L'ex amica era capace di intendere e volere al momento dell'aggressione alla messinese morta a Catania
Perizia consegnata al giudice per le indagini preliminari Maria Ivana Cardillo, con un responso chiaro: Daniela Agata Nicotrah non aveva alcuna patologia psichiatrica né disturbo al momento dell’accoltellamento di Ylenia Bonavera, la 26enne messinese morta in ospedale a Catania per le conseguenze della lite violenta con l’amica.
Così scrive il consulente del giudice Eugenio Aguglia sulla personalità della ragazza, così da non ” escludere o grandemente scemare l’imputabilità della perizianda”. La catanese, cioè, può essere imputata di omicidio, può partecipare cosciente al processo, non era incapace di intendere e volere neppure parzialmente, al momento della rissa in strada a Sn Cristoforo.
Adesso la “palla” torna ai pubblici ministeri Fabrizio Aliotta e Michela Maresca, che dovranno decidere come chiudere l’inchiesta, alla fine degli accertamenti. La perizia diventerà ufficialmente parte degli atti a metà del mese prossimo, con la chiusura dell’incidente probatorio davanti al GIP.
Agli atti, contro la ragazza, ci sono soprattutto i filmati girati con i cellulari dei diversi testimoni presenti alla scena: nei video, i frame delle ultime ore della giovane messinese dalla vita travagliata che arriva in Smart nella piazzola, scende per inveire contro l’amica, risale in macchina e viene aggredita da quest’ultima, poi prova ad allontanarsi. Arriverà agonizzante in ospedale, portata da un amico.
Ylenia si era trasferita a Catania da qualche anno per lavorare. Fuggiva da Messina, dove era sopravvissuta al tentativo del fidanzato di bruciarla viva. Ma il destino l’ha evidentemente inseguita.