Lilla e i suoi 3 figli convivono con la paura: "Qui in via Alessandria non è c'è solo degrado ma pericolo"
Di Silvia De Domenico
MESSINA – “Siamo stati tolti da un’emergenza per poi sprofondare in un’altra”, con queste parole Letteria Alessi racconta gli ultimi 20 anni della sua vita. Una vita fatta di paura e degrado. Tutto inizia nel 2005 in una piccola baracca di Bisconte. La sua famiglia non rientra fra gli assegnatari di nuovi alloggi e quindi il primo trasloco da una baracca a un’altra, sempre nello stesso contesto fatiscente. Lei e i suoi tre bambini sono tra i pochi a rimanere tra rifiuti, topi e amianto. Isolati e circondati dalle ruspe. E chiede al Comune d’intervenire con urgenza: “Dal pericolo della baracca al pericolo di una palazzina, in via Alessandria, nel rione Ferrovieri, chiedo al sindaco d’intervenire con urgenza. Chi mi tutela?”.
“I miei bambini andavano a scuola in mezzo alle ruspe”
Fino a quando la sua casa non inizia a tremare perché gli operai stavano demolendo la casetta accanto alla sua. Così il suo tetto subisce dei danni e per 8 mesi ha piovuto nella sua camera da letto. Le pareti si sono ammuffite e lesionate e molti mobili distrutti. Una situazione invivibile che si conclude con il trasferimento nell’alloggio di via Alessandria. Il Comune di Messina, per far fronte alla sua emergenza abitativa, la tira fuori da una baracca per collocarla in un ex albergo adibito ad alloggio per famiglie in stato di bisogno.
Nel 2008 il nuovo alloggio: “Dovevamo rimanere 2 anni e siamo ancora qui”
Era il 2008 e li sembrava essere iniziata una nuova vita, non più in una baracca ma in una casa. Non ancora definitiva: infatti Lilla e i suoi figli sarebbero dovuti rimanere li solo per due anni. Ma oggi che sono trascorsi quasi 15 anni abitano ancora nel Rione Ferrovieri, insieme ad altre 20 famiglie che si sentono in pericolo (leggi qui la storia). L’idillio con la nuova casa infatti è durato poco, dopo pochi mesi sono apparsi i primi segni di muffa, infiltrazioni, tubi dell’acqua rotti e cedimenti di cornicioni. Anno dopo anno la palazzina risulta sempre più danneggiata e gli abitanti temono che il tetto possa cadere sulle loro teste da un momento all’altro.
Non è solo degrado ma pericolo
“Qui non è solo degrado ma pericolo”, così Lilla chiede all’amministrazione comunale di intervenire al più presto. Racconta una vita fatta di protocolli, richieste, appuntamenti a Palazzo Zanca e l’assegnazione definitiva che non arriva mai. “A volte mi vorrei arrendere ma non lo faccio per i miei figli. Ho ancora 3 minori e se mi dovesse succedere qualcosa chi li salverebbe da questa situazione di degrado in cui vivono da sempre?”.