La storia del Commissario Calabresi
“Abbiamo poco tempo
per sfruttare le conoscenze acquisite…
dopo tutto sarà dimenticato,
di nuovo scenderà la nebbia.
Perché le informazioni invecchiano e i metodi di lotta devono essere
continuamente aggiornati…-
G. Falcone
Ieri sera alla trasmissione Ballarò si fatta un buona televisione, lontana certamente dall’arena politica degli ultimi giorni.
E’ stato presentato il libro di Mario Calabresi, figlio del Commissario giustiziato dai terroristi, negli anni di piombo.
Alcune parti del libro sono state lette magistralmente da Luca Zingaretti, con un’interpretazione che ha toccato il cuore.
Mario Calabresi ha raccontato i suoi ricordi di bambino, cresciuto nel dolore di una tragedia familiare causata da qualcosa che non ha e non può avere giustificazioni.
Pagine di commovente narrazione, ricordi personalissimi che meritano un rispetto solenne, totale lontananza da polemiche politiche e giuridiche, caratterizzano questo testo, che va letto tutto d’un fiato e che aiuta a riflettere, a far conoscere e non dimenticare chi ha lavorato per lo Stato, dedicandone totalmente la vita e perdendola.
Pagine di immagini familiari, di emozioni di un bambino, di un giovane, di un’adolescente, di una madre e moglie eccezionale, di una famiglia perbene, che ha atteso e attende giustizia, e che ha sempre con grande dignità, sottolineato l’integrità di Luigi Calabresi, estraneo a delle accuse infamanti per le quali, lui giovane Commissario, è divenuto il capro espiatorio più facile da individuare.
Ai tempi dell’omicidio Calabresi, ero un bambina di 10 anni, interessata dal telegiornale, che seguivo ogni sera con mio nonno.
Questa notizia mi sconvolse, avevo visto inquadrati i figli piccoli e la giovane moglie del commissario…ed ebbi paura.
Ricordo che il nonno, si accorse del mio turbamento e cercò di allontanarmi, ma io volevo sapere e capire, educata nel rispetto dei valori nazionali e della Giustizia…..
Durante gli anni, questo ricordo di bambina, mi ha segnato molto e sempre ho continuato a seguire le lungaggini scandalose dei vari processi…
Ieri sera, mi sono commossa nell’ascoltare quei ricordi, intercalati dalle testimonianze di altri orfani del terrorismo, figli di chi è stato ucciso, certamente non per un ideale politico o di vita, come ha sempre sostenuto e fatto credere il terrorismo di quegli anni, che assoldava giovani manipolandole le menti e plasmandoli alla violenza “della lotta armata-. Di Destra o Sinistra, che fosse, era solo barbarie.
Voglio ringraziare Mario Calabresi per il suo coraggio e per l’altissima dignità con la quale ha narrato la sua storia difficile. Grazie Mario.