Moschella: "Si tratta di una operatrice socio-sanitaria che lavora a Messina. La nostra cittadina non è un focolaio"
SCALETTA – “Una nostra concittadina è risultata positiva al coronavirus”. L’annuncio è stato dato dal sindaco, Gianfranco Moschella (nella foto), in diretta video. Il primo cittadino ha spiegato che “si tratta di una operatrice sociosanitaria che lavora presso una struttura di Messina diventata famosa per i numerosi casi di contagio”. Moschella ha cercato di infondere sicurezza agli scalettesi. “Siamo sereni perché la filiera epidemiologica si è conclusa nel pensionato – ha sottolineato – e non ha interessato il nostro territorio. Scaletta non è un focolaio.
La signora non presenta particolari sintomatologie ed è in quarantena obbligatoria già da sabato scorso, assieme a tutto il nucleo familiare. La situazione è sotto controllo e quotidianamente siamo in contatto con il medico di famiglia. Abbiamo già informato la presidenza della Regione e la prefettura”. Nel centro jonico sono 18 le persone in isolamento volontario. L’Amministrazione ha attivato il Coc, Centro operativo comunale.
Il sindaco ha invitato i cittadini a rimanere in casa: “E’ l’unico modo al momento possibile per uscire di questa situazione. E’ l’unico modo in cui potete aiutarci”. Infine ha invitato gli scalettesi “di evitare interventi fuori luogo su facebook che in questo momento non servono a nessuno”.
Non ritengo fosse necessario fornire particolari sulla persona che è stata contagiata con la frase:”si tratta di una operatrice sociosanitaria che lavora presso una struttura di Messina diventata famosa per i numerosi casi di contagio”. È stata una caduta di stile era sufficiente portare a conoscenza del contagio e delle misure adottate; l’aver approfondito la.professione ed il luogo di lavoro in una piccola.comunità come Scaletta equivale ad aver detto nome e cognome. Penso che non si sia fatto un buon servizio a questa persona che mi auguro superi presto il problema.
Ma stiamo scherzando? Ma quale caduta di stile.
E secondo lei se la signora è stata a contatto con persone che ha inconsapevolmente infettate, queste non lo debbano sapere?.
Mi sembra di sentire parlare quelle persone superstiziose che non nominano il “fuoco di sant’Antonio”, non si sa per quale ancestrale motivo.
Il sindaco avrebbe dovuto dire nome e cognome in maniera tale che chi è stato vicino alla signora potesse provvedere prima possibile alle precauzioni previste in questi casi per evitare il diffondersi del virus.