Coronavirus, operatori e titolari della casa di riposo: "Accuse che feriscono" VIDEO

Coronavirus, operatori e titolari della casa di riposo: “Accuse che feriscono” VIDEO

Rosaria Brancato

Coronavirus, operatori e titolari della casa di riposo: “Accuse che feriscono” VIDEO

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sabato 28 Marzo 2020 - 16:41

La relazione della Messina social City sulle condizioni della casa di riposo punta il dito sulle condizioni igieniche della struttura. Ma operatori e titolari non ci stanno a passare per i cattivi della storia.

Gli operatori ed i titolari della casa di riposo Come d’incanto non ci stanno a passare improvvisamente per i cattivi della storia. La relazione di Messina social City che punta il dito sulle condizioni della casa di riposo all’ingresso dei volontari brucia.

L’amarezza degli operatori

E brucia perché non tiene in considerazione cosa è accaduto in una settimana di estrema criticità. “Noi operatori siamo rimasti lì, a rischiare la salute e la vita per 9 giorni, senza che nessuno ci ascoltasse, in condizioni di precarietà”, ribadiscono. Non era possibile avere i ricambi e le tute e le mascherine: come ha raccontato lo stesso commissario Covid per l’Asp Crisicelli, le ha portate lui sabato sera (la scorsa settimana), cercandole di persona in farmacia ed alla protezione civile. I tamponi sul personale e su tutti gli anziani sono stati fatti 7 giorni dopo il primo caso.

Un clima di paura e tensione

Il clima quindi non poteva essere dei migliori, c’era paura e tensione. Ma in 16 operatori sono rimasti lì. “Dire che li abbiamo lasciati senza latte, senza provviste o che li abbiamo abbandonati non è giusto”, raccontano. I titolari ci hanno anche inviato un video girato ieri sera (venerdì 27 marzo) poco prima degli ultimi trasferimenti di anziani. Nelle immagini si vede il latte, i succhi di frutta, i biscotti, le provviste. E’ certamente una cucina ripresa dopo 10 giorni di panico e criticità ma non è in stato di abbandono.

Accuse che feriscono

Ci feriscono le accuse- dicono i titolari- Vogliamo anche aggiungere che se nella nostra struttura c’erano 71 anziani, alcuni di loro da tanto tempo, vuol dire che avevamo la fiducia dei loro familiari. Non erano abbandonati, altrimenti tra i 200 familiari che fino a prima del coronavirus comunque venivano in visita, ci avrebbero denunciato. Lo avrebbero detto. Nessuno si è mai lamentato dell’assistenza che davamo”.

A conferma di quanto dichiarato dai titolari della casa di riposo, Martinez, anche la lettera ricevuta e pubblicata nei giorni scorsi dalla figlia di un’anziana che, lamentando l’assenza d’interventi ha evidenziato la qualità dell’assistenza.

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3 commenti

  1. Rossella Grima 28 Marzo 2020 19:19

    È straziante leggere queste righe.. Mia nonna era una loro ospite e non potevo sperare in una struttura migliore.. Ogni volta che l’andavo a trovare era stupendo vedere la pulizia, la dedizione e l’amore che il personale donava ad ogni ospite della struttura.
    Non può essere screditata una struttura così eccellente solo per gli ultimi giorni in cui lo stesso personale non poteva prendersi cura di se stesso…
    Le volontarie che si sono presentate ben dopo 10 giorni la richiesta di aiuto dovrebbero solo avere rispetto per tutte persone che hanno portato avanti una struttura così speciale e non sparlare senza contestualizzare

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  2. Giuseppe Costantino 29 Marzo 2020 10:49

    Confermo quanto scritto dalla signora Rossella Grimaldi, mia suocera è stata ricoverata in questa struttura e non posso che ribadire la qualità del servizio, la disponibilità, la professionalità e l’affettuosità di tutto il personale. Il confronto quotidiano con i parenti degli altri degenti ha sempre confermato e rafforzato il mio giudizio. Perché dopo tanti elogi è arrivato improvvisamente il fango?

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  3. Confermo: l’assistenza,la cordialità, la pulizia, l’amore, la professionalità e la disponibilità sono state sempre riscontrate dalla scrivente ogni qualvolta si è recata nella casa di riposo. Non si può incolpare una struttura eccellente senza prima considerare le mancanze altrui, soprattutto del’assistenza territoriale che ha fallito nel suo compito primario della tempestività degli interventi, sia di prevenzione che di salvaguardia della sicurezza dei lavoratori. Il verbale stilato evidenzia la situazione dell’ultimo momento legato alla richiesta di continuo aiuto per ben 10 giorni senza avere alcun riscontro da parte di coloro che avrebbero dovuto contenere un contagio che poi è diventato di grande dimensione. Il verbale,pertanto, non deve essere preso in alcuna considerazione perchè viziato di veridicità.

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