Dall’estate 2012 a quella del 2024. Tanto è servito (iter pre lavori compreso) per demolire e ricostruire il viadotto che era considerato a rischio
MESSINA – Dodici anni di code, soprattutto d’estate. Un incubo che era diventato ormai consuetudine. Gli 11 chilometri da Messina Boccetta a Villafranca, e viceversa, potrebbero essere percorsi in 7 minuti a una media di 100 km/h, negli ultimi anni ne servivano venti, se tutto filava liscio, o anche un’ora o un’ora e mezza, se andava male. Tanto che alcuni sceglievano l’alternativa dei colli.
Il viadotto Ritiro è stato ridotto a una sola corsia per senso di marcia nel 2012 perché era considerato pericoloso l’eventuale stazionamento, in caso di incidente o altro imprevisto, su entrambe le corsie.
Demolizione e ricostruzione
La soluzione individuata? Demolizione e ricostruzione. E il primo passaggio era ovviamente quello di trovare i soldi per farlo. Così sono passati due anni e, ad agosto 2014, il Consorzio Autostrade Siciliane ha pubblicato la gara d’appalto, vinta a giugno 2015 dalla Toto Costruzioni srl di Chieti.
Lavori in 2 anni e 4 mesi? Sono serviti 6 anni in più…
C’era poi da definire il progetto, ancora quasi un altro anno per la consegna dei lavori, che avviene ad aprile 2016. Dovevano durare due anni e quattro mesi, quindi concludersi ad agosto 2018. Oggi possiamo quantificare il ritardo: sei anni.
E perché i lavori sono durati otto anni e quattro mesi invece che due anni e quattro mesi? A giugno 2018 è stata concessa una prima proroga, con spostamento del termine lavori da agosto 2018 a giugno 2020, “a causa di criticità amministrative legate alla indisponibilità delle rampe di svincolo (Rampa A) e di permessi necessari per la chiusura e condizionamento del traffico autostradale e della viabilità comunale interferita”.
La variante
Ma anche la consegna di giugno 2020 è saltata. Anzi proprio a giugno 2020 è emersa la necessità di una variante per lavori “imprevedibili al momento della stipula del contratto”. Nuovo termine lavori? Febbraio 2022.
L’apertura della prima delle due carreggiate
Si arriva a giugno 2022, invece, ma solo per aprire la prima delle due carreggiate. E per fare i lavori sull’altra è previsto un lunghissimo doppio senso, 10 chilometri, da Tarantonio a Boccetta, perché sul tratto non ci sono punti di contatto. Una soluzione che non convince.
Il bypass Baglio
Ecco perché, solo in quel momento, si pensa a realizzare un bypass all’altezza della galleria Baglio. Che è pronto a gennaio 2023 ma apre solo a maggio 2023, quattro mesi per questioni amministrative e burocratiche legate al collaudo.
Altri screzi
A quel punto chiude l’uscita di Giostra per chi viene da Villafranca, in modo da poter realizzare il collegamento con la nuova carreggiata. Il nuovo obiettivo è fine 2023 ma anche questo salta. Toto Costruzioni lamenta pagamenti in ritardo e si teme la tredicesima estate d’inferno.
L’ultima previsione: l’unica rispettata…
Poi l’azienda abruzzese e il Cas raggiungono l’accordo e promettono: fine lavori entro giugno, poi il collaudo, che dovrebbe durare un mese, e quindi apertura a fine luglio. È forse la prima volta che una previsione viene rispettata.
Gallerie Telegrafo
Peccato che, vedi articolo a parte, dovremo aspettare ancora un’altra decina di giorni per le vicende legate alle gallerie Telegrafo. Cosa volete che siano dieci giorni rispetto a dodici anni? Ma siamo ad agosto, periodo di traffico più intenso dell’anno, e la pazienza dei cittadini è già finita da tempo.