Il presidente di Confcommercio: "Siamo mortificati da queste imposizioni, serve più gradualità"
MESSINA – Il presidente di Confcommercio, Carmelo Picciotto, propone al Comune un tavolo tecnico su Zone a traffico limitato, cordoli e piste ciclabili. Scrive sulla sua pagina Facebook: “Abbiamo assistito a posizionamento di cordoli, transenne, archetti parapedonali lungo le arterie principali della città, che viene squadrata, divisa e segmentata in nome di una “visione” moderna ed evoluta della viabilità e della mobilità. E non possiamo non levare il nostro grido di dolore. Tutti i messinesi vogliono una città moderna, con un servizio di trasporto pubblico local efficiente e la possibilità di spostarsi in bicicletta. Ma ciò che non accettiamo è la brutale imposizione di divieti che limitano l’accessibilità e mettono in difficoltà famiglie, anziani, lavoratori ed esercenti”.
Continua Picciotto: “Il commercio, già stramazzato al suolo dopo il Covid e una ripresa che tarda ad arrivare, viene mortificato da queste imposizioni: tra strade deserte e strade caotiche, tutti i nostri sforzi, vengono vanificati. Per nostri, intendo, di tutte le categorie che ancora, proiettate su pubblica via, mantengono saracinesche alzate e luci nella città. I commercianti non sono contrari a isole pedonali e zone a traffico limitato. Sia chiaro, sia ben chiaro. Gli esercenti però dicono a questa amministrazione che sulle nostre spalle non si può indottrinare il cittadino 2.0., 3.0., 4.0. con transenne e cordoli fisici. E con intellettuali che non tengono conto delle difficoltà pratiche che non si risolvono con il dogma del “dovete lasciare la macchina a casa”.
Sostiene il presidente di Confcommercio: “Vi sono certamente ciclisti e cicloamatori. Vi sono ciclisti forti. Qui si sono forgiati campioni quando ancora di piste ciclabili in centro città non se ne parlava neppure. Altro è, tuttavia, chi si muove a piedi, in bici, con i mezzi pubblici per fare compere, così come per accompagnare i bimbi a scuola o per assistere persone anziane o malate. In una città che inesorabilmente si è spopolata ed è invecchiata, ogni rivoluzione, anche green, necessitava e necessita di gradualità. Per gradualità non si intendono però le sperimentazioni “farlocche” adottate per dissimulare diktat o per accontentare le “sedute spiritiche”. Così, a colpi di cordoli e transenne, chiusure e limitazioni, senza alcun ascolto e comprensione e senza alcuna gradualità, si dà forza solo ai centri commerciali (ma contrari ai centri commerciali naturali o ai distretti urbani del commercio). O ai vari Amazon e corrieri vari. E si va contro la prossimità delle botteghe e contro l’economia locale, che rappresentano il tessuto sociale della città”.
Per Picciotto, “non basta invocare la delibera di approvazione del Pgtu, Piano generale del traffico urbano, per dire che ogni polemica è sterile, perché qui non si contesta l’idea di una città green ma il modo in cui ai vuole arrivare a questo modello. Né ci conforta sapere che, aumentando le piste ciclabili, il Comune possa ricevere i soldi dal ministero se per raggiungere questo premio ai devono sacrificare tutti gli esercenti che dovranno chiudere a causa di queste scelte drastiche”.
“Servono tavoli tecnici con i commercianti”
Precisa il presidente: “Non siamo contro le novità ma avremmo preferito maggior condivisione. Il Comune convochi al più presto dei tavoli tecnici con i commercianti e faccia un adeguato monitoraggio, pronto secondo i risultati anche a revocare decisioni inutili. Siamo certi che attraverso un confronto costruttivo si arriverà ad un soluzione che comprenda le esigenze di tutti e sia adatta a rivedere una pianificazione del traffico green, europea e attenta alle esigenze del commercio e dei cittadini. Una città che elimini le incrostazioni dei preconcetti e si concentri su una visione più aperta al confronto”.
Sono perfettamente d’accordo, dovremmo chiedere tutti gli esercenti un risarcimento immediato per il mancato guadagno provocato da questa irriverente distruzione delle attività commerciali del centro città.
I lavori si fanno la notte quando le attività sono chiuse e inoltre si dovrebbe dare la possibilità alle auto di fermarsi con una sorta di sosta breve così da consentire l’aquisto nei negozi.
Non sono fautore della terza fila per andare al bar ma il discorso del presidente della Confcommercio Carmelo Picciotto suona come un grido di dolore: non basta invocare la sacralità del PGTU per credere di avere l’autorizzazione a procedere a rullo compressore sulla vita delle attività cittadine, non basta il miraggio dei soldi ministeriali per creare piste ciclabili cittadine, pericolosissime per la cunetta laterale a bordo marciapiede e per l’arrivo di autobus nello stesso senso di marcia, separati solo da un cordolo e non da distanze di sicurezza.
Penso e spero che un po’ di umiltà intellettuale da parte del comune avrebbe potuto far scaturire una migliore gestione della cosa pubblica, che è quello che interessa a tutti i cittadini, commercianti e piccole imprese prima di tutto.
Fin’ora, anche a costo di spendere di più, ho privilegiato l’offerta cittadina, ma noto che questa tende sempre a diminuire e la soluzione più facile diventa quella di comprare in rete così per assurdo potremmo finire per dover prevedere corsie preferenziali ed aree di sosta per i furgoni delle consegne a domicilio.
La città si sta svuotando, i migliori, quelli con più idee e/o possibilità vanno ad incrementare il reddito di altre città, se non di altre nazioni, dopo essere stati formati e sostenuti con i nostri soldi.
Non è che la presenza o no delle piste ciclabili sia la causa di tutto ciò ma è una conseguenza della caparbietà di taluni e della loro mancanza di volontà ad un dialogo costruttivo.
Aggiungo al mio commento precedente:
Proporrei di leggere su FB quello che l’architetto Principato scrive a questo proposito, forse in maniera un po’ “rude” ma per me veritiero.
Sarebbe opportuno accogliere i “suggerimenti” di tutti non arroccandosi sulle proprie idee e sui propri fini specie se recano danno ad una buona parte del tessuto economico cittadino.
P.s.: l’arch. Principato non sa nulla di questa mia menzione.
Vogliono portare Messina a livello di città europee come Amsterdam ? Ma i problemi sono quelli di creare aree di parcheggio, piste ciclabili e nuove alberature ? I nostri signori amministratori devono ancora spiegare ai cittadini quando si risolverà il problema idrico di questa città (in questa settimana in zona Lombardo-Villa Dante abbiamo avuto erogazione media di 4-5 ore su 24), quando si potrà viaggiare sulle strade cittadine, ormai ridotte a trazzere, senza preoccuparsi di trovare voragini sull’asfalto, quando si potranno nuovamente definire le vie di fuga di questa città in caso di pericoli per il centro abitato.
Di queste cose nessun cenno da parte dell’amministrazione come se non fossero problemi loro. Complimenti Sindaco ed Assessori, vi ricorderemo sempre !