"Abito qui dal '75 e non voglio andare via": l'ultimo superstite di una micro baraccopoli VIDEO

“Abito qui dal ’75 e non voglio andare via”: l’ultimo superstite di una micro baraccopoli VIDEO

Silvia De Domenico

“Abito qui dal ’75 e non voglio andare via”: l’ultimo superstite di una micro baraccopoli VIDEO

sabato 20 Aprile 2024 - 12:16

Ha rifiutato una casa a Tremonti per la moglie invalida. Da 8 anni è vedovo: "Sono rimasto qui da solo e mi arrangio"

servizio di Silvia De Domenico

MESSINA – Il nostro Viaggio nella Baraccopoli continua, oggi siamo in via Quod Quaeris. Qui c’è un ottantenne che vive da solo in mezzo a delle baracche abbandonate. Intorno a lui solo silenzio e degrado. E’ l’ultimo abitante di una micro baraccopoli vicina alla via Santa Maria La Nuova. Il signore anziano in passato ha rifiutato una casa a Tremonti perché la moglie era invalida. Da 8 anni però è vedovo ed è rimasto solo in questa favelas. Anche alcuni parenti si sono trasferiti nei nuovi alloggi. Cammina aiutato da una stampella ma si “arrangia”. E non vorrebbe andare via da quella che per 50 anni è stata casa sua. “Qua non sono sconcicato, non sconcico nessuno e sto in santa pace”, ci racconta.

Le baracche costruite intorno alla chiesa e su mura antiche

Le condizioni delle baracche sono precarie, c’è molto amianto e la vegetazione spontanea cresce rigogliosa. Non molto lontane ci sono micro baraccopoli costruite intorno alla Chiesa Santa Maria La Nuova. Non siamo in periferia ma in pieno centro, fra la Circonvallazione e piazza San Vincenzo.

Alcuni terreni in quest’area sono di proprietà privata. “Qui molto probabilmente si procederà con l’espropriazione”, spiega il presidente di Arisme Vincenzo La Cava, che insieme al sub commissario Marcello Scurria ci ha accompagnato in questo viaggio.

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2 commenti

  1. Anche quegli orribili palazzi dell’Isolato 435 andrebbero abbattuti perchè fanno veramente schifo! O in alternativa il Grande Comune di Messina doveva imporre una ristrutturazione delle facciate per dare un po’ di decoro alla zona! Io sono nato in Via Quod Quaeris all’altezza di Via Chiesa Dei Marinai un po’ più in basso. La zona è stata sempre trascurata e mal gestita dal Comune di Messina che ha consentito senza alcun controllo il nascere di baracche e baracchine a ridosso il muro della Circonvallazione deturpando tutta la zona compresa la Chiesa di Santa Maria la Nuova che peraltro è quasi sempre chiusa. Una vergogna che dura più di 70 anni! E siamo a due passi dal centro, vicino Piazza San Vincenzo. Com’è possibile che nel 2024 ci sia ancora tanto degrado a Messina? C’è veramente da far cascare la faccia in terra! Da ragazzo, prima che andassi via da Messina, a volte mi capitava di studiare con alcuni compagni di scuola che abitavano in centro e venivano a casa mia. Non vi nascondo che mi vergognavo a farli venire. La mia casa era ordinata, decorosa, perfetta. Mia madre la teneva come una bomboniera, ma il contorno di quelle baracche ci metteva sempre in imbarazzo con chiunque veniva a trovarci. Mia madre era una sarta molto raffinata e cuciva i vestiti a gente molto in vista all’epoca. Professoresse, famiglie facoltose ecc.ecc. Soffriva moltissimo questo degrado. Ricordo che all’età di 14 anni ci trasferimmo in un moderno complesso nelle vicinanze perchè il degrado di chi stava in quelle baracche condizionava la vita di tutta quella zona. Bambini piccoli che giravano dappertutto facendo i loro bisogni in ogni luogo, mamme che non si curavano di loro, povera gente, senza alcuna assistenza, che vivevano nell’indigenza più sconcertante. Una vera e propria favelas. Parlo degli anni 50/60. Non si possono tollerare certe cose. Bisogna risanare tutto, piantare alberi, fare giardini, piazze strade, luoghi vivibili con servizi per i piccoli e gli anziani. Basta con questo degrado! Basta! Vogliamo una città vivibile, normale. Non chiediamo altro.

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  2. antonio d'angelo 21 Aprile 2024 10:55

    fa parte del degrado della politica che ha lasciato fare, arrangiarsi e far finta di niente. come se la cosa non riguarda. e non mi si venga a dire che mancano i fondi, perchè con le tasse che paghiamo certe vergogne non dovrebbero manifestarsi.

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