Il neo coordinatore della Federazione Pubblici Esercizi della Confesercenti Messina descrive una situazione allarmante, punta il dito contro l’amministrazione comunale e denuncia: «Per molti anni la nostra voce è rimasta inascoltata»
Il Regolamento COSAP (Canone occupazione spazi e aree pubbliche); i problemi della categoria dei pubblici esercenti; l’individuazione dei parchi commerciali; il fenomeno del racket. Di questi argomenti abbiamo parlato con Benny Bonaffini, imprenditore nel settore della ristorazione, che dal 23 gennaio scorso è il nuovo coordinatore della Federazione Pubblici Esercizi della Confesercenti provinciale di Messina. A Bonaffini è stato affidato nello specifico il compito di organizzare la categoria dei pubblici esercizi in città e provincia.
Nel corso dell’intervista, realizzata all’interno del suo locale , il ritrovo “La Scala”, il neo coordinatore ha spiegato quali sono sino stati i passi compiuti in queste prime settimane di incarico, sottolineando in particolare i problemi creati alla categoria dall’entrata in vigore del nuovo regolamento COSAP, che ha comportato l’aumento dei costi annui per l’occupazione del suolo, ritenuti da Confesercenti esagerati e sproporzionati. A questo proposito, Bonaffini non solo lamenta il mancato coinvolgimento delle associazioni di categoria da parte dell’amministrazione comunale nel percorso che ha portato all’approvazione del regolamento, ma evidenzia anche come gli aumenti dei costi per l’occupazione del suolo vadano ad incidere sul già «deprimente» stato economico della categoria dei pubblici esercenti. (DLT)
ALLEGATO IL VIDEO CON L’INTERVISTA A BENNY BONAFFINI
Signor Benny BONAFFINI, ai tempi andati della DC e del PCI,la Confcommercio e la Confesercenti, organizzazioni sindacali dei commercianti,giocavano il ruolo di braccio elettorale del voto di scambio di quei partiti,servendosi delle Camere di Commercio,acquiescienti a questa spudorata attività di lobbi.Dopo la caduta del muro di Berlino e tangentopoli,i commercianti hanno perso il pelo (i partiti storici) ma non il vizio, consegnandosi anima e corpo,in maggioranza attraverso la Confcommercio a FORZA ITALIA di Silvio Berlusconi,in minoranza con la sua Confesercenti al PDS poi DS poi PD,alle QUERCIA ed ULIVO di turno, ricevendo TUTTI il regalo più grande all’introduzione dell’EURO, RADDOPPIARE il prezzo dei prodotti venduti,soprattutto di quelli alimentari,facendo così dimezzare il valore delle nostre pensioni e stipendi.Avete fatto affari e vi siete arricchiti sotto le tende del vostri califfi, dove spiccava Silvio BERLUSCONI.Oggi,dopo aver foraggiato quella classe politica,che ci ha impoverito,ci infastidite con vostro pianto greco,vi lamentate che la gente non compra e avete la cassa vuota.CHI E’ CAUSA DEL SUO MAL PIANGA SE STESSO, è un proverbio falso,che non mi si addice,quindi la invito,per una inversione di rotta,di porre ai commercianti il problema della mobilità,di grandi isole pedonali e di zone a traffico limitato,di formazione della categoria,che sconosce le indagini di mercato,dei parchi urbani commerciali,che migliorano la qualità della vita dei cittadini e i vostri introiti.COMUNQUE IN BOCCA AL LUPO(spero che mi risponda almeno CREPI IL LUPO.)
ma dov’è il video allegato? la volevo proprio vedere st’intervista…!!!
I commercianti messinesi sono chiusi, conservatori. Ci sarebbero decine di possibilità, dal terminal crocieristico alle associazioni, da isole pedonali vere a riqualificazione dei locali sul fronte porto.
Ma i commercianti Messinesi sono bravi solo a non far passare il tram dal Corso Garibaldi, a far rimuovere i cordoli per far parcheggiare le macchine davanti al locale, e a soffocare qualunque nuovo tentativo di intromissione nel tessuto cittadino. Sul turista tendono a spennarlo, poi a me capita di andare a Scilla e vedere decine di ristorantini STRAPIENI che servono cozze dei laghi, le stesse cozze che il turista tedesco se va a mangiare a Ganzirri paga il doppio. Ma a Scilla sono furbi, e il loro paesino vive di turismo nella bella stagione, a Ganzirri invece non c’è niente.
E poi si lamentano.
Non rischiano, pretendono che il Comune protegga i loro benefici. Anche se arrivasse domani un investitore dicendo “compro un area per 5 milioni di € al comune e ne faccio un mega centro, con terminal, cultura e negozi”, i commercianti presserebbero il Comune a RINUNCIARE a quei soldi per non danneggiare i “potentati” locali.
