Portella Arena resta lì in attesa di soluzioni post mortem, una di queste potrebbe essere la piantumazione di alberi ad alto fusto. A Messina esiste già un esempio poco conosciuto di bonifica di una discarica, un luogo oggi frequentato da tanti cittadini
Una bomba ecologica nascosta, un gigante dormiente che a distanza di anni continua a rilasciare liquidi nel sottosuolo e biogas nell’atmosfera. La discarica di Portella Arena, è stata sede di stoccaggio dei rifiuti dell’intera città di Messina, per circa 20 anni fino alla fine degli anni ’90, ricevendo non solo rifiuti urbani ma anche materiali speciali ed ospedalieri. I costi di bonifica di una discarica post mortem sono ingenti, per questo portella Arena resta lì in attesa di soluzioni.
Stellario Grippa, esperto del Sistema Rifiuti, ha studiato per Portella Arena un progetto di bonifica sostenibile ed a basso costo. La piantumazione di alberi ad alto fusto, nello specifico dei pioppi, potrebbe risolvere il problema dell’infiltrazione di percolato nel sottosuolo, trattenendolo nelle radici, e rendendo allo stesso tempo stabile una collina soggetta ad erosione. Questo sistema di bonifica è già in uso in altri paesi europei.
In città esiste anche un esempio poco conosciuto di bonifica di una discarica. A pochi passi dal Museo Regionale di Messina sorge Villa Sabin, quella che è oggi una villetta comunale, fino agli anni’70 era un’enorme discarica di materiali inerti. Per anni i camion hanno scaricato rifiuti edili in mare, facendo nascere addirittura un promontorio. L’intera area è stata bonificata alla fine degli anni’70 proprio piantando degli alberi, trasformando una discarica in un giardino.