La barca affonda e i potenti lasciano la città

La barca affonda e i potenti lasciano la città

La barca affonda e i potenti lasciano la città

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sabato 18 Ottobre 2008 - 09:19

Quattro anni di rivolta cosa ci hanno lasciato?

E’ finita! La rivolta antispagnola, che ha funestato la città per quattro anni, dal 1674 al 1678, si è conclusa.

La barca affonda e come spesso accade, chi può, cerca di salvarsi dandosi alla fuga. Le famiglie senatorie che in questi anni hanno cercato di monopolizzare il governo di Messina, sono fuggite, senza però lasciare il denaro accumulato con la loro politica vessatoria.

I podromi della rivolta, come molti ricorderanno, aldilà della crisi economica e dell’incapacità delle famiglie a tirare avanti, sono scaturite dal timore per il pressante potere centralizzatore esercitato dalla Spagna.

Si spiegano così la presa di posizione della città e il rifiuto di contribuire alle enormi spese resesi necessarie nel conflitto contro i turchi, e non ultimo il mancato disarmo delle navi della città.

A seguito di queste iniziative, infine, il senato, nel luglio del 1674, ha deciso di negare l’ingresso alle truppe spagnole in città. Con questo ennesimo colpo di testa, ha preso corpo l’idea dell’indispensabile e improrogabile ricerca di un alleato.

Luigi XIV, re di Francia, figlio di Luigi XII ed Anna d’Austria, ha deciso di rispondere alle richieste di aiuto della città, inviando in Sicilia, all’inizio del 1675, il duca di Vivonne. Siamo grati al sovrano per la bontà dimostrata, ma non vorremmo che ad animare il sovrano sia stata la possibilità di impadronirsi dei traffici di seta, più che il suo spirito umanitario.

La risposta spagnola, come era facile aspettarsi, non si è fatta attendere e nonostante le difficoltà incontrate nell’allestire un esercito di volontari, ha dato vita ad una dura offensiva.

Per due anni, la città, forte del sostegno francese, ha tenuto testa all’offensiva spagnola assistendo parallelamente al progressivo deterioramento dei rapporti con il nostro prezioso alleato.

La convivenza si è fatta sempre più difficile tanto da spingere la popolazione a non tollerare gli eccessi francesi. Secondo gli ultimi dati raccolti, si è registrato un incredibile aumento dei delitti d’onore. L’interesse dimostrato dai nostri alleati nei confronti delle donne messinesi ha acceso gli animi, di quanti, padri e mariti, hanno viste violati i propri affetti.

Questo difficile stato di cose si è protratto fino al 1678, con la decisione del re di Francia, Luigi XIV, di ritirare le proprie truppe dalla città.

La delegazione messinese inviata alla corte francese ha visti vanificati i propri sforzi e insoddisfatte le richieste rivolte al sovrano francese, di vedersi riconosciuto un porto libero da dazi doganali e la superiorità su Palermo, in qualità di nuova capitale dell’isola.

Sulla scia di questi eventi siamo arrivati così a questi duri e difficili giorni.

Al tentativo di rispondere al vuoto di potere, creatosi a seguito della fuga delle famiglie senatorie, si è trovata una momentanea risposta con la creazione di una guardia civica . La mancanza di un potere forte ha portato i primi disordini e paradossalmente, la città è stata costretta a richiedere l’intervento delle truppe spagnole.

Non è rimasto altro da fare, infatti, per sventare un possibile saccheggio ad opera di una popolazione affamata e stremata e alla ricerche di risposte risolutive, che purtroppo non arrivano.

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