Il monito del presidente Lavorata e della delegata Giovani impresa Basile sui costi dell'energia elettrica: ormai per molti chiudere è più conveniente
REGGIO CALABRIA – Come a Catanzaro e a Cosenza, ieri agricoltori e allevatori (animali al seguito…) sono scesi in piazza nel cuore di Reggio Calabria sotto le insegne di Coldiretti. Davanti alla Prefettura reggina hanno brandito cartelli, esposto plasticamente i motivi della protesta con tanto di mega-bollette elettriche, semitrasformato l’agorà della città dello Stretto – piazza Italia – in un punto ‘Campagna amica’ a suon di formaggi e vegetali in bella mostra.
Le voci di Coldiretti: Lavorata e Basile
«La situazione non è semplice. Quale criticità subiamo peculiarmente nel Reggino? Mah, io dico comunque i trasporti – mette i ‘puntini sulle i’ il presidente provinciale Domenico Lavorata -, anche perché le nostre precarie infrastrutture aggravano la situazione. Abbiamo chiaramente bisogno d’aiuti da parte del Governo centrale, questa la nostra rivendicazione principale, perché con questi ingentissimi aumenti non ce la facciamo. Ormai, stiamo vendendo sottocosto: e non c’è solo l’energia elettrica ma, appunto, anche la logistica e i trasporti, i concimi, il gasolio agricolo...».
Fa eco Federica Basile, giovane imprenditrice – distintasi a livello nazionale agli “Oscar Green” per il tasso d’innovazione introdotto nei rodatissimi circuiti produttivi di Fattorie della Piana – che per Coldiretti è la delegata provinciale di Giovani impresa: «Il ricarico dei costi dell’energia elettrica può essere effettuato sul prezzo dei prodotti, ed essere insomma oggetto di traslazione a carico del consumatore, fino a un certo punto. Noi stimiamo che questo ricarico sui prezzi non possa andare oltre il 30%: questo, al contempo, significa che il resto del maggior costo grava su noi produttori agricoli e zootecnici. E dunque per molti, ormai, chiudere i battenti è più conveniente».
Parecchi pure gli amministratori locali – ad esempio, il sindaco di Roghudi Pierpaolo Zavettieri e il vicesindaco di Melito Porto Salvo Daniela Demetrio – ritrovatisi al loro fianco.
A fine mattinata, l’incontro tra una delegazione dei manifestanti – in testa l’anima organizzativa della manifestazione, il direttore provinciale dell’associazione rappresentativa degli agricoltori Pietro Sirianni – e il prefetto di Reggio Calabria.
Al prefetto Massimo Mariani è stato consegnato – come in altri angoli del Paese – l’elenco delle rivendicazioni nei confronti di Palazzo Chigi. Una più incisiva lotta ai cinghiali che “mangiano a tradimento”, lo sblocco dei fondi del Pnrr per poco meno di 3 miliardi di euro (un miliardo e mezzo per i pannelli fotovoltaici e 1,2 miliardi per i contratti di filiera), ad esempio.
Il riconoscimento alla stalla di prezzi che siano quantomeno superiori a quelli per produrre i beni venduti. E soprattutto, rendere praticabile la ristrutturazione venticinquennale dei debiti delle aziende di settore.