Da impiegati a guide escursionistiche e operatori turistici. Ecco i ragazzi de "La Stretta" di Longi che cambiano il loro paese e le loro vite. Perché "fare Nebrodi" è il lavoro più bello del mondo
Girare il mondo ti cambia la testa. A volte anche la vita. E ti aiuta a contribuire a cambiare un intero territorio. E’ questo il senso della storia di Calogero Castano e Barbara Cangemi, rispettivamente fondatore e socia dell’associazione “La Stretta” di Longi, una realtà oggi apri pista per il sempre più gettonato turismo esperienziale sui Nebrodi. Nata nel 2010, la Stretta è una realtà che oggi accompagna alla scoperta dei Nebrodi centinaia di turisti, anche d’inverno, avendo già vinto quella che per molti rimane ancora una sfida: la destagionalizzazione. E sostiene la crescita di Longi, piccolissimo centro nebroideo a 600 metri d’altezza, che grazie al turismo può vincere l’altra e più importante sfida, quella dello spopolamento.
Girare il mondo per cambiare il tuo mondo

“Calogero viaggiava molto e ogni volta che visitava un paese portava a Longi una innovazione – racconta Barbara – E’ così che nel ’96 apre a Longi il primo pub del circondario. Poi i primi bed and breakfast, molto prima che fossero una realtà diffusa anche in queste aree, tanto che Longi (poco più di 1300 abitanti all’ultimo censimento, n.d.r.) contava già oltre 100 posti letto nel 2010. E’ quello l’anno in cui nasce La Stretta, da una quindicina di amici volontari che vogliono valorizzare il proprio territorio. Abbiamo cominciato con la pulizia dei sentieri, poi nel 2013 abbiamo supportato Il festival della montagna e all’interno del Nebrodi Outdoor Fest abbiamo organizzato le attività di river trekking”.
Guidare alla scoperta delle meraviglie dei Nebrodi

Oggi l’associazione conta meno di una decina di soci attivi, ognuno dei quali impegnati in un settore: chi agli eventi, chi alla promozione dell’enogastronomia, chi all’accoglienza. E chi ancora, come Barbara, alle escursioni alla scoperta delle vette dei Nebrodi, tra i panorami sulle isole Eolie e l’Etna, in mezzo ai boschi e lungo le pareti scoscese dove nidificano le aquile, lungo percorsi unici.
Come cambia il turismo naturalistico
“Quando abbiamo iniziato venivano sui Nebrodi soprattutto comitive in gita domenicale. Oggi, soprattutto dopo la pandemia, ci sono tanti escursionisti “veri”, persone che escono tutte le domeniche anche in inverno, anche soli o in gruppi che partono attrezzati per lunghe passeggiate con livelli di difficoltà diverse. A loro offriamo, oltre al trekking, il canyoning, la discesa su corda e altre attività del percorso naturalistico, anche la possibilità di conoscere la storia, la tradizione, la gente e il cibo del posto, ed è questo che i turisti ci chiedono sempre di più”, spiega la presidente.
E mette in evidenza: “I turisti, anche siciliani, scoprono sui Nebrodi una natura non comune nell’isola, una Sicilia che li sorprende. Il luogo che più li lascia a bocca aperta è sicuramente il sito delle Rocche del Castro, dove scoprono resti archeologici antichissimi, osservano volare aquile e corvi imperiali”.
Il lavoro più bello del mondo

Per gli associati non è ancora un lavoro a tempo pieno ma poco ci manca, ed è questo il loro obiettivo. “Qualche anno fa lavoravo molte ore nell’azienda di mio padre e in un centro di supporto informativo. Tante ore al chiuso, a contatto con quasi sempre le stesse persone. Oggi sono guida Aigae (ambientale ed escursionistica) abilitata, piano piano riesco a dipendere sempre meno dagli altri impieghi”, racconta Barbara, che aggiunge: “Oggi lavoro all’aperto, in luoghi bellissimi, incontro gente nuova ogni giorno. E’ il lavoro più bello del mondo”.
Turismo naturalistico ed esperienziale, ancora una scommessa

Intorno al successo de La Stretta, a Longi e nel circondario, nel decennio, hanno cominciato a lavorare altre realtà simili e comincia a prendere corpo il concetto del “fare rete” tra gli operatori nebroidei. Le difficoltà sono ancora tante, ammette Barbara: “La prima e più grande è sempre la mentalità dei nostri operatori economici, soprattutto del settore produttivo enogastronomico. Non è ancora acquisito tra tutti il concetto che devono essere attori attivi dell’accoglienza turistica e che questa ha le sue regole, non possono soltanto “aspettare” il turista. E quando arriva, va trattato in una data maniera. Ma anche in questo caso, le cose stanno cambiando e va molto meglio”.
