Walter Auditore, l'avvocato social da Messina a Santiago per il "cammino primitivo"

Walter Auditore, l’avvocato social da Messina a Santiago per il “cammino primitivo”

Giuseppe Fontana

Walter Auditore, l’avvocato social da Messina a Santiago per il “cammino primitivo”

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domenica 28 Luglio 2024 - 07:43

Da lunedì 12 giorni partendo da Oviedo, nel nord-ovest della Spagna: "Sono pronto, l'anno scorso andavo troppo di fretta. Il cammino è magico, ti fa riflettere"

MESSINA – Il cammino di Santiago di Compostela è un itinerario che ogni anno decine di migliaia di persone completano per un pellegrinaggio di centinaia di chilometri, tra natura e fede, alla riscoperta di se stessi. Diversi i messinesi che lo affrontano o lo hanno affrontato, tutti spinti da motivazioni diverse e con obiettivi svariati, a livello personale, religioso o professionale. Nulla di “strano”. C’è però un avvocato, Walter Auditore, che da Messina è sbarcato oggi a Oviedo per prepararsi a un cammino diverso da quel percorso francese lungo 800 km, il più celebre tra gli itinerari. Si tratta del “cammino primitivo”, che con quello più famoso ha in comune soltanto l’arrivo a Santiago.

Il “cammino primitivo”

Walter, che negli ultimi mesi alla sua attività di avvocato ha affiancato quella che potremmo definire da influencer legale, racconterà il suo cammino sul proprio profilo Instagram, sul quale di solito racconta e spiega aspetti tecnici di diritto, per chiarirli ai non addetti ai lavori (ed è seguitissimo, qui il profilo). Alla vigilia della partenza per Oviedo, cittadina nel nord-ovest della Spagna, il legale ha raccontato a Tempostretto: “Ci sono diversi cammini di Santiago. Io farò quello primitivo, che porta da Oviedo a Santiago ed è il primo che sia stato mai creato. Ci sono poi quello francese, quello del nord, quello portoghese, sono diversi. Questo è lungo circa 310 chilometri, più o meno, e si articolerà in 12 o 13 tappe, a seconda di come mi sentirò durante il cammino”. La partenza effettiva lungo il cammino sarà da lunedì 29 luglio, mentre il ritorno è già “prenotato per il 12 agosto. Dovrò riuscire a completare questo viaggio”.

L’esperienza del 2023

A spingere l’avvocato Auditore è stata anche la sua prima esperienza: “Sì, l’anno scorso è stata un’esperienza positiva. Ho affrontato il cammino francese, la parte finale, e mi è servita tanto per superare determinate difficoltà che stavo attraversando l’anno scorso e per ritrovare un po’ me stesso. Perché partire? L’anno scorso avrei avuto tanti motivi da raccontare. Quest’anno, invece, non ne ho. Il motivo è semplice: non mi sono posto nemmeno la domanda. Il cammino non dà quello che vuoi ma ciò di cui tu hai bisogno. Quasi mai le due cose coincidono”.

“Il cammino è un viaggio con se stessi e riscoprirsi mettendosi alla prova e ricollegandosi con la natura – ha proseguito Walter -. Ogni giorno nella quotidianità non ci rendiamo conto del tempo che passa e non apprezziamo ciò che ci circonda. Il cammino è un modo per ricollegarsi a tutto questo. Io sono un avvocato civilista e da quattro mesi ho un profilo Instagram su cui divulgo contenuti giuridici, non per gli addetti ai lavori ma per la gente comune. Sono pillole di diritto, diciamo, relative soprattutto al diritto condominiale. Uno dei miei slogan è che aiuto le persone a sopravvivere in condominio”.

Le difficoltà: “Preoccupano i dolori fisici”

Sul profilo Instagram l’avvocato racconterà stavolta anche il suo viaggio, per rendere partecipi i suoi migliaia di follower. L’avvocato Auditore ha poi parlato delle difficoltà: “Il punto più alto è 1.100 metri d’altezza tra boschi e colline, non ci sarà la stessa temperatura di qui. Lì 35 gradi si raggiungono due volte l’anno. Non mi preoccupa quindi il calo, ma i dolori fisici. L’anno scorso l’ultima tappa l’ho fatta zoppicando tra vesciche e tendinite. Se non fosse stata l’ultima avrei dovuto mollare e non avrei raggiunto Santiago. C’ho messo settimane a riprendermi”.

L’obiettivo: “Il cammino non finisce a Santiago”

Serve quindi un bel po’ d’allenamento: “Anche quest’anno ho fatto preparazione fisica, ma mi sono concentrato pure su quella mentale per cercare di gestire bene le forze durante tutto il cammino e cercare di arrivare nelle migliori condizioni possibili. L’anno scorso andavo troppo di fretta. Quest’anno voglio godermela un po’ di più e imparare a rallentare. Ma non ho alcuna aspettativa in particolare se non quella di cogliere i segnali che il cammino dà, perché è magico e fornisce tanti spunti di riflessione e miglioramento. Bisogna sottolineare però che non è che uno arriva a Santiago e torna nuova, come fosse un miracolo: dipende tutto da te. Si dice che il cammino non finisce a Santiago ma inizia a Santiago: è la vita, tra alti e bassi, gioia e dolori, bisogna andare avanti ognuno col proprio passo senza fare confronti con gli altri”.

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3 commenti

  1. Ma non capisco la novità!!!?!! riusciamo ad essere indietro di 50 anni anche in questo! Il cammino di Santiago, come la salita in cima del Tibet o delle Meteore in Grecia, o anche l’arrampicata notturna a piedi sino al cratere centrale dell’Etna per godere dell’alba in cima al mondo… facevano certamente notizia 50 anni fa, oggi che tutto è straorganizzato e qualunque percorso è visitato da migliaia di turisti che godono di tutta l’assistenza necessaria, qual è la novità!?!?!

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  2. Francesca Ferrara 29 Luglio 2024 07:34

    Il cammino di Santiago definisce un percorso spirituale che si sviluppa attraverso quello fisico. L’esperienza del “camino” si fonda a mio avviso su momenti di riflessione che maturano un senso via via più pronfondo della propria spiritualità che come tale rimane saldamente ancorata all’identità individuale. E allora é anacronistica tutta questa enfasi, questo sbandieramento del camminamento che non impressiona più di tanto. Non e in linea con il significato alto del pellegrinaggio; ma è questo lo spirito del tempo.

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  3. una volta queste esperienze erano interiori e spirituali, oggi ci facciamo intervistare da un quotidiano on-line.
    Bah.

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