Due avvocati e un notaio firmano il ricorso al Tar contro l'ordinanza di De Luca e il coprifuoco professionale: "è illegittima"
C’è un ricorso al Tar di Catania contro l’ordinanza 399/2000 del sindaco di Messina Cateno De Luca che ha istituito il coprifuoco alle 19 ricomprendendo anche le attività di ricevimento dei professionisti.
Gli avvocati Vincenzo Ciraolo e Pietro Ruggeri e il notaio Fabio Tierno hanno impugnato il provvedimento chiedendo al Tribunale amministrativo regionale la sospensione d’urgenza dell’efficacia, in attesa della definizione nel merito, per cui chiedono la revoca.
Secondo i legali, il provvedimento del primo cittadino è adottato in abuso di potere. De Luca non può adottare provvedimenti ulteriori rispetto a quelli nazionali, se non per ragioni sanitarie. Ragioni che non ci sono, secondo i ricorrenti – che si sono affidati all’avvocato Michele Giorgio. Nel provvedimento infatti si fa riferimento ad uno scambio di mail tra Asp e Comune con riferimento ad un generico aumento dei contagi in ambito scolastico. Senza dati precisi. Senza alcun riferimento ad ulteriori contagi men che mai in ambito professionale. Senza che i dati diffusi quotidianamente diano conto di un aumento locale dei contagi o un peggioramento della situazione.
Il provvedimento del sindaco di Messina, quindi, non è legittimo. Per di più le motivazioni adottate dallo stesso primo cittadino per rispondere alle critiche che sono arrivate da più parti sembrano dar conto della sua infondatezza. Lo stesso De Luca, per esempio, ha fatto cenno alla motivazione legata alla difficoltà di controllare chi viola il coprifuoco generico alle 19. Nulla che ha a che vedere con la situazione epidemiologica, cioè. “La palese illogicità delle motivazioni addotte dal Sindaco a supporto del provvedimento impugnato non fa altro che confermare il deprecabile intento di “spettacolarizzare” la gestione della cosa pubblica, a discapito dell’adozione di misure concretamente ed effettivamente dirette a contrastare la diffusione del virus e a salvaguardare l’incolumità pubblica della propria comunità”, scrivono i legali.
Il ricorso fa poi riferimento ad un’altra simile iniziativa di “impatto mediatico” ma assolutamente abnorme e inefficace, quella sull’attraversamento dello Stretto adottata da De Luca la scorsa primavera.