Si è protratta fino a tarda notte la serata di spettacoli e concerti organizzata dal Teatro Pinelli e organizzata sul palco del Vittorio Emannuele occupato domenica sera. Grande interesse da parte dei cittadini, mentre l'assessore Perna annuncia che oggi stesso verrà approvata dalla Giunta al delibera sul laboratorio dei beni comuni.
“Ma sono nato qui, non posso vivere ,lontano dalle vie di terre libere, e puoi sfidare il mare, dimenticar l'odore, di terra che è bruciata dal sole e dal dolore, dal sole e dal terrore…”
“Terre libere”, la canzone del cantautore barcellonese Toti Poeta, dedicata alle difficoltà della terra natia che non possono, però, cancellare l’amore dei suoi figli, suonata insieme a Mimì Sterrantino dal palco del Vittorio Emanuele assume un significato emblematico, una sfumatura emotiva ancora più intensa. Era stata cantata anche sul palco dell’ex teatro in fiera aperto dopo diciassette anni, di fronte la platea devastata, il Vittorio Emanuele non è abbandonato ma è un'altra ferita aperta per la città di Messina a causa dell’immobilismo a cui è costretto, frutto dei tagli si, ma anche di una gestione sbagliata, come denunciano da anni maestranze e lavoratori. Tantissimi cittadini si sono stretti più volte commossi intorno ai maestri orchestrali nei loro numerosi concerti di protesta, anche per strada, quando si apprese la notizia che il teatro storico della città rischiava di fermarsi, addirittura di chiudere.
Ieri sera, nel teatro occupato dai ragazzi di un altro Teatro, il Pinelli, nato dall’occupazione di quello in Fiera oltre un anno fa, i cittadini sono accorsi di nuovo, a godere degli spettacoli offerti e di quel teatro di cui l’intera città sente la mancanza, che per una sera è tornato a funzionare. E poco importa se sul palco non c’era un’opera ma la vivacità di Toti Poeta, Mimì Sterrantino e del gruppo Bih Mimma, preceduti dalla lettura di un estratto dell’Erostrato di Sartre da parte dell’attore Alessio Bonaffini e dall’attrice Eleonora Bovo che recitato brani dell’Antigone, insieme al concerto di Giovanni Renzo e alla performance di Pierfrancesco Mucari, Giorgia Di Giovanni e Mantilla .
L’ultima in ordine di tempo, la più clamorosa delle cosiddette ztl- zone temporaneamente liberate: dopo la galleria ex Inps, la galleria Vittorio Emanuele, la cappella sconsacrata vicino alle scale “mobili-immobili” di via peculio frumentario e il Parco Aldo Moro, quella del Teatro Vittorio Emanuele, inaspettata, se si considera che giunge proprio la sera dello sgombero dell’ex casa del Portuale, dove “alloggiava” il Pinelli dopo l’altro sgombero, quello del Teatro in Fiera il 14 febbraio scorso. “Il Teatro Vittorio Emanuele al momento non ha né una stagione di prosa, né una di musica, dopo anni di mala amministrazione, è stato appena creato un nuovo c.d.a – dichiarano i membri del Pinelli- Quest'occupazione segna l'inizio di un percorso in cui i lavoratori della cultura e i cittadini desiderosi di un reale cambiamento camminano insieme, decisi a riprendersi i propri diritti per anni negati da governi abili solo a devastare, saccheggiare la ricchezza sociale e collettiva”.
Nel frattempo, l’assessore alla cultura Tonino Perna, partecipando all’assemblea cittadina di ieri sera, ha redatto un vero e proprio crono programma degli interventi che la giunta si ripropone per rilanciare gli spazi sociali a Messina, la cultura e le tematiche dei beni comuni in generale. Come suggerito dallo stesso Ugo Mattei, celebre giurista padre fondatore insieme a Stefano Rodotà di quello che viene definito il “nuovo diritto” dei beni Comuni, che auspicava tempi rapidi da parte della giunta per l’approvazione della delibera che sancisce un regolamento comunale dei beni comuni, Perna ha fatto sapere che verrà votata oggi pomeriggio. Dopo alcune vicissitudini – come l’errore di presentarla in consiglio comunale anziché porla come una delibera di Giunta, rischiando così di creare un doppione della decima commissione, dedicata ai beni comuni, appunti, dal momento che la delibera parla di un “laboratorio”sui beni comuni – il giorno sembra essere finalmente arrivato.
Desta preoccupazione, inoltre, la conservazione del murales dello street artist italiano di fama mondiale conosciuto come “Blu”, che nel corso dell’estate scorsa ha regalato a Messina una sua opera, dopo averle disseminate in tutte le città del mondo: ha dipinto, infatti, la facciata dell’ex Casa del Portuale. Dell’opera a suo tempo, si era interessato anche l’ex assessore alla cultura Sergio Todesco, ipotizzando di interpellare anche la Sovrintendenza dei beni culturali e artistici. Intanto, gli attivisti fanno notare come: “La ex casa del portuale, nella zona della stazione marittima di Messina è stata protagonista del dibattito politico negli ultimi mesi: prima perché al centro di una area di beni dismessi del patrimonio comunale (ex mercato ittico, dogana, magazzini generali, ex silos)”.
Più volte, inoltre, consiglieri comunali di cambiamo messina dal basso e pezzi della giunta sono arrivati a rivendicare il ruolo costruttivo del Pinelli nell’incubazione della campagna elettorale che ha portato alla vittoria di Accorinti. Un ruolo importante, nel tessuto sociale cittadino, dunque, quello del Teatro Occupato, riconosciuto dai diversi enti e partiti che hanno espresso solidarietà alla notizia dello sgombero , dal Sel a Rifondazione, da Cambiamo messina dal Basso al circolo Arci Thomas Sankara, passando per il Movimento 5 Stelle, la cui deputata Valentina Zafarana ha assistito alle operazioni di sgombero in solidarietà con gli occupanti. Diversi anche i commenti all’accaduto, tra i quali anche quelli del deputato nazionale Enzo Garofalo e del consigliere comunale di centro destra e capogruppo Giuseppe Trischitta.
L’occupazione del Teatro Vittorio Emanuele è stata temporanea, come dichiarano gli attivisti stessi che oggi sono tornati a dormire nelle loro case, aggiungendo, però, di avere la ferma intenzione di fare in modo che questo luogo acquisti il ruolo di fulcro del confronto sociale e fucina di idee artistiche e culturali che li spetta. (Eleonora Corace)
Bravi ragazzi!
che hanno molte cose da fare vedo