Dopo lo stop del campionato la regista dell'Amando Volley (B1) aveva deciso di rimanere nel centro jonico. Con la famiglie vive a Musile di Piave, da sabato zona rossa. La Sicilia sembrava una sorta di isola felice, ma ieri sera è cambiato tutto...
S. TERESA – Quella di Giulia Agostinetto è la storia di un capitano veneto a s. Teresa di Riva ai tempi del coronavirus. Quando è stato sospeso il campionato di pallavolo si pensava ad un paio di giornate di stop. Adesso il futuro è un grande punto interrogativo. Giulia ha deciso di rimanere a S. Teresa, dove gioca nelle file dell’Amando (serie B1) come palleggiatrice. Ma il pensiero va costantemente a Musile di Piave, cittadina di circa 11mila abitanti in provincia di Venezia in cui risiede con la famiglia, zona rossa. Fino a ieri, la Sicilia sembrava una sorta di Isola felice. Ieri a tarda sera è cambiato tutto. Le misure drastice sono state estese all’Italia intera, con l’annuncio in diretta del premier Giuseppe Conte: “Contro il virus non c’è più tempo. Dobbiamo proteggerci”.
La società del presidente Andrea Lama, nonostante la squadra lotti per un posto nella griglia play off, aveva sospeso in anticipo rispetto ad altri, con grande senso di responsabilità, gli allenamenti. “Avevo deciso di rimanere a S. Teresa – ci dice la regista dell’Amando – perché si pensava che il campionato si fermasse per una decina di giorni, non valeva la pena tornare in Veneto. Ci vivono i miei, i quali mi dicono che la situazione è tranquilla, nel senso che a Musile non vi sono contagiati. Il campionato è ufficialmente fermo fino al 15 marzo, ma considerato l’ultimo decreto ministeriale ritengo che si andrà oltre.
“Ieri sera è cambiato tutto…”
Mi era andata bene, se così possiamo dire, considerato che adesso il paese in cui abito è zona rossa. Ma in mezza giornata – ci ha detto questa mattina Giulia – è cambiato tutto”. L’atleta dell’Amando (che a S. Teresa nell’aprile 2017 ha anche conquistato la serie A2, con una società che adesso non esiste più) ci spiega che “le giornate sono noiose, ma non perché mi trovo qui. Semplicemente per il fatto che cerco di attenermi alle regole che ci sono state date. Frequento il meno possibile luoghi affollati, cerco di allenarmi da sola a casa, per quanto posso, o all’aria aperta. Non vi nascondo comunque che sono un po’ preoccupata”.
Non è l’unica, Giulia, ad essere rimasta a S. Teresa. Anche il forte opposto Benny Bertiglia, piemontese, ha deciso di non tornare a casa. “Proprio così – ribatte Giulia – solo chi abita vicino è andata via. La società ci ha raccomandato di seguire le regole e di stare il più possibile tranquille. Attendiamo, non possiamo fare altro…”.