Presentato alla Provincia il movimento "Cambiare si può", nato da un appello sottoscritto da Luciano Gallino, don Gallo, Luigi De Magistris, Antonio Ingroia e altri esponenti della società civile
«Il sistema sta andando a pezzi. A fronte di ciò non è più possibile stare a guardare o limitarsi alla critica». Con queste parole, scritte in neretto sul foglio dell'appello indirizzato a tutti i cittadini, si possono sintetizzare due dei pilastri del neonato movimento “Cambiare si può” di intellettuali ed esponenti della società civile come don Gallo, il sindaco di Napoli Luigi De Magistris e il magistrato Antonio Ingroia. Il terzo pilastro emerge chiaramente dal resto del documento e dalle parole degli organizzatori della prima assemblea pubblica che si è tenuta a Messina per presentare la nuova forza politica, ed è la netta opposizione alla cosiddetta "agenda Monti". Il programma è spiegato in dieci punti, che mirano a rivoluzionare le politiche messe in atto finora dal governo dei tecnici abbattendo le spese militari in favore della scuola pubblica, tassando maggiormente i redditi più elevati e abbattendo i costi della politica. Dall'11 al 21 dicembre gli aderenti si incontreranno in tutta Italia per dare volto e concretezza a questa iniziativa, per cercare di superare gli ostacoli che già da ora sono grossi come montagne. Il primo scoglio è quello delle prossime elezioni politiche. Occorre raccogliere le firme perché gli “arancioni” si possano presentare (nella circoscrizione della Sicilia orientale ne servono circa 4500). E nel contempo bisogna definire chiaramente l'identità di quello che non vuole essere un partito e si ripara dalle infiltrazioni dell'ultima ora, ma che allo stesso tempo ha bisogno come il pane di strutture sul territorio ed è calamita naturale dei delusi dei partiti di sinistra. Tant'è che all'assemblea si presentano diversi profughi da Sinistra ecologia e libertà e da Rifondazione Comunista, come Gino Sturniolo (candidato lo scorso 28 ottobre all'Assemblea regionale da indipendente ma in area “Rifondazione Comunista”) e Alfredo Crupi di Rifondazione – solo per citarne due. E infatti durante la nomina dei coordinatori, che dovranno occuparsi di organizzare le prossime mosse, scoppia la polemica: troppi sono vicini a Rifondazione o hanno incarichi nel partito di Ferrero (l'unico ad avere appoggiato dai vertici alla base il movimento di De Magistris e Ingroia). In più, a giocare in sfavore degli "arancioni", ci sono i tempi strettissimi per presentarsi. I dubbi sul futuro, infatti, sono ancora tanti e c'è chi ritiene un passo troppo azzardato correre alle politiche senza avere prima risolto i problemi sull'identità del movimento e sull'organizzazione interna. La parola adesso passa al web. Sulla pagina del movimento i cittadini possono fare le loro proposte in attesa della seconda assemblea nazionale a Roma, aperta a tutti i simpatizzanti. (Ilaria Raffaele)