I giudici palermitani hanno accolto la richiesta cautelare degli studenti ai fini della sollecita definizione del giudizio. Più che soddisfatto l’avvocato Santi Delia, che spiega l’importanza del provvedimento emesso dal Consiglio di Giustizia Amministrativa di Palermo
Si riapre il caso giudiziario dei test in Medicina per l’anno accademico 2011/2012. Lo scorso marzo, la Terza sezione del Tar di Catania aveva emesso una sentenza con la quale si affermava che nessuna irregolarità sostanziale, né violazione dell’anonimato era stata compiuta dai Commissari dell’Università di Messina nel Concorso per l’ammissione al Corso di Laurea in Medicina e Chirurgia per l’anno 2011/2012 (vedi correlato), come invece denunciato da una cinquantina di aspiranti medici, rappresentati dai legali Santi Delia e Michele Bonetti. Dopo quella sentenza di primo grado, i due avvocati messinesi avevano, quindi, presentato ricorso al Consiglio di Giustizia Amministrativa di Palermo e, nei giorni scorsi, i giudici palermitani hanno accolto la richiesta cautelare degli studenti ai fini della sollecita definizione del giudizio.
«Si tratta – scrive in un comunicato l’avvocato Delia – di un provvedimento che ci consente di attendere con fiducia la celebrazione dell'udienza conclusiva che si terrà a dicembre di quest'anno. Il C.G.A. – continua il legale – non si è limitato a fissare l'udienza finale, ma ha accolto la richiesta degli studenti di applicazione dell'art. 55, comma 10, del codice del processo amministrativo. Tale norma viene applicata solo se il Giudice ritiene che le esigenze del ricorrente siano apprezzabili favorevolmente e tutelabili adeguatamente con la sollecita definizione del giudizio nel merito». Insomma, la situazione sembra sovvertirsi a favore degli studenti ed a svantaggio dell’Ateneo peloritano, sul cui sito web – ironizza ma non troppo Delia – «ancora campeggia l'annuncio trionfale che "NESSUNA IRREGOLARITA’ NELL’AMMISSIONE AL CDL IN MEDICINA E CHIRURGIA PER L’ANNO ACCADEMICO 2011/2012"».
Al di là delle punzecchiature destinate ai piani alti dell’Università, il legale degli studenti ha in mente solo un obiettivo: «Noi vogliamo soltanto che venga fatta luce su questa vicenda non essedo consentito che il diritto allo studio di centinaia di ragazzi venga compresso senza la garanzia di un procedimento di concorso trasparente e siamo fiduciosi che il C.G.A., si vinca o si perda, saprà chiarire ogni aspetto ancora oscuro: dalla mancanza dei verbali che attestano la correzione, alla sparizione dei plichi dentro i locali dell'Università, dalla violazione dell'anonimato conclamata negli stessi verbali, all'inizio della prova con 40 minuti di ritardo rispetto a quanto fissato a livello nazionale per tutte le Università».
Per sapere chi la spunterà in questa battaglia legale, bisognerà attendere sino a dicembre, intanto gli studenti rimasti fuori dalla graduatoria incassano un primo mezzo successo. (Danila La Torre)