L'Autorità Portuale dello Stretto di Messina ottiene 6 milioni e 600mila euro per la realizzazione di tre progetti. Saranno la base per tre maxi opere dal costo stimato totale di 400 milioni (150 milioni le prime due e 50 milioni sul Tirreno)
3 milioni per la Zona Falcata, 2 milioni e 600mila euro per una piastra logistica a San Filippo e spazi di preimbarco al porto di Tremestieri, 1 milione per una nuova strada tra il porto di Milazzo e il pontile di Giammoro.
L’Autorità Portuale dello Stretto di Messina ha ottenuto 6 milioni e 600mila euro per realizzare tre progetti dal costo stimato totale di 400 milioni: 150 milioni le prime due e 50 milioni sul Tirreno.
Così il presidente Mario Mega ha scritto ai sindaci dei Comuni di Messina, Milazzo e San Filippo del Mela per chiedere “l’attivazione di un gruppo di lavoro interistituzionale che individui nel dettaglio gli obiettivi dell’intervento ed i contenuti di un protocollo d’intesa/accordo di programma per l’attuazione”.
Tremestieri e Milazzo ricadono in Zes (Zona economica speciale), per questo Mega scrive anche al commissario della Zes Sicilia Orientale, mentre per la Zona Falcata si rivolge anche al presidente della Regione Siciliana.
Sono in corso le procedure per l’ammissione al finanziamento statale degli interventi e la definitiva assegnazione delle risorse alle Autorità Portuali beneficiarie. Al termine della procedura saranno avviate le gare per l’acquisizione di specifici progetti di fattibilità tecnicoeconomica.
ZONA FALCATA
In Zona Falcata, da qualche mese, la società Ph3 Engineering sta conducendo indagini che dovranno portare, entro marzo, alla redazione del progetto di rimozione delle fonti di inquinamento primarie. Poi andrà aggiornata l’analisi di rischio sito-specifica che dovrà essere approvata nuovamente dalla regione. A quel punto si potrà partire con il progetto di bonifica definitiva.
“Falcata Revival” riguarda sia il progetto di bonifica definitiva sia “gli interventi atti alla restituzione agli usi urbani della Zona Falcata di Messina previa bonifica e riqualificazione dell’area. L’area è stata utilizzata sino ad alcuni decenni fa per attività industriali di varia natura (deposito costiero di carburanti, cantieri navali, industrie manifatturiere, inceneritore di rifiuti). Il Piano Regolatore Portuale di Messina ha delineato le strategie per il recupero e valorizzazione dell’area per cui si potrà far riferimento ad esso tenendo conto delle necessarie attualizzazioni dovute sia ai risultati delle attività di caratterizzazione svolte che alle intervenute nuove esigenze del territorio”.
“L’area oggetto di intervento è tutta quella oggetto del “Piano della Caratterizzazione Ambientale finalizzato alla bonifica delle Aree della Zona Falcata nel Comune di Messina” approvato con provvedimento regionale Dds 144 del 20 febbraio 2020 all’interno della quale insistono i resti della Real Cittadella che è di competenza della Regione Siciliana, trattandosi di complesso monumentale vincolato con declaratoria. In tale direzione l’AdSP dello Stretto ha in programma di dotarsi di un progetto per gli interventi di bonifica e riqualificazione dell’area, anche al fine di individuare le porzioni che saranno attuate per iniziativa diretta pubblica e quelle che saranno oggetto di partenariato pubblico privato”.
I costi della realizzazione di tutti gli interventi sono stimati in 150 milioni di euro così distinti: 80 milioni per bonifica dei suoli (fondi pubblici), 30 milioni per un “Parco Urbano” (fondi pubblici); 40 milioni per realizzazione di fabbricati ed edifici a servizio dell’area, in conformità alle previsioni di Piano regolatore portuale approvato (20 % fondi pubblici per infrastrutture primarie, 80 % fondi privati di chi dovrà gestire le strutture).
PIASTRA LOGISTICA A SAN FILIPPO e SPAZI DI PREIMBARCO TREMESTIERI
La piastra di San Filippo (nella foto il disegno del progetto preliminare, ma il nuovo sarà meno invasivo perché serviranno aree libere per il preimbarco), più spazi per il porto di Tremestieri, con viabilità di collegamento ha un costo stimato di 150 milioni di euro, di cui 60 dovrebbero arrivare da cofinanziamento privato. Sono stati redatti il progetto preliminare e lo studio di fattibilità socioeconomica.
