-Concordo pienamente con quanto segnalatomi dagli Ordini degli Ingegneri ed Architetti. Condivido la necessità di una riperimetrazione delle zone Zps. Sicuramente la situazione attuale paralizza l’attività edilizia e penalizza lo sviluppo del territorio messinese-: sembra una dichiarazione dell’ex assessore all’Urbanistica Catalioto. Invece a prendere questa posizione, tutta politica, è il commissario al Comune Sinatra. L’aveva anticipato in un’intervista e, a questa, ha fatto seguire una iniziativa, politica anch’essa, insieme al presidente della Provincia: mettere in campo avvocati e azione legale per -prosciugare- la Zona a protezione speciale -Dorsale dei Peloritani-.
Aver lavorato lungamente per l’assessorato regionale al Territorio avrebbe dovuto far riflettere il commissario: la perimetrazione della Zps messinese fu decisa dall’assessore di Forza Italia Cascio, per evitare le sanzioni da 100.000 euro al giorno dell’Unione europea. La cosiddetta riperimetrazione – anche questo dovrebbe essergli noto – va supportata da dati scientifici e poi riproposta al Ministero per l’Ambiente e nuovamente all’Unione europea. In ogni caso si tratta di una iniziativa politica: ma Sinatra non è stato mandato a Messina per gestire l’ordinaria amministrazione?
La Rete di ecologia sociale-Verdi denuncia fermamente quest’ingerenza da plenipotenziario: Sinatra non è il sindaco eletto dalla popolazione messinese, non ha alcun mandato politico per calare una mano pesante di cemento sui monti Peloritani e sulle colline retrostanti la città. Al contrario, da ex buon funzionario dell’assessorato al Territorio, dovrebbe ricordare alla -sua- Regione il dovere di procedere alla formulazione del piano di gestione della Zps, finora abbondantemente eluso.
Adesso si capiscono bene le sensibilità del commissario Sinatra: non risulta sia stata azzerata la commissione per la valutazione di incidenza ambientale nominata fiduciariamente da Genovese con determina sindacale del 17 agosto, che pure la Rete di ecologia sociale-Verdi gli aveva segnalata; non fissa alcun appuntamento al Coordinamento Mangiafuoco, che pure gliel’ha richiesto per discutere di come prevenire concretamente gli incendi.
Queste fin qui potrebbero essere solo questioni di forma: la sostanza è che il commissario si schiera politicamente con chi vuole continuare a fare scempio del territorio messinese, costruendo anche in assenza totale di crescita demografica della città, nell’incapacità di pensare a un modello di edilizia in grado di confrontarsi con il riuso dell’esistente, della sua messa in sicurezza anti-sismica, della riqualificazione o addirittura della sostituzione dell’edilizia degradata, che certo non manca nel 30% del territorio comunale non -coperto- dalla Zps.
La Rete di ecologia sociale-Verdi fa appello al Prefetto perché verifichi l’attività del commissario al Comune di Messina e sostiene qualsiasi iniziativa di indirizzo alla magistratura dovesse partire dalle associazioni ambientaliste.
Giuseppe Restifo, portavoce della Rete di ecologia sociale-Verdi
(Nella foto Giuseppe Restifo)