Il costituzionalista messinese riflette sullo scenario politico e istituzionale
di Marco Olivieri, riprese e montaggio di Matteo Arrigo
MESSINA – “Spesso assistiamo a una caricatura della democrazia. I partiti sono partiti. Non ci sono più. Ci sono persone che raccolgono voti. Il successo alle politiche va ascritto a Giorgia Meloni, più che a un’organizzazione di massa. E in molti casi si tratta di parabole effimere. I cittadini si innamorano in fretta e altrettanto in fretta si disinnamorano”. Presente in città per alcune ore, il costituzionalista messinese Michele Ainis riflette sull’attuale quadro desolante per i partiti, ridotti a comitati elettorali, e sulla voglia di presidenzialismo che si respira in Italia.
Allievo di Temistocle Martines e uno dei maggiori esperti italiani in campo costituzionale, oltre che saggista e scrittore, Ainis rileva: “Noi in Italia abbiamo bisogno della figura di un presidente. Nell’ultimo saggio che ho pubblicato, Presidenti d’Italia. Atlante di un vizio nazionale, abbiamo censito, con un gruppo di lavoro, una tombola di 70mila persone come presidenti di amministrazioni pubbliche. Abbiamo troppi presidenti: da quello del Consiglio comunale a quelli dei gruppi consiliari, ma, nello stesso tempo, si sente l’esigenza di una personalità legittimata da un voto popolare, diretto, che restituisca stabilità all’esecutivo”.
Mette in evidenza lo studioso e docente universitario: “Noi di governi ne abbiamo fatti e disfatti troppi. M pare 67 in trequarti di secolo… Di stabilità si ha bisogno ma bisogna guardarsi dall’eccesso di stabilità. Il regime di Putin è molto stabile, così come lo era quello di Mussolini. Un buon sistema di governo deve coniugare la stabilità con la rappresentatività e la duttilità nella guida della macchina di governo rispetto alle diverse stagioni politiche e sociali che si alternano. Vedremo come si evolverà il quadro”.