"Volevo un caffè, mi sono ritrovata un carcinoma. Ma la prevenzione mi ha salvato la vita"

“Volevo un caffè, mi sono ritrovata un carcinoma. Ma la prevenzione mi ha salvato la vita”

Alessandra Serio

“Volevo un caffè, mi sono ritrovata un carcinoma. Ma la prevenzione mi ha salvato la vita”

mercoledì 26 Marzo 2025 - 07:00

Storia di Paola, che ha scoperto quasi per caso di essere malata ed è stata curata in fretta. L'appello alla prevenzione di Cassa forense

Paola è un’avvocata di 47 anni, studio al centro di Roma, due figli alla soglia dell’adolescenza e un marito. Lei è cresciuta con a Giarre con la famiglia, suo papà e il fratello lavorano a Messina. Il suo cuore siciliano vibra nel sorriso e nella voce quando racconta di un carcinoma mammario alle spalle come se fosse un intoppo qualunque, ormai dimenticato. O meglio, la sua emozione, il peso di quel vissuto comunque drammatico, non superano mai la forza che trasmette e che le ha permesso di andare avanti e vincere la battaglia più grande.

Una battaglia vinta grazie alla prevenzione, anzi a una diagnosi precoce. Ecco perché oggi Paola è tra le testimonial della Carovana della Salute, il progetto promosso da Cassa forense per la salute di avvocate e avvocati che il prossimo 31 marzo farà tappa a Messina.

L’incontro col Caravan della salute

Tutto comincia nel 2018, racconta Paola. “Un mio caro amico e collega, l’avvocato Andrea Borgheresi (oggi delegato Cassa forense, ndR), mi invita allo screening all’epoca da lui promosso con Cassa forense. L’ultimo mio controllo risaliva a circa 7 anni prima e non aveva rilevato nulla. Io non ho casi di familiarità, avevo allattato i miei 2 bimbi con serenità, non avevo fastidi. Ci vado, quindi, con lo spirito di chi aderisce all’iniziativa di un amico e ne approfitta per prendere un caffè con i colleghi. Invece effettuo la mammografia, passo alla ecografia e, mentre l’ecografista “manovra”, la faccia cambia. E la mia vita. Lui capisce subito che c’è qualcosa che non va, qualcosa di serio, e mi invita a contattare una dottoressa del Policlinico Gemelli, che era la struttura d’appoggio dell’iniziativa. Per caso scopro che si tratta anche di una mia amica e, rassicurata da questa cosa, mi affido a lei per gli approfondimenti diagnostici, che vengono fatti celerissimamente”.

Diagnosi lampo e cure tempestive

Il controllo risale infatti alla fine del settembre 2018 e a inizio novembre Paola era già stata operata, a dicembre ha cominciato la radioterapia e lo scorso anno è stata dichiarata ufficialmente guarita. “Quella iniziativa, quella diagnosi precoce, mi hanno permesso un trattamento rapidissimo e mi hanno salvato la vita. La trafila oncologica è stata drammatica e pesante, come per tutti, ma è alle spalle e io ho cercato di affrontarla con lo spirito migliore che potessi avere”.

L’importanza della prevenzione

“Se avessi anche effettuato la prevenzione, probabilmente, il percorso post operatorio sarebbe stato più leggero di quello che ho vissuto”, spiega ancora Paola, che per questo fa appello a tutte le donne ai controlli regolari e ad approfittare di tutte le iniziative come quelle promosse da Cassa Forense.

Le battaglie di una donna

Se si guarda indietro e pensa ancora a quel momento, Paola racconta di un prima e dopo che riguarda tutti i pazienti oncologici, già guariti o no. “La parola morte entra nella tua vita, pensi che tutto ha una “scadenza”, la tua prospettiva sulla vita cambia radicalmente per sempre. Questo anche se, a proposito di questa esperienza, secondo me è sempre più utile raccontare della vita, anziché della malattia”.

Ed è questa la scelta che ha fatto Paola, quel 2018 scendendo da quel Caravan della Salute che le ha permesso di curarsi e continuare a vivere. “Davanti a questi eventi drammatici hai due strade: o finire schiacciata o farvi fronte, e io quello ho fatto. Ho continuato a lavorare, andavo alla radio nella pausa pranzo da studio, sono andata a tutti i controlli e le terapie da sola per non rischiare di dovermi caricare anche del dolore della mia famiglia. I miei figli non lo hanno mai saputo, prima dello scorso anno. Ricordo che sono andata a sottopormi a una seduta di chemio e all’uscita mi sono catapultata alla festa per i sei anni di uno di loro. Lo scorso anno invece gliel’ho svelato, ho capito che era giusto condividerlo con loro. Mi ha colpito la reazione del più grande, che adesso ha 12 anni. “Dai mamma, stai tranquilla, è tutto finito adesso”, ha detto. Ha sentito l’esigenza di rassicurarmi”.

4 commenti

  1. Bellissima storia davvero…. peccato che ho fatto la mammografia l’altro ieri e mi hanno detto di approfondire con una ecografia. Ho chiamato ieri per prenotarla: giugno 2026. Alla faccia della prevenzione celere….

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  2. Mai si parla di prevenzione maschile, figurarsi di violenza contro gli uomini o prevaricazione o denigrazione psicologica, figurarsi…

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  3. Buona cosa la prevenzione ma…….. deve essere seguita poi da esami in tempo non come per fare una risonanza ecc. un cittadino deve aspettare oltre un anno ( anche se la morte e la vita sono nelle mani di Dio ) ma per condurre poi una vita piu’ serena senza tanti pensieri.

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  4. Prevenire consiste anche nel non assoggettarsi alla sperimentazione di sostanze spacciate per salvavita e rivelatesi inutili e dannose.

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