Il Consiglio respinge la delibera sull'incompatibilità e ineleggibilità. Occhi puntati sul ruolo del deputato regionale De Leo e sugli assenti
MESSINA – C’era una volta la maggioranza a sostegno di Basile e agli ordini di De Luca. C’era e non c’è più. Ancora di più dopo il voto di ieri su Maurizio Croce. Il Consiglio comunale, con 13 no e 12 sì, in un’aula con appena 25 presenti su 32, ha respinto la delibera sulla decadenza del consigliere per incompatibilità e ineleggibilità. Ma che cosa è successo? Grazie alle assenze nella maggioranza, viene sconfitta la posizione del presidente del Consiglio comunale, Nello Pergolizzi, tra pareri, deduzioni e controdeduzioni.
Erano assenti il diretto interessato, il capogruppo Trischitta (aveva un impegno di lavoro a Roma), Milazzo, Mortelliti e Di Ciuccio per la maggioranza; Vaccarino per il centrodestra e Caruso, della Dc, andato via durante il dibattito per motivi personali. Secondo indiscrezioni, alcune assenze tra i sostenitori del sindaco sarebbero dovute all’indicazione del deputato regionale di Sud chiama Nord, Alessandro De Leo, in possibile rotta di collisione con il leader De Luca.
Russo: “Farò ricorso in Tribunale”
Nel frattempo, ecco il commento di Alessandro Russo, ex consigliere del Partito democratico e che potrebbbe subentrare se dovesse decadere l’ex candidato sindaco: “Il Consiglio comunale ha votato ritenendo che Maurizio Croce non fosse ineleggibile. Al netto di ogni altra valutazione politica su come stanno le cose, su cui ci si vedrà in altra sede, ribadisco che le previsioni di legge parlano chiaro e sono a nostro parere incontrovertibili. Ragione per cui, nelle prossime ore presenterò ricorso al Tribunale di Messina per dichiarare la condizione di ineleggibilità sopravvenuta e conseguente incompatibilità nel ruolo di consigliere comunale di Messina di Maurizio Croce. C’è pur sempre un giudice a Berlino, lo dice la storia”.
Rimangono le due delibere sulle assenze eccessive del consigliere, una da parte del dipartimento guidato dalla dottoressa Laura Strano e l’altra dal Pd. Una volta accorpate, saranno discusse martedì 12 marzo. Sul piano politico, invece, una certezza: più che affidarsi al parere dell’Avvocatura dello Stato o alle controdeduzioni presentate dal legale di Croce, una parte dei consiglieri ha seguito logiche estranee al merito della questione. E si confermano le fibrillazioni all’interno del mondo che fa riferimento a Sud chiama Nord, tra l’Ars e Palazzo Zanca.