In una nota, il commissario straordinario suggerisce, implicitamente, all'organo consiliare di predisporre la delibera sulla dichiarazione di dissesto finanziario. Il ragioniere generale risponde alle accuse
Il Comune di Messina è ad un passo dal dissesto finanziario. Questo è un dato ormai inconfutabile alla luce della bocciatura in Consiglio comunale del contratto di servizio tra Amam e Comune, colonna portante del piano decennale di riequilibrio (vedi correlato). La novità, rispetto a quanto più volte scritto in queste settimane, è che il commissario straordinario di Palazzo Zanca, Luigi Croce, ha deciso di "lavarsene le mani" e scaricare ogni responsabilità sui dirigenti dell'area economico-finanziaria e sul Consiglio comunale, come si evince dalla nota trasmessa al presidente del Consiglio comunale Pippo Previti, al Collegio dei Revisori dei Conti ed inviata per conoscenza anche alla Corte dei Conti, al Segretario generale del Comune Santi Alligo ed al Ragioniere Ferdinando Coglitore.
L’ex procuratore capo allega al suo documento gli atti che attestano lo stato economico dell’ente e suggerisce, implicitamente, all'organo consiliare a predisporre la delibera sulla dichiarazione di dissesto finanziario. Una procedura anomala visto che solitamente è la giunta municipale, di cui il commissario detiene in questo momento i poteri, a predisporre l'atto da sottoporre alla votazione dell'Aula.
Ma andiamo a vedere cosa scrive Croce nella sua relazione. A proposito delle "carenze e criticità che connotano il Piano di riequilibrio finanziario decennale" , il commissario puntualizza innanzitutto che il documento "è stato predisposto dall'Area Economico-finanziaria" , ricordando altresì "la mancata attuazione delle misure correttive dettate da questa Struttura Commissariale per superare dette criticità, di cui ho debitamente informato Codesto Consesso, che ne ha preso atto senza nulla osservare". In pratica , per il commissario la colpa è dei dirigenti che hanno redatto il documento finanziario e dei consiglieri che hanno lasciato cadere nel vuoto i "consigli" provenienti dalla struttura commissariale. Accusa immediatamente respinta al mittente da Coglitore, che replica così a quanto scritto da Croce: "L'unica cosa che non ha redatto l'area economica è il contratto con l'Amam, voluto dal commissario e dai suoi esperti, dal quale dipende il fallimento del Piano di riequilibrio".
Un particolare sul quale, invece, Croce sorvola, ricordando nella sua nota soltanto " la non approvazione di codesto Consiglio…. del contratto di servizio dell'Amam, in cui, tra l'altro, erano previsti trasferimenti a favore di questo Comune per i prossimi dieci anni di 150 milioni di euro. Su tale entrata – si legge ancora nella relazione di Croce – si fonda essenzialmente il Piano di riequilibrio Finanziario decennale approvato da codesto Consesso nella seduta dell'11 febbraio 2013 con delibera n.11/C".
Fatto il punto sulla drammatica situazione delle casse comunali, confermata anche dalla "persistente crisi di liquidità che impone il continuo ricorso ad anticipazioni di tesoreria" , Croce giunge alla seguente conclusione: " non ritenendo, pertanto, che sia possibile superare in alcun modo le gravi criticità segnalate, richiedo a Codesto On.le Consiglio comunale di voler prendere atto di quanto esposto e di adottare gli urgenti ed indifferibili provvedimenti consequenziali". Sollecita, cioè, il Civico Consesso a preparare la delibera sul dissesto. (Danila La Torre)
Dott. Croce, se scrive così complicato quelli del consiglio non capiscono cosa intende dire. Non ha visto che hanno annullato l’ecopass senza nemmeno rendersene conto!?
Non sono cattive persone, sono solo espressione di quella politica ++++ e +++a, che fa dello +++++++ la sua attività principale. Cerchi di usare parole più spicciole, meno tecniche, vedrà che magari riescono a capire e magari anche a rispondere.
