Palazzo Formento: un pezzo della vecchia Messina a rischio crollo e incuria

Palazzo Formento: un pezzo della vecchia Messina a rischio crollo e incuria

Cesare Giorgianni

Palazzo Formento: un pezzo della vecchia Messina a rischio crollo e incuria

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sabato 07 Aprile 2018 - 05:10

L'immobile, accanto alla Chiesa del Ringo, è una rara testimonianza del borgo ed è sopravvissuto al terremoto ed ai bombardamenti ma è in condizioni di totale abbandono

“ Immobile sottoposto a sequestro preventivo”: il messaggio campeggia ancora su alcuni fogli di piccolo formato affissi sulle pareti dell’antico Palazzo Formento, limitrofo alla Chiesa di Gesù e Maria del Buonviaggio al Ringo, lungo il viale della Libertà.

Il verbale racchiuso in custodie di plastica è stato predisposto, ormai da anni, dal Comando Carabinieri per la Tutela del patrimonio culturale-Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo, a seguito del “provvedimento emesso in data 4 novembre 2015 dal Giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Messina, dott. Salvatore Mastroeni”.

Sia il tempio sacro che l’edificio adiacente rappresentano oggi le uniche testimonianze del borgo, un tempo fuori le mura, sopravvissute ai terremoti del 1783, del 28 dicembre 1908 e ai bombardamenti della città peloritana in occasione della Seconda Guerra Mondiale. Un “pezzo” della vecchia Messina, insomma, ritenuto, a ragione, di grande interesse storico-architettonico.

La Chiesa del Ringo contigua al palazzo fu costruita tra il 1598 e il 1604 e dal 1682 al 1710 ospitò i Padri Carmelitani Scalzi sfollati dal loro monastero che si trovava nella zona falcata e che fu distrutto per poter realizzare la Cittadella dopo la rivolta antispagnola del 1674-1678.

Se per il luogo sacro, anche se con molte difficoltà, è stato però possibile reperire somme per l’esecuzione di necessari lavori di restauro, lo stesso, purtroppo, non è avvenuto, nonostante i solleciti della Sovrintendenza, per la struttura privata confinante, oggi praticamente a forte rischio crolli.

Ai proprietari sono stati conseguentemente contestati i reati di “danneggiamento al patrimonio archeologico, storico o artistico nazionale” e di “omissione di lavori in edifici o costruzioni che minacciano rovina”. Gli stessi, infatti, nonostante i danni strutturali subiti nel tempo dall’edificio in abbandono, non hanno provveduto a risistemarlo adeguatamente, mettendolo in sicurezza.

E così, malgrado il palazzo Formento sia già stato “attenzionato” da parte delle autorità competenti, questo rappresenta oggi un autentico pericolo, probabilmente sottovalutato, per la pubblica incolumità.

La recinzione provvisoria realizzata con paletti metallici e rete a maglie larghe di plastica rossa, infatti, è servita fino adesso solo a far nascere un’autentica discarica di rifiuti nascosti tra le erbacce cresciute al suo interno. E non garantisce di certo, in caso di cedimenti di parti strutturali, se non dell’intero edificio, la sicurezza dei pedoni, nè degli automobilisti che, ogni giorno, percorrono numerosi l’ormai centralissimo viale della Libertà.

Non siamo più nel Settecento, ma nessuno se n’è ancora accorto…

Cesare Giorgianni

Un commento

  1. MessineseAttenta 8 Aprile 2018 16:31

    Una mezza verità è una bugia intera.
    Forse sarebbe stato meglio che, all’epoca, i proprietari avessero ceduto per un piatto di lenticchie il palazzo, come fecero quelli del palazzo retrostante, che lo vendettero ad un potente esponente socialista di anni fa, che costruì il suo palazzo al posto del palazzo gemello.
    I proprietari rifiutarono con sdegno la misera offerta ed il socialista, per ripicca, fece mettere il vincolo architettonico, in maniera da non avere nulla davanti.
    TS la conosceva la storia o la apprende adesso?
    Il post lo potete pubblicare tranquillamente.
    Quel signore è morto da tempo, non abbiate timore di ritorsioni!!!!!!!!!!

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