Il ministro della Giustizia, Paola Severino, ha visitato il Pagliarelli e l’Ucciardone di Palermo, prima di soffermarsi sulle difficili condizioni del carcere di Mistretta e di quello di Gazzi a Messina
Nelle carceri siciliane ci sono “luci ed ombre”. Così il ministro della Giustizia Paola Severino arrivata a Messina nella seconda giornata di visite nelle carceri siciliane. Tra le luci “la grande professionalità degli agenti di polizia penitenziaria e dei dirigenti ed una grande attenzione alle novita’”. Una luce è il libretto dei diritti del detenuto come constatato al Pagliarelli di Palermo: “una piccola grande cosa – ha detto – prevista dal ‘Salvacarceri’, dare ai detenuti appena entrati in carcere il libretto dei loro diritti stampato dallo stesso istituto”.
“Altre luci – ha proseguito – derivano sempre dal ‘Salvacarceri’: ho saputo che i dati di Catania sono straordinari, abbiamo completamente azzerato il fenomeno delle porte girevoli e cioè ingressi e uscite dal carcere nel giro di pochi giorni; mi sembra un risultato straordinario perché risparmia delle inutili sofferenze a chi entra e poi viene giudicato non idoneo per il carcere”. Ci sono anche le ombre: “Sono stata nel piccolo carcere di Mistretta – ha detto – una struttura penitenziaria le cui mura sono di proprietà del Comune, purtroppo priva di riscaldamento e spesso anche di acqua calda”. Ho constatato una grande disponibilità da parte del sindaco – ha concluso – pronto a fare qualunque cosa affinché vi sia un carcere adeguato. Anche i sindacati della polizia penitenziaria hanno un grande spirito costruttivo, hanno detto ‘faremo quello che si deve fare’, ma certamente se si potesse avere un carcere di medie dimensioni in quella localizzazione questo potrebbe servire un bacino di utenza estremamente importante”.
In campagna elettorale, i candidati radicali di Amnistia Giustizia e Libertà avevano più volte posto l’attenzioni sulle difficili condizioni in cui versa il Carcere di Gazzi. Condizioni constatate oggi dal ministro Severino e che sono state oggetto anche di un documento sindacale di Osapp, Uil, Sinappe, Ugl, Cgil e Cnpp in cui si evidenzia che “ultimamente la situazione si sta aggravando a causa di quella che noi definiamo un’insana gestione da parte del rappresentante periferico dell’Amministrazione penitenziaria”.
Per risolvere il problema delle carceri sovraffollate e/o fatiscenti non è necessaria l’amnistia, come avrebbero voluto, per interesse diretto, i radicali (per fortuna tutti tronùmbati) basterebbe utilizzare quelle nuove mai utulizzate.
Striscia la Notizia si è occupata più volte del problema ed ha fatto vedere decine di istituti di pena nuovi di zecca, mai utilizzati, che stanno deperendo per il vandalismo dei soliti ignoti.
Il problema è un altro, che tutti tacciono.
Manca il personale.
Gli insensati e ciminali provvedimenti di Monti, che ha tagliato i fondi per il personale, stanno portando il settore carcerario (come tutti gli altri pubblici) al collasso.
Invece di parlare di “luci ed ombre” l’Avv. Severino dica la verità e la smetta con sidcorsi privi di senso.