berretti, sono entrati quasi fossero due normali clienti e poi, dopo aver ingannato la donna che stava dietro al bancone, sono riusciti a mettere a segno il colpo. E’ stata la stessa dipendente, una volta ripresasi dallo choc, a chiamare la Sala Operativa della Polizia per raccontare l’accaduto.
Secondo quanto poi accertato, i due uomini hanno mirato direttamente alla cassaforte che si trovava in una stanza vicina e, dopo aver preso il bottino, sono fuggiti a piedi, forse raggiungendo un complice che attendeva con la macchina.
Gli agenti delle Volanti ed i colleghi della Squadra Mobile sono già al lavoro da diverse ore per ricostruire l’esatta vicenda e risalire agli autori del colpo. Importanti dettagli potrebbero venir fuori dalla visione delle immagini dei sistemi di videosorveglianza della zona, nonché da un berretto che uno dei due rapinatori si è lasciato scappare durante la fuga, poi ritrovato non lontano dalla gioielleria. (Ve. Cro.)
l’escalation di rapine è un tantino preoccupante, ma del resto dove non c’è lavoro e si vive nel degrado,è purtroppo normale
l’escalation di rapine è un tantino preoccupante, ma del resto dove non c’è lavoro e si vive nel degrado,è purtroppo normale
Triste stare a guardare la nave che affonda. Povera patria.
Triste stare a guardare la nave che affonda. Povera patria.