L'intervista di Tempostretto all'avvocato Falcone. Intanto, Lega e Fiamma tricolore hanno diffuso commenti particolarmente severi
Nuova Italia unita impugnerà dunque davanti al Consiglio di Stato le due sentenze emesse dalla sezione di Reggio Calabria del Tar calabrese. I ricorsi avanzati da Niu riguardavano la validità dell’elezione di sindaco e consiglieri comunali e metropolitani. Sono stati respinti, rispettivamente, per irricevibilità perché fuori termini e per inammissibilità in quanto «manifestamente infondato».
Come anticipato dal coordinatore regionale del partito, l’ex sindaco di Calanna Luigi Catalano, la “palla” passerà comunque al supremo organo della Giustizia amministrativa, il Consiglio di Stato.
L’intervista al legale di Niu
Tempostretto vi propone l’intervista audiovideo all’avvocato Giacomo Falcone, che – per delega dell’avvocato Sara Franchino – ha illustrato ai cronisti alcuni dettagli dei ricorsi avanzati.
«Nelle due sentenze, i magistrati amministrativi hanno parlato di genericità dei motivi di ricorso – afferma tra l’altro Falcone – solo perché i materiali sull’inchiesta a disposizione dell’avvocato Franchino sono stati risicati. Per larga parte, vige ancòra il segreto investigativo».
La Lega evoca lo scioglimento
Ad avviso del commissario regionale della Lega Gianfranco Saccomanno, poi, saremmo di fronte a «un’Amministrazione che ha commesso reati gravissimi e che ha utilizzato un sistema complesso per condizionare pesantemente la regolarità della competizione elettorale». E le dichiarazioni del sindaco Giuseppe Falcomatà e dello stesso Nino Castorina – da poco tornato in libertà, con l’applicazione del divieto di dimora – sulla regolarità del voto sarebbero «irreali». Un modo, affonda Saccomanno, per «nascondere la verità e cercare di imbrogliare ulteriormente i cittadini» sfoggiando «immorale sfrontatezza».
Su un piano politico più ampio, il massimo terminale regionale del Carroccio si chiede: «Non dovrebbe esserci un provvedimento serio ed eccezionale per contrastare e sanzionare quest’organismo del tutto illecito?». L’ammiccamento all’ipotetico scioglimento del Comune di Reggio Calabria, peraltro già chiesto dalla Lega al viceministro all’Interno Nicola Molteni, è fin troppo chiaro.
E questi «provvedimenti straordinari» vengono nuovamente invocati da Saccomanno, al fine di «ripristinare la legalità calpestata inverosimilmente da soggetti che hanno oltrepassato il limite dell’eticità e della liceità».
La Fiamma: indagateci, per apologia di legalità…
Per parte sua la Fiamma tricolore di Reggio Calabria ha emanato una nota stampa severissima, in cui si scaglia anche contro la sezione reggina del Tar: «A questi giudici andrebbe spiegato, visto che le note vicende nazionali hanno scoperchiato un quadro morale della categoria non certo migliore di quello della attuale classe politica, che chi svolge un ruolo pubblico, elettivo tra l’altro, deve rispondere, politicamente, finanche della propria moralità e che la stessa non si misura in base al numero dei voti falsati». Anche se poi si legge che «la nostra non vuol essere una critica al Tar» ma «una critica ad uno Stato e alle sue più alte istituzioni che nulla fanno di fronte all’amministrazione più indagata della storia».
La famigerata questione dei presunti brogli peraltro non può ravvisarsi nei “solo cento” voti falsati, evidenziano Peppe Minnella & C., concernendo pure «gli oltre 400 presidenti e scrutatori di seggio nominati dal Castorina senza alcun titolo,le varie centinaia di certificati elettorati falsi». E poi ancòra «i voti dei morti, quelli degli allettati» e via così. Risvolti investigativi noti fin dagli albori dell’inchiesta della Procura reggina. Posizione che si può sintetizzare così: «In un Paese civile al Tar non ci si doveva nemmeno arrivare, in quanto le elezioni andavano annullate ed il consiglio comunale illegittimo scaturitone sciolto molto prima».
Epperò, nel sarcasmo un po’ di veleno rimane: «Nel frattempo – scrivono dalla Fiamma tricolore – chiediamo, come segreteria provinciale, che un magistrato dell’inammissibile qualsiasi si attivi e indaghi contro il Movimento Sociale Fiamma Tricolore per “apologia di legalità”: è inammissibile infatti che ci sia ancora qualcuno che si ostina ad operare in politica e abbia voglia di vivere la propria quotidianità rispettando la legge in questa città». Il tutto, preannunciando tra il serio e il faceto una propria raccolta firme per garantire «l’impunità» agli amministratori in carica pure per eventuali “fattacci” futuri visto che, ironizzano dalla segreteria provinciale del partito, in fondo «non hanno ancòra ordinato bombardamenti a tappeto».