La parlamentare facente parte del gruppo Pd alla Camera, interroga il ministro Profumo per chiarire i contorni dell’accorpamento che sta continuando a sollevare polemica
Se ne è parlato durante la conferenza stampa di questa mattina (vedi altro articolo), ne torna a parlare anche il prof. Cosimo D’Agostino, dirigente scolastico della direzione didattica di Ganzirri finita al centro del polverone. Il preside, infatti, a conferma del fatto che quello in questione è diventato un caso che ha superato i confini della provincia messinese, mette in evidenza la notizia dell’interrogazione a firma dell’onorevole Alessandra Siragusa, battente proprio bandiera Pd (stesso partito dell’assessore Centorrino), al ministro dell’Istruzione Profumo, per definire meglio i contorni della vicenda Petrarca-Ganzirri. La parlamentare, infatti, nella seduta n°603 dello scorso 13 marzo, ha ripercorso l’intera vicenda non mancando di evidenziare alcuni passaggi determinanti, compreso quello che ha spinto il rappresentante della giunta Lombardo, nel corso dell’ultimo tavolo tecnico prima della firma del piano, a modificare «motu proprio» scrive la Siragusa, gli accordi precedentemente presi e che avevano previsto l’accorpamento tra il Petrarca e la direzione di Ganzirri.
«Il dubbio – scrive nell’interrogazione l’on. Siragusa – è che l’assessore avesse come unico scopo preservare la titolarità del posto di dirigenza per la dirigente dell’I.C. Petrarca, meno anziana in servizio rispetto al dirigente di Ganzirri: il dubbio, è che si sarebbero danneggiata delle scuole solo per salvaguardare la dirigente dell’I.C Petrarca che godrebbe di importanti parentele». Ricordiamo infatti che la dirigente della scuola, Rosalia Schirò, è cognata del deputato Francantonio Genovese .
Nel rilevare tutte le incongruenze e le evidenti stranezze del caso, l’onorevole, come sottolineato dal preside D’Arrigo, «ribadisce ancora tutti i rilievi di natura contabile e penali già segnalati e denunciati da parte di un cospicuo numero di cittadini di Ganzirri alla Procura della Corte dei Conti ed alla Procura della Repubblica di Palermo e chiede al Ministro, che dovrà rispondere, se sia a conoscenza della incresciosa vicenda di Ganzirri e, in tal caso, perché ha concesso la propria intesa su qualcosa che indubitabilmente presenta caratteristiche e risvolti inquietanti». Al di là delle denunce sui risvolti contabili ed anche su quelli penali, per il “caso Ganzirri” , sarebbero addirittura di partenza impugnazioni (e forse di più soggetti) all’Autorità Giudiziaria Amministrativa. La vicenda, insomma, può dirsi tutt’altro che chiusa. (EDP)