"Avamposti" 2022, anche Reggio tra i crocevia tv della lotta al crimine VIDEO

“Avamposti” 2022, anche Reggio tra i crocevia tv della lotta al crimine VIDEO

Mario Meliado

“Avamposti” 2022, anche Reggio tra i crocevia tv della lotta al crimine VIDEO

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lunedì 07 Febbraio 2022 - 19:10

Presentata in riva allo Stretto la nuova stagione della docuserie firmata Claudio Camarca: riflettori in presa diretta anche su Torino, Milano e Catania

REGGIO CALABRIA – Presente lo stesso regista Claudio Camarca, questa mattina in conferenza stampa nazionale al Comando provinciale dell’Arma dei Carabinieri di Reggio Calabria è stata illustrata agli operatori dell’informazione la nuova stagione di Avamposti – Uomini in prima linea, docuserie che offre una visione “in presa diretta” del contrasto al crimine in importanti città italiane.

Si parte con Reggio e la stazione del rione Modena

Un momento della conferenza stampa svoltasi
al Comando provinciale dell’Arma di Reggio Calabria

Per il 2022, ci sarà anche Reggio tra i luoghi-chiave della lotta alla criminalità mostrata “in presa diretta” nel corso della docuserie, realizzata da Stand by me in collaborazione con l’Arma dei Carabinieri. Avamposti andrà in onda sul Nove dal 14 febbraio alle 21.25: è disponibile in anteprima già da oggi, lunedì 7 febbraio, su discovery+.

E sulla città dello Stretto sarà imperniata proprio la prima puntata della nuova stagione, quella in onda il 14 febbraio, che mostrerà in particolare la difficile area di Ciccarello, dalla strategia incardinata dall’Arma fino alla disarticolazione di una delle più importanti “piazze di spaccio” reggine. In conferenza stampa, insieme al regista e al comandante provinciale dell’Arma, colonnello Marco Guerrini, c’erano anche il tenente colonnello Massimiliano Galasso, comandante del Reparto operativo, e il comandante della stazione del rione Modena – quella messa “sotto la lente” quanto alla nostra città -, maresciallo Giuseppe Amato.

Il comandante Guerrini: centrale il ruolo delle stazioni dell’Arma


Il colonnello Marco Guerrini

«Avamposti è un progetto molto importante, perché focalizzato sulle nostre stazioni – ha sottolineato a Tempostretto il comandante provinciale della Benemerita, colonnello Marco Guerrini -, le nostre unità di base più a diretto contatto con il territorio e che meglio conoscono le singole realtà, di cui la trasmissione segue la quotidianità. Per Reggio Calabria, la stazione interessata è stata quella del rione Modena, àmbito d’operatività particolarmente impegnativo».

Il regista: vorrei venire a vivere qui…

Al di là dei profili squisitamente professionali, Camarca ha ribadito a più riprese il suo amore incondizionato per Reggio Calabria: «Vorrei tanto venire a vivere qui», ci ha tenuto a dire, pur non nascondendosi le difficoltà anche ambientali.

Il regista di Avamposti, Claudio Camarca

«Sappiamo molto bene come muoverci in ogni contesto, quindi di solito non rischiamo granché. Ma una volta proprio da queste parti, in Aspromonte, un tizio stava per prendere la pistola… poi per fortuna siamo riusciti a ricondurlo alla ragione», è stato l’aneddoto narrato ai cronisti dal regista.

Ma perché Claudio Camarca ha voluto, fin dall’inizio, realizzare un prodotto indubbiamente peculiare come Avamposti? «Ho un figlio: volevo mostrargli la parte bella del nostro Paese», la sua risposta sui registri del romanticismo.

«Basta con l’esaltazione delle mafie in tv»

Ma se sul fronte delle difficoltà tecniche la serie non ha riservato grandi sorprese a un regista esperto come Camarca – per lunghi anni impegnato anche su fronti bellici -, l’interessato non ha lesinato critiche ad altre fiction televisive che «finiscono per esaltare le mafie, quasi iconizzandole – ha osservato il regista, scrittore, giornalista e sceneggiatore romano -. Io di questo tipo di serie, francamente, mi sono un po’ rotto… A Roma c’è stato persino un periodo in cui i ragazzi non si chiamavano per nome, ma coi nomignoli che contraddistinguevano alcuni criminali in una nota serie televisiva». E ogni tacito riferimento a Romanzo criminale, al “Freddo” o al “Libanese” e alla Banda della Magliana non è puramente casuale…

In realtà, però, la censura mossa dal regista in realtà va oltre; e pare investire tutte le Gomorra del caso. «Far assurgere a leggenda metropolitana narcotrafficanti o delinquenti giunti a sciogliere bambini nell’acido, in un Paese che ha visto magistrati, carabinieri, giornalisti assassinati è un crimine contro la storia dell’Italia», ha affermato tra l’altro Claudio Camarca.

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