Gli alunni del Verona Trento sono stati due volte nell’istituto spagnolo specializzato nella formazione professionale di ragazzi con disabilità
Di Silvia De Domenico
MESSINA – Hanno amato il porto, il cibo e la città dello Stretto. Gli studenti provenienti da Andorra porteranno a casa un ricordo positivo di Messina e della scuola che hanno visitato. Sono stati ospiti dell’istituto Verona Trento e hanno visitato la città e Taormina, insieme ai compagni della scuola messinese. Sono studenti speciali che frequentano l’istituto “Gloria Fuertes” di Andorra, una scuola completamente dedicata alla crescita personale e alla formazione professionale di ragazzi con diverse disabilità.
“La scuola specializzata di Andorra non ha eguali in Italia”
“Visitare una scuola specializzata, che non ha eguali in Italia, è stato molto importante per la nostra professione”, spiega il professore Massimo Amara, responsabile dei progetti Erasmus del Verona Trento di Messina.
“Lavoriamo molto sull’integrazione. Abbiamo 75 studenti speciali”
“Noi lavoriamo molto sull’integrazione”, racconta il dirigente scolastico Simonetta Di Prima. E continua: “Quando sono arrivata in questa scuola non c’erano studenti speciali, oggi sono 75. Il progetto Erasmus+ è riuscito ad unire due culture differenti, due nazioni ed istituti scolastici molto diversi, ma uniti nell’inclusione, nell’utilizzo di nuove metodologie didattiche per i ragazzi autistici o con altre disabilità e in una ricerca continua di nuove proposte formative che siano adatte per il nuovo mondo del lavoro. Gli alunni sono stati accolti nelle classi dei loro coetanei spagnoli e sono riusciti in breve tempo ad adattarsi al nuovo contesto, partecipando a tutte le attività loro proposte e stringendo nuovi rapporti di amicizia. Noi cercheremo di fare altrettanto a Messina in uno scambio continuo al fine di costituire una rete per la formazione permanente come metodologia di accrescimento di competenze e di saperi. L’attuazione per una società inclusiva che bandisce l’esclusione fatta di ostacoli di vario tipo, culturali, sociali, economici, di genere, è una sfida difficile ma non impossibile”.
La dirigente della scuola spagnola Lola Oriol, che ha portato con i suoi 7 insegnanti ben 24 studenti speciali in viaggio a Messina: “Un’esperienza che arricchisce molto i nostri ragazzi ma anche noi professori”.
Da due anni il Verona Trento ha stretto un rapporto di collaborazione con l’Istituto spagnolo attraverso un proficuo scambio culturale e umano. Alla presentazione del progetto hanno partecipato anche l’assessore comunale alle Politiche sociali Alessandra Calafiore, il tecnologo del Cnr Irib di Messina Antonio Andrea Arnao, la delegata alla Funzione Strumentale alla disabilità del Verona Trento professoressa Marialuisa Ascari.
Il Tecnologo Arnao del Cnr Irib di Messsina, dove i ragazzi si recheranno mercoledì prossimo, ha rimarcato: “Questi momenti di confronto e dialogo tra realtà europee è molto importante. Queste giornate risultano più efficaci, se forniscono le giuste informazioni e rafforzano le competenze necessarie. Gli incontri consentono di sviluppare abilità strategiche e di costruire e ricostruire il proprio personale progetto di vita”. I ragazzi saranno guidati nella sede del Cnr Irib per vedere i progressi tecnologici nell’assistenza ai ragazzi dall’utilizzo dei robot, all’ausilio di dispositivi smart di tele-assistenza basati su tecnologie Internet of Things (IoT) per una maggiore inclusione sociale, percorsi per i bimbi con sindrome autistica con trattamenti di efficacia consolidata come l’Esdm (l’Early Start Denver Model inventato in America da Sally Rogers per il trattamento precoce). Seguiranno dimostrazioni pratiche su algoritmi di intelligenza artificiale (IA), ed in particolare su un modello che proverà ad interpretare il fenomeno Long-life Mate, ovvero una ricerca che valuta la compatibilità tra due individui misurando alcuni tratti della personalità. Saranno illustrati infine, progetti per possibili diagnosi in futuro nel Metaverso, o terapie per diagnosticare i disturbi del comportamento alimentare con l’uso di biosensori e realtà immersiva”.