Da Milano a Santo Stefano Medio per respirare terra. "Bello vivere qui ma a piccole dosi" VIDEO

Da Milano a Santo Stefano Medio per respirare terra. “Bello vivere qui ma a piccole dosi” VIDEO

Silvia De Domenico

Da Milano a Santo Stefano Medio per respirare terra. “Bello vivere qui ma a piccole dosi” VIDEO

lunedì 28 Ottobre 2024 - 14:05

Federica Mari non è nata a Messina, ma lotta da 3 anni per un paese in cui tutti sembrano essersi rassegnati a disagi e incuria

servizio di Silvia De Domenico

MESSINA – È nata e cresciuta a Milano ma è innamorata di Santo Stefano Medio da quando trascorreva le vacanze estive a casa dei nonni. Così Federica Mari, avvocata e imprenditrice, 3 anni fa ha deciso di trasferirsi nel villaggio della zona sud insieme al compagno e avviare qui la loro attività. Quasi subito, però, si è scontrata con l’incuria in cui rischia di sprofondare il villaggio e la rassegnazione degli abitanti che lo popolano.

santo stefano medio

Viaggio fra incuria e rassegnazione

Insieme percorriamo le viuzze del borgo, la piazza principale e i due torrenti. Non sono pochi i disagi con cui convivono gli abitanti. “Ciò che dispiace di più è che i villaggi potrebbero essere dei posti bellissimi in cui vivere e invece la gente scappa. Perché a nessuno interessa migliorare la qualità della vita delle persone che scelgono di rimanere?”, si chiede amareggiata.

santo stefano medio

“Respiriamo terra e nessuno fa niente”

Da casa sua, e da quella di tutti i vicini di casa, si respira terra. Accanto a questa zona del villaggio, infatti, c’è una strada sterrata, che costeggia il torrente, che la gran parte dei cittadini utilizza per entrare o uscire dal paese. “I nostri nonni potrebbero raccontarci di un progetto per una nuova strada. Se ne parla da decenni ma tutto resta sempre uguale”, aggiunge Federica Mari.

santo stefano medio

Grandi e piccoli angoli di degrado

E poi la pavimentazione rattoppata della piazza principale, il vecchio lavatoio ristrutturato due anni fa e già danneggiato, panchine rotte e pali piegati, ringhiere arrugginite. Ma il vero disagio è il caos che regna nell’unica strada di accesso al villaggio, percorsa anche dai bus dell’Atm. Una via stretta e a doppio senso di marcia, in cui basta incontrare un furgone o un mezzo pubblico per rimanere intrappolati. “Ecco perché solo una nuova strada permetterebbe di rendere il paese vivibile”, conclude.

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