Quindi visto che la situazione è questa per me le lamentele della stragrande maggioranza dei commercianti locali suonano alle mie orecchie solo come fastidio.
Questo è quello che penso.
Forse il signore che ha commentato prima è da un pò che non fa una passeggiata sul viale S.Martino dove la metà dei negozi ha ormai chiuso i battenti o è in procinto di farlo… Se i prezzi sono raddoppiati questo è successo anche per i commercianti… mica loro comprano ancora in lire!!! E poi se la situazione è cosi come lui la prospetta cosa aspetta ad aprire un bel negozio di alimentari e arricchirsi anche lui??
Mamma mia che commenti!!!!!
Voglio ricordare ai commenatori che il commercio, insieme ai comandi Militari, ai comandi delle forze dell’ordine ed alle dirigenze civili, era il pane di Messina.
Via 1° Settemebre e le strade limitrofe erano piene di grossisti che fornivano gran parte della Sicilia e la Calabria.
Berlusconi…..chi era ???non esisteva ancora…..
A mio parere c’è stata una volontà politica, di sminuire Messina e provincia.
L’operazione è riuscita grazie anche ai tanti messinesi, forse strumentalizzati, e trasformati in …antimessinesi che amano, assurdamente, parlare male di loro, dei loro padri e dei loro figli….della propria città, della proprpia provincia, della propria genesi.
Queste associazioni di categoria non hanno più motivo di esistere; sono bolle vuote senza idee e iniziative… in molti non si affiliano più. Basta vedere i vertici che fine hanno fatto.. Non bastano volti nuovi, pieni di belle parole a fare dimenticare le inefficienze del passato.
Alcuni nostri concittadini hanno una visione dei commercianti errata, frutto di una cultura statalista ostile all’iniziativa privata. Una cultura le cui origini probabilmente sono post terremoto del 1908, quando la città per rialzarsi ha dovuto inevitabilmente ricevere un importate aiuto dall’esterno. Un aiuto che ancor oggi, dopo 100 anni, si attende sotto forma di Ponte dello Stretto, prototipo di un’aspettativa interventista da parte dello Stato causa di una diffusa deresponsabilizzazione nei confronti della classe dirigente cittadina che dimentica il dovere generazionale di progettare il futuro della nostra città. Fino a quel momento infatti i commercianti messinesi erano tra le principali realtà economico-sociali attivamente coinvolte nello sviluppo della Comunità peloritana. Il Grande Terremoto non ha solo azzerato la città, ha anche seppellito sotto le sue macerie tanti commercianti e con loro anche una mentalità basata sull’iniziativa privata che oggi nella cultura della nostra città è solo residuale. Non si spiegherebbe altrimenti come possa essere il sogno di tanti ragazzi che si affacciano al mondo del lavoro un impiego pubblico fisso a mille euro al mese.. Ciò nonostante tanti piccoli e grandi commercianti messinesi hanno continuato a credere su questo Territorio, e tutte le volte che le Pubbliche Autorità, Quelle a cui nel tempo abbiamo consegnato le Chiavi della Città, hanno apportato un qualche miglioramento ecco che immediatamente sono arrivati gli investimenti. Tre esempi per tutti: non appena le spiagge del litorale Nord sono state “liberate” sono fioriti decine di lidi, generando una “movida” estiva che nel giro di pochi anni ha svuotato le attività serali di Milazzo e Taormina. Secondo esempio: le piazzette telematiche. Una volte istituite, sono arrivati puntuali gli investimenti con molteplici attività che hanno valorizzato una delle più belle vie della nostra amata città ( la via Garibaldi ). Terzo esempio: la riqualificazione della Galleria Vittorio Emanuele III. All’iniziativa pubblica è subito seguita nel 2006 una copiosa messe d’investimenti. Il punto è che i commercianti non si possono e non si vogliono sostituire alla pubblica amministrazione e non è vero che sono conservatori, altrimenti non avremmo assistito a milioni di euro d’investimenti che negli anni hanno dato lavoro a migliaia di persone tra dipendenti ed indotto.
Oggi i commercianti chiedono di essere coinvolti dalle Istituzioni locali per fornire il necessario contributo d’esperienza finalizzato ad individuare le necessarie azioni e correzioni che rimettano in moto l’economia cittadina. Affiché ci si renda conto che i commercianti, per questa città sono una risorsa, anzi direi una fortuna. Una fortuna che però va guadagnata di giorno in giorno. Altrimenti oltre che alla fuga dei cervelli assisteremo anche alla fuga dei commercianti. E’ questo ciò che la città vuole? E’ questo che le Istituzioni cittadine auspicano? Una citta senza negozi? Con i cittadini a passaggio tra saracinesche abbassate?
