“I ragazzi e le mafie-- Indagine sul fenomeno e prospettive di intervento

“I ragazzi e le mafie– Indagine sul fenomeno e prospettive di intervento

Redazione

“I ragazzi e le mafie– Indagine sul fenomeno e prospettive di intervento

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lunedì 25 Febbraio 2008 - 18:06

Seminario sui ragazzi di mafia

Ieri al salone dell’Istituto Centrale di formazione di Messina si è svolto il convegno “I ragazzi e le mafie- durante il quale è stato presentato il testo “I ragazzi e le mafie– Indagine sul fenomeno e prospettive di intervento- a cura dell’Istituto Centrale di Formazione di Messina; ed.Carrocci 2008.

Attraverso una ricerca condotta presso i Servizi della Giustizia Minorile, l’Istituto Centrale di Formazione di Messina -ha voluto dare “visibilità- ai ragazzi delle mafie, chiamati a fare a meno della loro giovinezza, dei loro sogni ed emozioni, divenendo essi stessi prime vittime di mafia-. (M.Malara).

Interessanti, in questa parte, anche i dati statistici riguardanti l’appartenenza mafiosa dei minori coinvolti, collegati con gli interventi dei servizi della Giustizia Minorile (N.Ioppolo-C.Magistro).

Isabella Mastropasqua presentando il testo, ha voluto sottolineare come -occorre saperne di più, esaminando tracce, incontrando ciò che i saperi esperti hanno ricercato ed analizzato, recuperando, apprezzando e condividendo ciò che i saperi esperienziati di operatori e servizi hanno curato fino ai nostri giorni, per fronteggiare il dramma della criminalità organizzata-.

Facendo tesoro delle narrazioni e delle riflessioni conosciute e ri-conosciute durante l’esperienza formativa all’ICF di Messina dal 2002 e 2005, il libro sottolinea -la forza dell’educare …contro l’educare delle mafie (M.Schermi),educare che offrendo una nuova proposta educativa, ha dato voce ad operatori e ragazzi della Giustizia minorile, (M.G. Castorina), divenuti cantori di storie, educare capace di prestare ascolto ai bisogni di quei ragazzi traditi dalle violenze mafiose.-

Tutto questo, sul tessuto offerto da una formazione che ha voluto far conoscere -il sentire mafioso ….(G.Lavanco) che depriva i ragazzi dalle loro emozioni e bisogni affettivi ai quali di certo la mafia non sa e non può rispondere-.

Da sempre, la mafia ha utilizzato l’ordine simbolico, i valori, le relazioni interne alla famiglia nella realtà mediterranea e siciliana, come modello di fondazione dell’organizzazione criminale stessa…e il sentire mafioso non è soltanto l’adesione alla criminalità, bensì la condivisione, anche inconsapevole, dei suoi valori. Valori quali il silenzio e la rassegnazione.

-Per non rischiare di indebolire gli interventi sociali, occorre far conoscere di più, cercando di attuare un cambiamento nei luoghi della vita quotidiana, così riuscendo a far ascoltare e conoscere altre voci, mistero e false visioni, potranno apparire nella loro forma reale…-(L.Regoliosi)

I minori che crescono nel clima della mafiosità, dove le giovani menti vengono manipolate, dove l’organizzazione criminale li domina, li usa, li plasma all’illegalità, togliendo loro ogni principio del vivere civile, divengono vittime assolute, i principali protagonisti di una realtà dolente e complessa nella sua normalità: cronache di spaccio, estorsioni, minacce e rapine, delitti e vittime dove l’educazione alla violenza è l’unica arte alla sopravvivenza.

IL seminario è stato senza dubbio un momento di confronto interessante e proficuo di conoscenza , soprattutto perché erano presenti molti studenti delle Scuole cittadine, che hanno potuto ascoltare le voci di testimonianza degli autori del testo e di esperti come il Procuratore Antimafia di Palermo Antonio Ingroia, da anni in prima linea per combattere mafia e sentire mafioso, che ha toccato il cuore degli studenti quando ha ricordato il sacrificio di Rita Atria, adolescente che aveva deciso coraggiosamente di collaborare con la Giustizia pur appartenendo ad una famiglia mafiosa, dalla quale era stata ripudiata.

Rita si suicidò dopo la morte di Paolo Borsellino, nel quale aveva trovato quel tanto desiderato riferimento affettivo, non riuscendo a sostenere dopo l’uccisione del giudice, la solitudine, la paura,l’abbandono e l’impotenza, la ribellione ad un sistema infame, che non lascia spazio ai sentimenti .

Il testo “Adolescenti e mafie- – è basilare per conoscere e comprendere a fondo la visione mafiosa legata alle storie dei ragazzi entrati nel circuito penale della Giustizia Minorile, e la ricerca curata dagli operatori dei servizi minorili e dall’ICF di Messina, permette di conoscere l’aspetto drammatico di una realtà paradossale insito nella forza carismatica che il modello criminale esercita nell’immaginario dei minori e degli adolescenti, che cercano una propria identità…mentre la mafia continua ad uccidere le anime di quei ragazzi costretti per vivere “a sopravvivere-, sfruttati come manovalanza del crimine e violentati nel loro diritto di essere bambini e divenuti grandi troppo in fretta con l’anima zoppa…

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