Comune e Autorità Portuale dovranno trovare l’accordo su indice e norme di attuazione della zona Fal 3. Entro 45 giorni l’Authority invierà il Piano regolatore portuale alla Regione ed entro altri 15 giorni il Comune rinuncerà finalmente ad ogni contenzioso sulla titolarità delle aree
1 anno, 9 mesi e 3 giorni dopo. E’ il tempo trascorso (e perso) dal primo accordo per la riqualificazione della Zona Falcata, datato 23 aprile 2014. Ieri si è celebrato il “Patto bis”, con la speranza che sia la volta buona. Diversa la sede (dall’Autorità Portuale Messina alla presidenza della Regione a Palermo), uguali gli attori istituzionali: l’Autorità Portuale e la Regione, appunto, e il Comune. Anzi, adesso c’è anche l’Università, l’ente che ha fatto nascere tutto e ha svolto il ruolo di collante tra le parti, quasi “obbligando” la pace. Di pace si deve parlare perché fino a pochissimo tempo fa il Comune e l’Autorità Portuale se n’erano dette di tutti i colori. Il disaccordo era emerso persino sabato scorso, all’incontro organizzato dal rettore Navarra, durante il quale erano state espresse le diverse posizioni che hanno determinato un contenzioso legale la cui prossima udienza è prevista il prossimo 25 febbraio ma, a questo punto, sarebbe irrilevante.
Nel “Patto per la Falce”, infatti, è previsto che l’Autorità Portuale definisca i parametri del Piano Regolatore Portuale insieme al Comune entro 10 giorni ed entro 45 giorni lo presenti alla Regione. Entro altri 15 giorni, il Comune si obbliga a rinunziare ai contenziosi in atto.
Questo vuol dire che, entro due mesi, il Prp potrebbe finalmente essere alla Regione, chiudendo ogni controversia. Un accordo che chiarisce ancora, qualora ce ne fosse bisogno, che l’intera titolarità della Zona Falcata in carico all’Autorità Portuale non è in discussione e che il ricorso da parte del Comune, più che a questo, era diretto a dire la propria sul Piano. La piena condivisione, in realtà, non c’è ancora e dovrà essere trovata nei prossimi 10 giorni, così come prevede l’accordo. La discussione verterà, in particolare, sulla zona esterna della Falce, quella denominata Fal 3, per la quale il Prp prevede indici e norme di attuazione generiche che andranno specificate. Il Comune, in particolare, chiede la riduzione massima possibile delle cubature, che si traduce in un no a grattacieli e porticcioli turistici.
Resta il rammarico perché il dialogo non è partito prima e si è preferito battere la strada dei tribunali. Il dialogo sarebbe stato necessario a prescindere perché appena il Piano arriverà alla Regione si aprirà la procedura Vas (Valutazione ambientale strategica) e le parti in causa (Comune in testa) avranno 60 giorni di tempo per presentare le proprie osservazioni. Se ne arrivassero, e in quantità, i tempi si prolungherebbero a dismisura. Ecco perché è bene arrivare a quella fase in sinergia e con l’accordo già in tasca. E’ una corsa contro il tempo perché, con la riforma delle Autorità Portuali, tutti gli strumenti non ancora approvati potrebbero essere azzerati. Continuare il contenzioso legale sarebbe stata una follia controproducente per la città.
L’approvazione del Prp, da parte della Regione, potrebbe arrivare nell’arco di altri due mesi. Un totale di 4-6 mesi durante i quali si riunirà un tavolo tecnico (una volta al mese) per definire gli impegni di ognuno per la bonifica delle aree. Il tempo dirà se il “Patto per la Falce” potrà definirsi storico o se sarà solo uno dei tanti senza conseguenti passi concreti. Di certo c’è che una tale comunanza d’intenti non si era mai vista, un pizzico di ottimismo è d’obbligo.
(Marco Ipsale)
ok la falce e il martello quando ?
La Sicilia ha una vera catastrofe la disoccupazione, Signor Presidente,pensi alle cose serie non a cose che non interessano quasi a nessuno.
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