Un gruppo di parrocchiani racconta l'esperienza nell'antico continente africano

Un gruppo di parrocchiani racconta l’esperienza nell’antico continente africano

Un gruppo di parrocchiani racconta l’esperienza nell’antico continente africano

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domenica 30 Marzo 2014 - 09:55

La parrocchia della SS.Annunziata Camaro S.Luigi dal 2012 è gemellata con la parrocchia di Munyana. Proprio quest'estate, per la seconda volta, un gruppo di parrocchiani sono andati per circa venti giorni a trovare la comunità gemellata. «Ci sentivamo a casa ed è proprio vero che viene il famoso"mal'Africa"»

Africa, terra delle mille colline, delle mille risorse e dei mille problemi come la defìnì qualcuno.

Un nome che dice tutto e niente. Lo sentiamo nominare tutti i giorni in televisione, nei giornali, nei libri,nelle canzoni ma solo pochi di noi conoscono il suo vero volto. E' il continente più antico del mondo e come tale nasconde tante sorprese. Meta di diversi turisti attratti dal mare e dalle spiagge che possiede ma non solo, visto anche il ruolo storico che ha avuto nei secoli.

La parrocchia della SS.Annunziata Camaro S.Luigi dal 2012 è gemellata con la parrocchia di Munyana, la più lontana da Kigali che rappresenta il centro. Proprio quest'estate, per la seconda volta, un gruppo di parrocchiani sono andati per circa venti giorni a trovare la comunità gemellata. Un viaggio lungo per arrivare a destinazione, nonostante la stanchezza e le difficoltà per raggiungere il luogo il gruppo dei parrocchiani non si lascia demoralizzare e continua entusiasta il proprio cammino. I primi due giorni e l'ultima settimana hanno alloggiato al seminario minore di Kigali, luogo che rappresenta per i cittadini una possibilità di istruzione adeguata. Il terzo giorno si inizia l'avventura verso Munyana. Per la prima volta la comunità incontra un bianco e con l'entusiasmo di un bambino accoglie i nostri connazionali con canti e balli, molti di loro hanno addirittura fatto 7 km per vederli. Ogni comodità veniva offerta a loro, ogni pietanza migliore, ogni panca migliore, tutto ciò che avevano la offrivano ai proprio ospiti.

"Le difficoltà a Munyana non sono poche" raccontano," l'assenza di elettricità o di acqua corrente sono realtà in cui noi non siamo abituati a vivere nonostante ciò , la fatica di andare a fare due ore di cammino per andare a prendere l'acqua o non poter utilizzare i phon per asciugarsi i capelli non sono nulla in confronto all'esperienza che abbiamo vissuto, al bagaglio culturale che ci siamo portati dietro. Ci sentivamo a casa ed è proprio vero che viene il famoso MAL D'AFRICA. L'unica cosa che mancava erano gli affetti".

Quello che più è rimasto impresso ai nostri viaggiatori è stato l'entusiasmo con il quale la comunità di Munyana ha conosciuto la pittura, arte sconosciuta a loro, e la gioia che avevano sia i bambini che gli adulti di ricevere una caramella, che per molti di loro rappresentava il pranzo o la cena.

Non è solo l'acqua o la corrente elettrica a mancare a Munyana, una forte assenza è rappresentata dal materiale didattico per la scuola o le medicine. Nonostante nel paese vicino sia presente una struttura ospedaliera, quest'ultima risente fortemente della precarietà di medicinali, considerando che il vostro armadietto delle medicine che avete a casa è molto più rifornito.

In città la situazione è già diversa, è molto più rifornita e si possono trovare strutture di vario genere; dopo il genocidio avvenuto nel 1994, Kigali cerca infatti di riscattarsi migliorandosi.

Sono molti i passi avanti che sono stati fatti e sicuramente con il nostro aiuto la situazione potrà migliorare ancora di più.

Eleonora Villari

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