…………………….altra perla di codesto uomo!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
IL SIGNOR cROCE DANDO IL BUON ESEMPIO POTREBBE RINUNCIARE A PARTE DEL SUO LAUTO COMPENSO
Io non capisco una cosa….
dico…
senza offesa…
ognuno nella sua vita è costretto a farsi l’esame di coscienza alla vigilia di una scelta per capire se “è cosa oppure no”…
Ora…
quando il nostro caro ex presidente della regione ha scelto questo signore (e ancora non mi capacito il perchè), visto che non so che esperienza abbia di amministrazione dato il curriculum di tutto rispetto del dott. Croce, dire subito:”scusate sceglietene un altro che non sono cosa” no?
si continua a rimandare una cosa che doveva essere fatta mesi fa…
comune al collasso e bomba sociale pronta ad esplodere.
La parte davvero pazzesca è che, stante i ripetuti scaricabarile, il Comune dichiarerà il dissesto senza che “nessuno abbia colpe”: nessuna colpa da addebitare ai consiglieri comunali, nessuna ai dirigenti, nessuna – quasi, quasi – le due ultime giunte Genovese-Buzzanca.
Beh, un po’ come fallire “senza rendersene conto”…
Ma Commissario Croce debbo purtroppo constatare che anche Lei, come tanti altri, non fa che gettare discredito sui dirigenti dell’Area Economico Finanziaria. E’ uno sport preferito da tanti ma che non inficia nemmeno lontanamente la professionalità di due dirigenti, che molti Comuni ci invidiano! Spieghi allora perché non risponde a Coglitore circa la predisposizione del contratto di servizio dell’AMAM. Forse perché nella predisposizione dell’atto, così come di altri, c’è la manina di un suo esperto che farebbe meglio che si dedicasse solamente alla materia di propria pertinenza e cioè quella giuridica! E allora visto che si fida solo del suo esperto perché non lo incarica della predisposizione della proposta di deliberazione riguardante il dissesto! Sì perché è la struttura Commissariale(la Sua)che deve sottoporre l’atto al Consiglio Comunale per l’approvazione!Sottoponga Lei al Consiglio i conseguenziali provvedimenti urgenti e indifferibili da approvare mica è il contrario!
Carissima Danila LA TORRE, in questa nostra Messina, amara e bedda, abbiamo fatto carta straccia delle regole, in particolare a Palazzo Zanca del Testo Unico degli enti locali e dei principi contabili, comportamento lontano da Luigi CROCE, che conosce benissimo l’articolo 246 del testo Unico, che recita sulla deliberazione di dissesto.
” LA DELIBERAZIONE RECANTE LA FORMALE ED ESPLICITA DICHIARAZIONE DI DISSESTO FINANZIARIO E’ ADOTTATA DAL CONSIGLIO DELL’ENTE LOCALE NELLE IPOTESI DI CUI ALL’ARTICOLO 244 E VALUTA LE CAUSE CHE HANNO DETERMINATO IL DISSESTO.LA DELIBERAZIONE DELLO STATO DI DISSESTO NON E’ REVOCABILE.ALLA STESSA E’ ALLEGATA UNA DETTAGLIATA RELAZIONE DELL’ORGANO DI REVISIONE ECONOMICO FINANZIARIA CHE ANALIZZA LE CAUSE CHE HANNO PROVOCATO IL DISSESTO. ” L’articolo 244 sul dissesto finanziario norma ” SI HA STATO DI DISSESTO FINANZIARIO SE L’ENTE NON PUO’ GARANTIRE L’ASSOLVIMENTO DELLE FUNZIONI E DEI SERVIZI INDISPENSABILI OVVERO ESISTONO NEI CONFRONTI DELL’ENTE LOCALE CREDITI LIQUIDI ED ESIGIBILI DI TERZI CUI NON SI POSSA FARE VALIDAMENTE FRONTE CON LE MODALITA’ DI CUI ALL’ARTICOLO 193,NONCHE’ CON LE MODALITA’ DI CUI ALL’ARTICOLO 194 PER LE FATTISPECIE IVI PREVISTE. ” Tocca a Luigi CROCE, supportato dal ragioniere generale e dall’organo di revisione, fornire tutti gli elementi contabili utili a predisporre la deliberazione. Palazzo Zanca non ricade nel comma 3 dell’articolo 141, cioè ” L’obbligo di deliberazione dello stato di dissesto si estende, ove ne ricorrano le condizioni, al commissario nominato ai sensi dell’articolo 141, comma 3. “, perchè il nostro Consiglio Comunale non ha subito scioglimento o sospensione.
