Gianfranco Jannuzzo, il calore della Valle dei Templi a portata di mano

Gianfranco Jannuzzo, il calore della Valle dei Templi a portata di mano

Gianfranco Jannuzzo, il calore della Valle dei Templi a portata di mano

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lunedì 07 Maggio 2012 - 11:12

L'attore di Agrigento in scena a Messina con "Cercasi Tenore" ha risposto alle nostre domande sulla sua carriera, sul teatro, sulla politica e sulla Sicilia. E non mancano le sorprese: come parliamo noi messinesi? (IN ALLEGATO LA VIDEO-INTERVISTA)

Si autodefinisce "chiacchiaruni". E, in effetti, Gianfranco Jannuzzo è proprio un fiume in piena. Lo incontriamo presso il suo hotel prima dell'ultima replica di "Cercasi Tenore", celebre commedia di Ken Ludwig, riadattata dalla sapiente regia di Giancarlo Zanetti e andata in scena dal 3 al 6 Maggio al Vittorio Emanuele. Al fianco di Jannuzzo un cast davvero in gamba; costumi, luci e scenografia d'altri tempi. La storia, scritta nel 1986 e tradotta in sedici lingue, vede come protagonista Max che, da giovane tuttofare, si trasformerà per una sera in Otello, riuscendo a "truffare" il pubblico che si aspetta il più grande tenore del mondo, Tito Moreno.

Ma si può davvero ingannare il pubblico? chiediamo a Jannuzzo.

«Il pubblico è molto meno ingenuo di quanto possiamo pensare, – ci risponde – si accorge di tutto, capisce se, in quel momento, hai voglia di fare lo spettacolo oppure no…»

E a lei quando è venuta la voglia di fare l'attore?

«Da ragazzo, avevo voglia di fare stare bene gli altri. Ma credo questo sia una cosa di noi siciliani: voler essere utili agli altri senza la corruzione di un ego dilatato, dell'essere presuntuosi. Ero spiritoso, facevo le imitazioni a scuola, come fanno tutti. Forse io avevo una chance in più perchè avevo molto orecchio per il modo di parlare, per i dialetti…».

E proprio sui dialetti Jannuzzo ci regala uno dei suoi più bei pezzi di comicità, tratto da un più ampio monologo sulla maniera di parlare degli abitanti delle tre principali città siciliane: delinea così un catanese tipo lento nel parlare, un palermitano che "parla di testa" e un messinese che parla talmente veloce che in un discorso di 36 parole riesce a mangiarsene 72. E non sottrae allo scherzo nemmeno la sua "Agrigendo" (con la rigorosa pronuncia della d al posto della t).

Jannuzzo viene dalla scuola di Gigi Proietti «che – dice – sembra un tipo scanzonato, ma quando si lavorava era un tedesco. Si studiava la voce, il canto, il movimento del corpo ma anche la lingua italiana. Tutto per formare un'artista completo, a 360°».

Ci sono tanti giovani siciliani che sognano di poter diventare grandi attori e Jannuzzo a questi dice di interrogarsi ogni giorno se la strada intrapresa sia quella giusta e se si sia pronti a fare molti sacrifici: «Il teatro è una cosa serissima e ognuno di noi sa se ha talento o meno. Davanti allo specchio non si mente mai, tu lo sai se puoi avere una chance o no».

Si parla anche di politica, dato che, quando si svolge l'intervista, anche ad Agrigento, la sua città, è tempo di elezioni. «La politica -è convinto- è nata come una cosa bellissima, il potere dato al popolo, la democrazia. Noi cittadini non ci rendiamo conto della grande possibilità che abbiamo: indicare chi deve rappresentarci e mandare a casa chi è corrotto, chi non fa nulla, chi, invece di pensare al bene pubblico, pensa al bene personale. Ma abbiamo delle colpe anche noi, perchè dai politici ci aspettiamo dei favori, è questo il cancro che ha fatto sì che la politica non sia più una cosa meravigliosa». E Angelino Alfano, suo concittadino? «Senza fare alcuna considerazione di carattere politico, dico solo che è una persona che ha studiato molto, è molto ambizioso e ha delle qualità eccezionali, è innamorato della Sicilia ed è un siciliano degno».

Da non perdere sono di certo gli ultimi minuti della video-intevista, qui allegata, in cui ci lasciamo con una esilarante storiella raccontata da un figlio eccellente di una terra, la Sicilia, che nessuno, Jannuzzo ci tiene a ricordarlo, è mai riuscito a conquistare veramente.

(CLAUDIO STAITI)

INTERVISTA-VIDEO IN ALLEGATO CLICCA QUI

 

► Gianfranco Jannuzzo, (Agrigento, 7 dicembre 1954) è un attore teatrale, attivo anche in cinema e televisione. Alunno della scuola di recitazione di Gigi Proietti, Jannuzzo ha dedicato la sua vita al teatro, lavorando con Gino Bramieri, Garinei & Giovannini e altri grandi, partecipando a diversi varietà televisivi di RaiUno per la regia di Antonello Falqui. Tra i suoi ultimi spettacolo teatrali: Nord & Sud, one-man-show scritto con Renzino Barbera, regia di Pino Quartullo (dal 2003 al 2005), Liolà, di Luigi Pirandello, con Manuela Arcuri, regia di Gigi Proietti (2006-2007) Il divo Garry, con Daniela Poggi, regia di Francesco Macedonio, Girgenti, amore mio, di Gianfranco Jannuzzo e Angelo Gallipo, regia di Pino Quartullo (2009-2011).

Tempostretto.it aveva già intervistato Gianfranco Jannuzzo, in occasione, il 3 Agosto scorso, dello spettacolo "Girgenti …e la processione di San Calò", andato in scena al Monte di Pietà per la rassegna di TaoArte. http://www.tempostretto.it/news/intervista-tu-tu-gianfranco-jannuzzo.html

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