Reggio Calabria, l'ex candidato sindaco Canale (da tempo nel Pd) boccia Zingaretti: «Dimissioni? Una mossa tattica che non azzererà le correnti»
Ha fatto bene oppure no Nicola Zingaretti a dimettersi da segretario nazionale del Partito democratico? Sul suo profilo Facebook, interviene un big del Pd reggino come l’ex candidato sindaco di Reggio Calabria Massimo Canale, stroncando di netto la “mossa” a sorpresa del leader piddino.
Nessun’alternativa reale
Il principale rilievo che il componente reggino dell’Assemblea nazionale del Partito democratico oppone all’annuncio di “Zinga”, parlandone come di un’azione «irritante», riguarda la concreta mancanza di alternative reali nell’unità di tempo. «Zingaretti sa bene che nessun partito, neanche il Pd, nelle condizioni attuali del Paese sarebbe in grado di mettere in campo una segreteria alternativa – scrive Massimo Canale –, come sa che l’attuale Presidente dell’Assemblea nazionale non possiede la strutturazione e la riconoscibilità politica necessaria a governare il Pd in un momento di passaggio, così come esigerebbe lo Statuto».
La “mossa del cavallo”
Ecco che l’azione di Zingaretti viene letta come «una mossa di poker», un «maldestro tentativo di rafforzare il proprio mandato in vista dell’Assemblea nazionale del Pd» in programma il 13 e 14 marzo («È tempo di una rigenerazione del partito» aveva affermato il leader nazionale convocandola), «la mossa del cavallo». E, in definitiva, «il tentativo puerile di ottenere una nuova legittimazione politica da parte di tutte le anime del Pd attraverso un documento che sarà votato in Assemblea».
Ecco allora che torna il concetto-chiave di una forzatura «irritante»: nessun impeto altruistico né la restituzione della parola al popolo dèm; «tutt’altro che democrazia», secondo l’ex candidato sindaco di Reggio Calabria.
Nell’analisi di Massimo Canale, siamo esclusivamente davanti a una «mossa tattica» che, attraverso un «trito e ritrito» richiamo alla responsabilità «dovrebbe assicurare al segretario dimissionario una nuova (e forzata) iniezione di fiducia da parte dei big del partito», ma soprattutto «l’annullamento di qualsiasi confronto o dibattito sulla linea politica del Pd». Peraltro, «a Zingaretti sembra non interessare», ma le sue dimissioni – che secondo i titoli di vari quotidiani odierni hanno “fatto esplodere” il partito – per chi osserva dall’esterno il Partito democratico «sono una mossa devastante: demoliscono senza appello il partito».
«Le correnti non saranno annullate»
Il politico e avvocato reggino puntualizza di non chiedere certo la “testa” di Nicola Zingaretti; anzi. Solo che, fra i moltissimi atti a suo avviso non condivisibili («Credo che non ne abbia imbroccata una») del segretario nazionale piddino, Canale annovera anche il riferimento ipercritico al presunto «assedio» correntizio subito nelle ultime tre settimane.
«Le dimissioni annunciate non potranno certo sortire l’effetto di annullare le correnti – si legge sul profilo Facebook dell’ex candidato a scalare Palazzo San Giorgio –, più che altro richiamano la storiella del bambino che, non sapendo giocare a calcio, minaccia di portarsi via il pallone». E peraltro Massimo Canale quelle aree correntizie all’interno del suo partito le difende: «Ci sono sempre state e ci saranno sempre, e io considero questa la sua vera forza, perché esprime una capacità di pensiero alternativo nell’ambito di un comune contenitore politico».