Rimango allibito e sorpreso dalla incompetenza manifestata da chi è preposto alla giuda, anche se temporanea, della nostra città- Che il “piano di riequilibrio decennale ” era da considerare una “anatra zoppa” di cui si è detto nei precedenti commenti, era certo e dimostrabile. Che il Comune, da anni (almeno dal 2003), trovasi in “dissesto finanziario” è stato moltissime volte scritto, commentato e sostenuto. E’ stato anche scritto e commentato che il Comune, pur essendo un cadavere sempre più putrefatto veniva mantenuto in camera di rianimazione, anziché trasferirlo nell’obitorio. Adesso il Commissario scrive al Consiglio Comunale che identifica nell’obitorio, ,. di prendersene la salma, senza alcuna nota di accompagnamento ( la delibera fi dichiarazione del dissesto). La procedura adottata dal dr. Croce, a mio parere, non è prevista dalla legge, e un ex magistrato dovrebbe essere a conoscenza che è la Giunta municipale della quale ne detiene la competenza, che deve proporre al consiglio comunale la delibera con la quale viene dichiarato il “dissesto finanziario”. Questa lettera inviata anche alla Corte dei Conti, a mio parere, non gli evita eventuali responsabilità nel non avere adottato, nella carica rivestita, i provvedimenti consequenziali alle criticità esposte. L’iniziativa (la lettera) del Dr. Croce è da ritenersi giuridicamente irrilevante dal punto di vista procedurale e come espressamente si legge nell’articolo che si commenta ” lavarsene le mani” se ne addice il significato, aggravandone la situazione. Che la magistratura messinese, a mio parere, ha, da anni, avuto un atteggiamento benevolo verso che ha amministrato il nostro Comune è una mia considerazione possibilmente sbagliata, ma che gli avvenimenti recenti ed anche poco remoti. rafforzano tale convinzione non è discutibile. Infatti se alla lettera inviata al Consiglio Comunale, come sarebbe stato, secondo il mio parere, legittimo e corretto il dr. Croce avesse allega la delibera con la quale dichiara “dissestato finanziariamente ” il Comune di Messina, le conseguenze sarebbero state diverse ed i risultati devastanti dato che il Consiglio Comunale si sarebbe trovato a discutere su di un atto deliberativo che avrebbe potuto avere conseguenze di illegittimità per moltissimi consiglieri comunali ed addirittura per due candidati Sindaco di cui un ex assessore ed un consigliere comunale tutt’ora in carica. Se il mio commento è giusto e legittimo e non giuridicamente contestabile, l’atteggiamento del Dr. Croce verso coloro che hanno amministrato il nostro Comune in questi ultimi anni è da ritenere benevole e protettivo, trascurando, però i disagi che i cittadini messinesi, dal malgoverno, oggi ne pagano le conseguenze.
Se non si rinvia i consiglieri comunali uscenti, e qualche candidato sindaco, non sarebbero piu’ candidabili, svegliaaaaa e votateeeeeee.
Nessuno FU
E nessuno deve essere stato almeno fino alle elezioni, altrimenti molti consiglieri uscenti che con la faccia da retro che si ritrovano, ed alcuni candidati sindaco, sarebbero AUTOMATICAMENTE ineleggibili per legge.
Messinesi, aprite gli occhi una buona volta.
