Il monitoraggio degli scienziati dell’INGV nel frattempo continuerà, con l’impiego di strumentazioni più sofisticate
Meno famosa dei conosciutissimi Etna, Stromboli e Vesuvio, l’isola di Vulcano è sempre stato un vulcano attivo, in stato di “quiescenza”. Ciò significa che sebbene l’ultima eruzione sia avvenuta nel 1888 – 1890, il vulcano non ha mai cessato di dare prova della propria vitalità, ed ancora oggi si osservano differenti fenomeni, quali fumarole, getti di vapore sia attorno il cratere, che sottomarini, e la presenza di fanghi sulfurei dalle apprezzate proprietà terapeutiche. Si tratta della seconda isola, dopo Stromboli, a presentare ancora una attività vulcanica Dall’ultima eruzione, nel 1888-1890, Vulcano è entrato in uno stato di diffusa attività fumarolica, visibile sulla spiaggia di Porto di Levante e sul cratere della Fossa di Vulcano, accompagnata da terremoti e da rigonfiamenti dei fianchi del cono.
Cosa sta succedendo al vulcano?
Nel corso dell’estate, ed in particolare a partire dal mese di settembre, i sistemi di monitoraggio dell’INGV hanno messo in evidenza la variazione di alcuni segnali geofisici e geochimici registrati a Vulcano, in particolar modo quelli legati all’attività del sistema idrotermale che alimenta le fumarole del cratere della Fossa. In particolare, la temperatura dei gas emessi dalle fumarole sull’orlo craterico è aumentata e la composizione dei gas mostra un aumento di CO2 e SO2 (anidride carbonica e anidride solforosa). Anche la microsismicità locale legata alla dinamica del sistema fumarolico ha mostrato un aumento negli ultimi giorni.
Pennacchi di vapore dal cratere
Inoltre, sempre oggi, in mattinata, con l’assenza di vento e l’umidità dell’aria molto alta (>90%) si è formato un pennacchio di vapore davvero alto, ben visibile dalle coste tirreniche del messinese. Un fenomeno davvero inusuale per l’isola. Questo incremento dell’attività vulcanica ricorda, per certi versi, la crisi che avvenne alla fine anni 80, inizio anni 90, quando si registrò un improvviso aumento di tutti i parametri vulcanici, con la preoccupazione degli esperti per una eventuale eruzione. Alla fine quell’episodio si concluse all’inizio degli anni 90, senza alcuna eruzione. Al momento è davvero molto difficile sbilanciarsi, visto che è troppo presto per capire se effettivamente il rischio di una eruzione si possa fare concreto. Il monitoraggio degli scienziati dell’INGV nel frattempo continuerà, con l’impiego di strumentazioni più sofisticate.
Possibile passaggio all’allerta gialla?
L’evoluzione della situazione viene tenuta sotto controllo dal Dipartimento Regionale della Protezione Civile, che assieme ai vulcanologi dell’INGV tengono costantemente aggiornate le autorità locali. Sulla base delle informazioni raccolte dall’INGV, la Protezione Civile potrebbe emanare una “allerta gialla” per l’isola di Vulcano, che sostanzialmente vuol dire un incremento del monitoraggio. Il livello di allerta attenzione giallo, “indica che alcuni parametri geofisici e geochimici presentano anomalie o concatenamenti al rialzo impossibili da decifrare, e per tale motivo potrebbe essere necessario accentuare le attività di monitoraggio del vulcano”.