La consigliera comunale chiede chiarimenti sugli incrementi negli abbonamenti, anche a pacchetto: "Gli aumenti erano stati annunciati solo per i biglietti, invece così si penalizzano gli spettatori fidelizzati"
“I numeri non quadrano, c’è qualcosa che non va”. Carte e calcolatrice alla mano la consigliera comunale Lucy Fenech ha notato alcune anomalie nei prezzi degli abbonamenti per la stagione del Teatro Vittorio Emanuele.
A spingere la consigliera a scrivere al primo cittadino è la differenza da lei riscontrata tra gli annunci e i provvedimenti votati dal Cda in merito agli aumenti dei biglietti e l’effettiva entità di tali incrementi in base a quanto pubblicato sul sito ufficiale del Teatro. Come si ricorderà infatti lo scorso mese, nel dare il via libera al bilancio preventivo ed alla stagione artistica 2016-2017, i revisori dei conti approvarono l’aumento del 20% del costo dei biglietti, per equipararlo a quello degli altri teatri dell’isola “rimanendo inalterati i prezzi degli abbonamenti- si legge nel verbale- rispetto alla stagione precedente”. In quello stesso verbale però, in allegato, il sovrintendente Bernava nella sua relazione, scriveva: “A partire dalla prossima stagione il Cda ha deliberato un aumento del 20% dei biglietti e di conseguenza stiamo gradatamente riportando il costo degli abbonamenti ad un prezzo livellato con la media degli altri teatri. Pertanto per la campagna 2016-2017 prevedendo un numero di abbonati superiore del 15% rispetto alla passata stagione intendiamo praticare un aumento minimo del prezzo medio degli abbonamenti”.
Nello stesso verbale quindi ci sono due posizioni discordanti: i revisori fanno riferimento al mantenimento del vecchio costo di abbonamento, mentre Bernava parla di aumento minimo. O i revisori non hanno letto attentamente quella parte o erano contrari all’aumento. In entrambi i casi però il Cda ha approvato il provvedimento senza accorgersi della discrasia che invece la Fenech ha notato e per la quale ha presentato un’interrogazione al sindaco.
“Ma le anomalie non sono solo queste- ha spiegato Lucy Fenech in conferenza stampa- Successivamente a questa deliberazione del Cda ho controllato le cifre previste per la campagna abbonamenti e pubblicate nel sito. E ho riscontrato notevoli aumenti nei biglietti e negli abbonamenti, ben oltre il 20%. Ripeto, i revisori scrivevano che non dovevano effettuarsi aumenti negli abbonamenti, Bernava annunciava aumenti minimi, il Cda ha approvato quella delibera. Ma alla fine gli incrementi sono di gran lunga superiori. Per non parlare del fatto che vengono invece previste riduzioni del 30% per i club service come il Cral, mentre per gli anziani il 20%. Mi chiedo il perché di queste differenze”.
La Fenech fa alcuni esempi concreti basandosi sui costi pubblicati sul sito del Teatro. L’abbonamento per l’intera stagione (32 spettacoli) costa in Platea 448 euro, contro i 390 del 2015, con un incremento del 15%. In Galleria si passa dai 336 euro del 2015 ai 320 di quest’anno con una riduzione quindi del 5%, anche se, nella delibera dei fine settembre si ipotizzava un aumento a 350% (con un incremento del 4%).
In II Galleria però si passa dai 130 euro del 2015 ai 154 euro, quindi un aumento del 20%, ed è andata bene perché nella delibera iniziale si prevedeva un aumento a 270 euro, pari al 107%. Ci sono quindi alcune stranezze dal momento che mentre si riduce in I Galleria si aumenta la cifra in II.
Analoghe anomalie la consigliera le ha riscontrate con gli abbonamenti a carnet.
Per il pacchetto da 8 spettacoli ad esempio, l’abbonamento in Platea era nel 2015 155 euro e diventa 224 euro, con un aumento del 45%, I Galleria da 133 euro a 160 euro, in II Galleria dai 38 euro del 2015 ai 77 euro (aumento del 103%).
Per il carnet da 18 spettacoli si è passati da un abbonamento in Platea da 270 euro del 2015 a 378 euro, pari ad un aumento del 40%, mentre I Galleria passa dai 216 dello scorso anno ai 270 euro (anche qui 40% in più),e II Galleria da 80 euro a 130 euro con un incremento del 62%.
“In realtà nel verbale dei revisori gli aumenti in alcuni casi erano anche più elevati, ad esempio il pacchetto di 18 spettacoli in II Galleria aumentava da 80 euro a 240, poi però nel sito del Teatro risulta 130. C’è da chiedersi con quali criteri siano stati presi questi provvedimenti e quanta confusione c’è”.
Stando alle carte della Fenech i più penalizzati, paradossalmente sono gli spettatori della II Galleria, alle prese con aumenti fino al 100%. Solitamente chi va in II Galleria lo fa per motivi economici e se davvero è questa la politica del teatro per aumentare gli spettatori è una strategia alquanto bizzarra, soprattutto in una città in piena crisi economica come Messina.
Il sovrintendente Bernava spiega: “Non deve parlare con me la consigliera ma con il Presidente Puglisi e con il Cda che hanno deliberato gli aumenti. Per quel che riguarda i raffronti con il passato occorre vedere il numero degli spettacoli in abbonamento. I paragoni si devono fare con pacchetti di ugual numero di spettacoli, altrimenti i conti non tornano”.
Rosaria Brancato