Secondo quanto denunciato dal sindacato i lavoratori "vittime" di vecchi rancori tra la vecchia società "Il Detective" e quella che si è aggiudicata il nuovo appalto di vigilanza notturna all'Università, la "Ksm". Chiesto l'intervento del prefetto Alecci
Il lungo periodo di silenzio seguito alla vertenza dei lavoratori impiegati nel settore della vigilanza dei locali dell’Università, in occasione del cambio di appalto dalla società “Il Detective” alla Ksm, induce l’OrSa a denunciare quanto in realtà era stato previsto nei mesi scorsi,ovvero il rischio del posto di lavoro per oltre 40 famiglie messinesi. La segretaria di settore Francesca Fusco che scrive al prefetto Alecci chiedendo un confronto tra le parti, ripercorre le fasi più salienti della vertenza.
«Durante l’espletamento per il trasferimento dei lavoratori dall’azienda uscente – (Il detective) alla subentrante (Ksm), l’OrSA – ricorda la Fusco – avvisò che oltre 40 guardie armate sarebbero rimaste senza lavoro e oggi si stanno concretizzando le nefaste previsioni. “Il detective” da circa cinque mesi tiene i lavoratori rimasti in organico in una sorta di limbo gestito con lo sfruttamento delle ferie residue in fase di esaurimento; Ksm rivendica la messa in mobilità delle maestranze rimaste in forza alla vecchia società, per riaprire un confronto volto al ricollocamento dei lavoratori esclusi ma quest’ultima rifiuta aprioristicamente l’operazione di messa in mobilità delle maestranze»
In questi mesi l’azienda messinese ha dato comunicazione dell’aggiudicazione di un appalto presso il tribunale di Reggio Calabria, ma non ci è dato sapere il motivo per cui tarda l’isediamento nell’appalto visto che a domande chiare e dirette, afferma l’OrSa, la dirigenza de Il detective risponde in modo vago. Ksm intanto gestisce l’appalto con 43 lavoratori e le promesse di ricollocazione dei lavoratori esclusi sono finite nel dimenticatoio: «»Sembra di rivivere l’esperienza – continua la Fusco – del trasferimento dell’appalto di vigilanza del Policlinico quando fra promesse e proclami molte guardie armate messinesi rimasero disoccupate. Tutto quanto esposto fornisce un quadro chiaro della situazione incandescente: le guardie, tra l’ incertezza del futuro occupazionale e della retribuzione ( è inutile descrivere come i ritardi nei pagamenti abbiano creato grave pregiudizio nella vita personale di ogni lavoratore) e la vaghezza delle risposte aziendali in merito all’ipotetico appalto di Reggio Calabria, sono pronte a porre in essere tutte le azioni possibili per rivendicare il diritto all’occupazione e arrivare ad un punto chiaro di questa vicenda che assume sempre più i connotati di una farsa tragicomica».
L’intervento del prefetto viene dunque considerato necessario, così come altrettanto utile viene considerato quello dell’Ufficio dell’Ufficio Provinciale del Lavoro in qualità di garante degli accordi sottoscritti.
Rispetto il sindacato, rispetto Alecci e soprattutto rispetto i 40 lavoratori. Ma temo che il prefetto possa fare ben poco… Secondo me bisognerebbe puntare il dito contro il sistema-università di Messina, che a mio avviso è oggetto di numerosi interessi.