Non penso proprio!
X NINNI–Mi spieghi allora come si spiega che la merce, come l’abbigliamento subiscie sconti anche dell’70/80% nel periodo degli sconti? Non vorrai farmi credere che loro non ci guadagnano in ogni caso? Sicuramente meno, ma non certo in perdita.I prezzi sono gonfiati da paura da un lato, dall’altro la maggior parte delle buste paga è bassissima, mia moglie lavora 8 ore al giorno dal lunedì al sabato per 500 euro al mese, come lei Messina è piena di gente che guadagna pochissimo e arriva a stento a fine mese. La politica degli stipendi bassi ,ha portato al calo enorme delle vendite al dettaglio il resto sono chiacchiere!!!
Signor Bonaffini, il suo intervento è apprezzabile e la ringrazio. Ma a conti fatti è pur sempre poco, nelle piazzette tematiche sono sorti locali, come in centro, ed è cosa buona. Ma dov’è la diversità di offerta? Prendiamo i lidi, locali fotocopia che a prezzi spesso assurdi offrono musica. Le faccio un esempio, questa estate a 15€ all’acquapark di Riccione si esibivano Gigi D’Agostino, Molella, e Giorgio Prezioso. Qui da noi i lidi vogliono 15€ per sentire musica da un cd…non si vedono mai attrattive nuove, e quando qualche locale porta novità (mi viene in mente l’Officina), per un motivo o un altro chiude…
E’ vero che spesso le istituzioni non pensano a tante cose, ma le istituzioni vengono votate dal basso, e molto spesso molti dei membri di comune e provincia sono proprio commercianti. Vero è che il COSAP viene aumentato in maniera forse errata, ma quanti in Città non lo pagano, quanti locali occupano abusivamente da anni spazi pubblici, quanti di questi in alcune strade quasi ostruiscono il passaggio? Penso sopratutto al centro storico.
Il fatto dei cordoli e del tram è risaputo da tutti a Messina, ed è solo un esempio, così come anche si fa sempre più insistente in Città il pensiero che siano i commercianti tra i primi a non voler un terminal crocieristico in Città. Perchè le altre Città si e a Messina no? Perchè? La città non si apre agli “stranieri”, siano essi anche solo i nostri vicini.
I commercianti sono sicuramente una risorsa, ma devono esserlo per se stessi e per la Città, non solo per loro stessi.
Una cosa su tutte, far capire al Comune, ai negozianti ostinati, e alla Città tutta che IN TUTTO IL MONDO per negozi si va a piedi, e non lasciando la macchina in doppia fila davanti al negozio.
Non penso che i commercianti validi sono tutti morti con il terremoto del 1908 altrimenti i fiorenti anni 50 60 70 e un pò anche gli 80 non sarebbero ricordati tanto per parlare; anni in cui ci sono delle documentazioni ampie con foto articoli e che spesso vengono ricordate da rete televisiva locale come anni di vero boom. Poi i commercianti nell’amministrazione già ci sono,diciamo, in quanto molti dei politici accettano felicemente “consigli” dai medesimi.
Se i negozi chiudono è evidente che non guadagnano o che per lo meno non guadagnano in modo adeguato a sostenere i rischi patiti… Continuo a non capire perchè, visto che ai suoi occhi i commercianti si arricchiscono, non apre un negozio invece di giudicare solo per sentito dire! E’ proprio vero: “chi sa fa e chi non sa insegna…” (o pretende di farlo). E poi se le buste paga sono basse la colpa è dei commercianti? O crede forse che i commercianti siano contenti di avere i clienti che non arrivano a fine mese? Caro amico le cause di questo malessere sono da ricercare altrove!
Caro BONAFFINI,so benissimo che commerciare è attività durissima,che siete alla mercè delle mode e di una clientela sempre più esigente e con meno soldi da spendere.So bene che le banche quando vi finanziano,e lo fanno sempre di meno,vi applicano tassi usurai,come categoria a rischio di insolvenza.So bene che la forte pressione fiscale,nazionale e locale,a cui si aggiunge un elevato costo del lavoro,spesso costringe molti di voi a rifarsi sullo stipendio reale del commesso,che sempre più spesso non rispecchia la busta paga.So benissimo che molti di voi sono ILLUMINATI,come i commercianti di MILLE VETRINE,sensibili alla qualità del commerciare.La mia dura critica è alla categoria,che ha una lunga storia di abbracci mortali, vedi Berlusconi e Corona,che la rendono inaffidabile politicamente ai cittidini clienti.Ancora una volta in BOCCA AL LUPO per il suo impegno come rappresentane dei commercianti di CONFAESERCENTI.