RIFLETTO AD ALTA VOCE PER IL DOTT.LUIGI CROCE. Lo stato di dissesto non potrebbe essere dichiarato allorquando Palazzo Zanca avesse disponibilità per assicurare, oltre le funzioni e i servizi indispensabili, anche altre funzioni e servizi; ugualmente non potrebbe dichiararsi il dissesto allorquando, mediante inserimento in bilancio delle relative spese, dimostrasse di ritenere di avere le occorrenti disponibilità per assicurare funzioni e servizi non indispensabili.
La regola che si desume dall’art. 244 del Testo Unico è che la dichiarazione dello stato di dissesto, in considerazione della compressione dei diritti dei creditori deve trovare la sua radice in una situazione obiettivamente riconoscibile, che il Comune non è più in grado di controllare e che sino al momento in cui quei servizi, individuabili in quelli elencati nel DM del 1993, sono assicurabili, il dissesto non può essere dichiarato. In questa materia tutto è opinabile, tranne che la dichiarazione di dissesto è atto dovuto dal Consiglio Comunale, da adottare sulla base di un mero accertamento dei fatti, dall’analisi delle principali poste che cagionano il dissesto, SONO SEMPLICEMENTE NUMERI.
Vorrei tanto rileggere quelle “perle di saggezza” che sostenevano che il Comune di Messina non era da dissesto.
Si è perso tanto tempo inutile, ma spero vivamente che la Corte dei Conti si rivalga sui responsabili, siano essi dirigenti o esperti. E’ inaudito, oltre che inconcepibile che tutte le colpe derivanti da inettitutidine debbano essere sempre pagate dai cittadini. Per il resto, se si dovesse dichiarare dopo le elezioni, il sindaco che oggi riveste la qualifica di consigliere comunale, dovrebbe decadere automaticamente dalla carica. Certo, con questo tipo di amministrazioni, dobbiamo veramente vergognarci di essere messinesi e siciliani, perchè alla fine, in fin dei conti, ce li abbiamo messi noi. METTIAMOCI IN TESTA che TUTTI COLORO CHE HANNO CAUSATO TUTTO QUESTO, O CHE NE HANNO FATTO PARTE, NON POSSONO E NON POTRANNO RISOLVERE I PROBLEMI CHE LORO STESSI HANNO CREATO, PERCHE’ NE SONO LA VERA CAUSA.
MARIEDIT SPERO PROPRIO CHE IL COMMISSARIO E IL SUO ESPERTO LEGGANO LE TUE DISSERTAZIONI PUNTUALI SUL DISSESTO COSI’ COME VIENE REGOLAMENTATO DAL TESTO UNICO DEGLI ENTI LOCALI! SPERO PROPRIO CHE LEGGANO LA PUNTUALIZZAZIONE CIRCA L’OBBLIGO DI CHI DEVE PREDISPORRE LA DELIBERAZIONE DI DISSESTO.
E’ UNA VERGOGNA!
COme al solito nessuno è colpevole.
Non è colpevole il consiglio comunale uscente (CALABRò COMPRESO) che ha approvato un piano di riequilibrio fantasma.
Non è colpevole la Giunta ++++++he ha provocato il disastro.
Non è colpevole una classe politica che pensa solo a se stessa!
CITTADINI SVEGLIA!!!
MANDATE QUESTA GENTE A CASA!!!
Non bisogna perdere la testa.
Analizziamo i rilievi della missiva del Commissario Straordinario dott. Luigi Croce al Consiglio comunale:
1.-Non ritiene possibile superare in alcun modo le gravi criticità che segnala nella missiva e che riguardano, in particolare, la persistente e cronica crisi di liquidità.
2.- Invito al Consiglio di prenderne atto della situazione precaria ed adottare urgenti e indifferibili provvedimenti consequenziali.
3.- Carenze e criticità del piano di riequilibrio finanziario e decennale. Mancata attuazione delle misure correttive dettate dall’Amministrazione.
4.- Mancata approvazione del contratto di servizio dell’Amam, su cui il piano di riequilibrio si fonda essenzialmente.