Mega aveva più volte sottolineato la necessità di realizzare un’area retroportuale con funzioni logistiche, oltre ai piazzali di stoccaggio dei mezzi in attesa d’imbarco. Perché “il nuovo porto di Tremestieri avrà piazzali ed aree di imbarco/sbarco che nei picchi di traffico potrebbero essere non sufficientemente capienti allorquando sarà disposto il trasferimento nel nuovo porto dell’intero traffico ro-ro così come previsto dal Piano regolatore portuale. In ragione di ciò appare urgente e necessario avviare dei percorsi di infrastrutturazione dello scalo che possano poi essere funzionali sia alla realizzanda configurazione operativa che ad un futuro potenziamento del porto”.
La piastra di San Filippo avrebbe una superficie di circa 110mila metri quadri, dovrebbe fungere da autoparco e area di accumulo disponibile per il traffico diretto al nuovo porto, oltre ad essere di supporto al tessuto produttivo locale, garantendo funzioni doganali. Qui dovranno essere realizzati anche i magazzini e le strutture necessarie per lo stoccaggio di eventuali trasporti refrigerati e non.
La piastra dovrebbe anche filtrare all’origine gran parte del traffico commerciale altrimenti diretto verso altri siti urbani. Ecco perché è fondamentale la viabilità diretta verso il porto di Tremestieri e gli svincoli.
Da qui il legame col progetto della via del mare, che è presente nel Pums, Piano urbano della mobilità sostenibile, e definitivo per la parte tra Contesse e Tremestieri. Il tratto fra San Filippo e Tremestieri, e quindi fra piastra e porto, potrebbe avere la priorità rispetto al resto del tracciato. Se l’area di San Filippo diventerà una piastra logistica al servizio del porto di Tremestieri, la nuova viabilità di collegamento potrà essere considerata un intervento di “ultimo miglio” (connessioni tra reti portuali e autostradali) e quindi accedere ai fondi destinati a portualità e retroportualità.
STRADA PORTO DI MILAZZO – PONTILE DI GIAMMORO
Il laminatoio Duferdofin Nucor, il polo logistico Asi di Giammoro, la Raffineria di Milazzo, la centrale elettrica Enel di San Filippo del Mela subiscono le maggiori criticità in termini di flussi di traffico da e per le aree di banchina del porto di Milazzo.
Per rendere efficace la riorganizzazione portuale, anche al fine di valorizzare l’inserimento nelle Zes dell’agglomerato industriale di Giammoro, dovrà essere realizzata una nuova viabilità di collegamento dedicata che consenta di collegare l’asse viario al porto di Milazzo ed inoltre una bretella che, senza interferenze con il traffico urbano, colleghi il porto con l’agglomerato industriale di Giammoro (Area Zes numero 1) e con una seconda area di sviluppo logistico retro-portuale, più prossima al centro abitato, oggetto di intervento di riqualificazione a cura del Comune di Milazzo e di privati (Area Zes numero 2).
Il nuovo collegamento diretto delle aree portuali con l’asse viario dovrà bypassare interamente la viabilità esistente minimizzando le interferenze ed i punti di conflitto con i flussi attuali legati essenzialmente agli accessi privati ed al traffico di attraversamento da e per il centro abitato, caratterizzati da basse velocità di percorrenza. La nuova viabilità dedicata dovrà collegare direttamente il porto di Milazzo alla zona industriale ex Asi di San Filippo e Pace del Mela nel cui territorio, in località Giammoro, è stato da poco ultimato un pontile industriale “a giorno” realizzato dall’AdSP dello Stretto per cui è in fase di avvio la gara per la gestione come nuovo terminal per la movimentazione di merci varie. Particolarmente critica è la connessione con le due aree, nella considerazione che non esiste ancora una viabilità dedicata per raggiungere il porto di Milazzo e non esiste una viabilità di collegamento diretto o almeno preferenziale fra il porto e le aree di Giammoro e, soprattutto, la viabilità stradale esistente, che raggiunge anche il casello autostradale, passa attraverso le aree dei centri commerciali, aggravando il già ingente traffico esistente. L’ipotesi progettuale dell’AdSP si basa su un complesso di due opere principali, nell’ambito della visione di “ultimo miglio stradale”: 1) la bretella di collegamento fra l’asse dei servizi di Milazzo e il porto, da realizzare con un sottopasso e un tracciato dedicato che collegherà l’uscita Ciantro di Milazzo alla zona Acqueviole dove oggi insiste il terminal navi, mediante un tracciato di circa 800 metri; 2) la nuova viabilità dedicata che collegherà direttamente il porto di Milazzo alla zona industriale ex Asi di San Filippo e Pace del Mela.