Scontro acceso fra nobili e popolari. I donativi da inviare al sovrano accendono gli animi

Scontro acceso fra nobili e popolari. I donativi da inviare al sovrano accendono gli animi

Redazione

Scontro acceso fra nobili e popolari. I donativi da inviare al sovrano accendono gli animi

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sabato 26 Luglio 2008 - 02:07

Quanto siamo distanti da una rivolta?

La presa di Costantinopoli da parte dei Turchi, dieci anni fa, nel 1453, non ha rappresentato solo uno smacco alla cristianità ma ha modificato profondamente lo status quo raggiunto nel Mediterraneo.

La nostra città, più che per la presa di Costantinopoli, con la quale non sussistevano interessi commerciali, ha sofferto per l’intromissione dei Turchi nelle principali rotte commerciali battute dal ceto mercantile cittadino. La presenza Turca ha infatti complicato, e non poco, gli scambi verso il Levante e le isole greche.

Le difficoltà sorte con il dilagare del dominio Turco, fanno parte di un più grande circuito nel quale, ci sembra, sia entrata, ormai da tempo, la città dello stretto. Come dimenticare infatti i terremoti che nel 1448 e nel 1457 hanno sconvolto e terrorizzato la popolazione, senza tuttavia far registrare ingenti danni materiali.

Sulla scia di questi eventi l’ennesima crisi ha colpito anche la nostra amministrazione, troppo volubile e ribelle.

In seguito al vuoto istituzionale creatosi con la fine del mandato del Vicerè, Giovanni Moncayo si è reso necessario trovare una soluzione per il rinnovo del consiglio dei giurati, posti alla guida della città.

Crediamo, però, non sarà possibile riuscire a rispettare le scadenze prefissate e che pongono quale termine ultimo per l’assunzione dell’incarico il 1 settembre 1462.

Il sindaco di Messina, Giovanni Mallone ,ha esplicitamente richiesto l’intervento del Presidente del Regno, Guglielmo Raimondo Moncada, il quale ha ordinato di preparare lo scrutinio per la nomina dei nuovi giurati.

Tuttavia la decaduta giunta è venuta meno agli ordini ricevuti, inducendo così il Presidente ad inviare in città un commissario, Salvo Buzeche. L’unica soluzione plausibile, riuscire a trovare un accordo fra i popolari e la nobiltà, appare una più che utopistica conclusione della vicenda.

Ad ostacolare la prosecuzione dei lavori, è il rifiuto della nobiltà di cedere alle richieste dei popolari, che nei giorni scorsi avevano avanzato la richiesta di inviare dei donativi in denaro al sovrano.

Questa, in fatti, è la consuetudine inaugurata dal nuovo sovrano Giovanni II d’Aragona, Valencia, Navarra e I di Sicilia, figlio di Ferdinando I d’Aragona e fratello di Alfonso V il Magnanimo.

La fatidica data del 1 settembre è passata, e in data 27 settembre i Giurati, hanno riunito il Consiglio Generale per la nomina dei marammieri, incaricati della manutenzione delle mura cittadine. Nel corso della riunione, ad accendere gli animi è stata l’ennesima richiesta dei donativi inoltrata dal fronte popolare. Ma anche in questa occasione, i Giurati non hanno preso alcuna decisione in merito.

Abbandonata la cattedrale, dove era in corso la riunione, la discussione è continuata ai piedi del campanile, ma è stato tutto inutile . Nessuna decisione è stata presa e il 28 dicembre i Giurati si sono rifiutati di riunire un nuovo consiglio. Indignazione e sgomento sono state le prime reazione che siamo riusciti a filtrare dal fronte popolare.

In questo clima di tensione e incertezza non resta che aspettare lo svolgersi degli eventi, confidando nel giudizio dei nostri rappresentanti e scongiurando qualsiasi spargimento di sangue.

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