Per il punto 1° il Comune potrebbe attingere ai benefici del Decreto-Legge 8 aprile 2013, n. 35, il quale prevede che gli enti locali che non possano far fronte ai pagamenti dei debiti per carenza di liquidità, possono chiedere, con delibera di G.M., alla Cassa depositi e prestiti, anticipazioni di liquidità.
Per il punto 2° attingere ai benefici di cui all’’articolo 1 comma 9 del D.L. 8 aprile 2013 n. 35 “Per l’anno 2013, il limite massimo di ricorso da parte degli enti locali ad anticipazioni di tesoreria di cui all’articolo 222 del decreto legislativo 18 agosto 2000, n. 267, è incrementato, sino alla data del 30 settembre 2013, da tre a cinque dodicesimi. Quindi adottare apposita delibera di G.M., con la quale chiedere l’incremento dell’anticipazione di tesoreria.
Per il punto 3°.- Il bilancio degli Enti locali va letto, analizzato, studiato, sfoltito, “potato” delle spese non obbligatorie, riveduto e corretto nelle voci inerenti il costo della Politica, ridimensionato nelle indennità accessorie, con l’abolizione del compenso fisso ai componenti il Collegio di difesa; riduzione dei fitti passivi; ecc… e con una accorta previsione ed incremento di entrate, particolarmente di tutti i residui attivi, dei tributi elusi ed evasi a partire dagli ultimi cinque anni, dei proventi delle sanatorie edilizie, dei proventi della dismissione del patrimonio immobiliare; della dismissione delle quote degli organismi partecipati, della privatizzazione degli stadi, ecc…ecc… Se si attua ciò, si può benissimo riadottare un Piano di riequilibrio pluriennale credibile e certo
Per il punto 4°.- Il contratto di servizio con l’AMAM può essere approvato ma senza onere alcuno a carico della Società, e cioè degli utenti, già abbastanza gravati da una pressione tributaria, elevata al massimo.
Questa è la cura da cui partire per risanare il Comune. Se non si imbocca questa strada, la dichiarazione irrevocabile di dissesto è inevitabile , perché non sarebbe una decisione discrezionale , ma obbligata in presenza di dati obiettivi.
Boooooooom. La professionalità di due dirigenti che molti comuni ci invidiano??? mi viene da ridere ah, ah, ah. Sa che le dico? I responsabili devono pagare per il danno arrecato all’ente. Ma a questo ci sta pensando la Corte dei Conti e la Procura della Repubblica. NON LO DIMENTICHI!
Il ragioniere generale facente funzioni, non esclude che l’atto è stato redatto da lui, ma puntualizza solo che non ha redatto il contratto con l’AMAM. Ora, il documento redatto, non è il contratto con l’AMAM, bensì di altri contenuti e ricordiamoci che la Corte dei Conti ha dichiarato che il piano di rientro è LACUNOSO!!! Scusate se è poco… Un consiglio, preparare le valigie e andare a casa per sempre.
DOMANDE ALLE BELLE ADDORMENTATE DELLA COMMMISSIONE POLITICHE FINANZIARIE. Non vi siete mai chiesti, per una volta, che il mantenimento in bilancio di una elevata mole di RESIDUI ATTIVI (il serpente velenoso), dei Titoli 1 e 3 delle Entrate, possa compromettere l’attendibilità del quadro finanziario e di conseguenza pretendere di avviare un analitico esame delle ragioni del loro mantenimento, e che l’operazione di riaccertamento sia puntuale e idonea a dimostrare che tali residui attivi non sono mantenuti al solo fine di dimostrare l’esistenza degli equilibri di bilancio, senza una valutazione effettiva della loro concreta esigibilità??? Non vi siete mai chiesti, per una volta, che il ricorso continuativo, ormai cronioo, alle ANTICIPAZIONI DI TESORERIA, mi auguro in presenza dei limiti fissati dalla legge, costituisca un evidente sintomo di anomalia nella gestione finanziaria??? Sveglia, sveglia, BELLE ADDORMENTATE DELLA COMMISSIONE POLITICHE FINANZIARIE.
Croce avrà pure le sue responsabilità ma lo ZOCCOLO DURO