Un Savoia, Vittorio Amedeo II, nuovo re di Sicilia
Nell’infinita roulette dei sovrani destinati a reggere le sorti della Sicilia possiamo da oggi annoverare un Savoia, Vittorio Amedeo II, figlio di Carlo Emanuele II e Giovanna Battista di Savoia Nemours.
Arabi, normanni, svevi, hanno abitato la nostra isola contribuendo, nel bene o nel male, a rendere grandi città come Palermo e Messina.
La scelta, come sempre dettata da ragioni politiche e dalle strategie delle teste coronate europee, ha visto in questa occasione l’interessamento dell’Inghilterra, il cui intervento è stato indispensabile per favorire l’ascesa al trono della nuova dinastia.
La scelta non è stata certamente casuale, ha infatti impedito che gli Asburgo d’Austria potessero avanzare pretese sulla corona siciliana.
A rendere particolare l’inserimento dei Savoia negli ingranaggi politici isolani, la loro appartenenza alla penisola italiana, nonostante il ducato di Savoia e Piemonte sia per metà in territorio francese.
Il nuovo sovrano ha fatto il suo ingresso a Palermo lo scorso ottobre 1713, accompagnato da una nave inglese e da un contingente di seimila soldati. La città dovrebbe ospitare l’illustre per circa un anno, questo il tempo stimato per sistemare i propri affari in Sicilia e far ritorno a casa.
La macchina organizzativa ha iniziato a muoversi, sono state elargite alla città di Catania donazioni per l’università, mentre Palermo ha visto assicurato il ruolo di guida del reame.
Il senato di Messina si è visto restituire parte della sua antica dignità, con le toghe, l’incenso e il seggio ricoperto di velluto scarlatto, che tanto significato hanno per le autorità cittadine.
Non abbiamo dubbi della riconoscenza e del sicuro impegno che negli anni a venire avrà il senato nella cura delle “poltrone”.
Messina si è vista inoltre riconoscere la precedenza sulle altre città, immediatamente dopo Palermo. Qualcosa si sta muovendo anche per dare nuovo impulso all’industria mineraria nei territori prossimi alla città. In pochi ricorderanno i centri minerari di Fiumedinisi ed Ali’.
La scelta del sovrano per chi dovrà assumersi l’onore del governo in sua assenza, è caduta sul conte Annibale Maffei, che nella sua opera di governo sarà supportato da un consiglio speciale dipendente da Torino.
Nuovi provvedimenti, destinati a incidere anche sulla città dello stretto, sono previsti a livello fiscale. Le tasche del reame sono vuote e dura e accanita si prepara ad essere la lotta contro la corruzione dei funzionari, in tutti i livelli amministrativi.
Cambiano le poltrone e si perpetua la lotta contro la corruzione, il banditismo e i favoritismi. Siamo da secoli positivi , ci consola infatti il pensiero che nuovi potenti prenderanno le nostre poltrone e che qualcosa di eccezionale verrà fatto per Messina e la Sicilia. Quando smetteremo di essere solamente positivi e ci caricheremo personalmente del destino della nostra terra?