Oggi 25 luglio, festa liturgica di San Giacomo, vi portiamo sulle strade della via dei pellegrini più famosa e frequentata al mondo: il cammino di Santiago de Compostela
Il primo millennio del Cristianesimo, conobbe tre grandi rotte sacre, chi percorreva questi cammini otteneva delle speciali preghiere ed indulgenze. Il primo portava a Roma, sulla tomba di San Pietro, coloro che lo percorrevano portavano come simbolo una croce. Un’altro conduceva fino a Gerusalemme, alla tomba di Cristo, e i suoi camminatori portavano come riconoscimento una palma. Un terzo cammino portava fino alle coste del nord Europa, sul luogo dove riposano le spoglie mortali dell’apostolo Giacomo. La leggenda vuole, che una notte un pastore vide una stella poggiarsi su un campo, in quel punto fu edificata la cattedrale. I camminatori che percorrono il cammino fino a Santiago de Compostela (appunto “campo della stella”), vengono detti pellegrini. Con loro portano una conchiglia, oggetto che con il suo disegno, simboleggia tutte le strade le strade convergenti verso lo stesso punto. Esistono varie vie per raggiungere Santiago a piedi, la più frequentata è il cammino francese, lungo circa 800 km.
Il mio cammino
È il luglio 2020 quando decido di mettermi sulle strade del cammino di Santiago. Solo 100 km, per mancanza di tempo principalmente, misura comunque minima per poter certificare di aver percorso il cammino, il chilometraggio base per ottenere la pergamena, la “compostela” del pellegrino. Imparerò strada facendo che sono le motivazioni e il bagaglio culturale che ti porti addosso a fare il camminatore, non certo la distanza. Perché l’ho fatto? Forse per dimenticare il senso d’oppressione dei mesi del lockdown, o perché ll cammino-pellegrinaggio che è il viaggio per definizione, è come una tessera che non può mancare nel curriculum di un viaggiatore. C’è chi lo sogna e lo prepara per una vita intera studiando ogni tappa, preparando ogni passo, poi c’è chi decide di partire all’improvviso ed in pochi giorni prepara tutto lasciandosi trasportare dalle emozioni. Compostela non è solo un pellegrinaggio cristiano, è qualcosa di più. In verità gli si può attribuire tutto quello che si vuole. Molti sono attratti dalla privazione, dall’emulazione, dalla libertà social, dall’avventura.
A Santiago, rispetto ad altri posti, è il mito ad attrarre. Il sapere di mettere i piedi sulle orme di milioni di altri piedi che hanno percorso lo stesso tragitto per secoli. La leggenda ti fa partire, la fede ti fa camminare, ma soprattutto quello che lo rende unico è la gente. Gli incontri e gli scambi con la gente sconosciuta. La prima domanda è: “Da dove sei partito?”, non il “dove vai”, la risposta è evidente, no il nome, quello lo chiederai dopo un paio di km, ma il dove sei partito ti permette di portare rispetto e di sapere con chi hai a che fare, a patto che l’interessato più camminato non se la tiri troppo.
Perché ho fatto il cammino quindi? L’ho fatto per le sveglie all’alba, le croci sulle colline, le facce stanche, lo zaino ogni giorno più pesante. Le piante dei piedi che fanno male, le braccia bruciate, le spalle doloranti, le ginocchia in fiamme. I saluti gridati e quelli sussurrati, i pensieri in solitaria, la gente incrociata per un secondo e quella ritrovata accanto per chilometri. Le storie ascoltate e quelle raccontate. L’odore del fieno, i campi concimati, le mucche, le campane, le magliette mozzicate da mollette, la pioggia, i ponti, la polvere, il fango, le lumache, i panni appesi ai fili ad asciugare. I muri di pietra, gli orti miserevoli, i cani schizofrenici, gli horreos, i granai sopraelevati. I villaggi dove il gallo ancora canta.
Dal verso giusto
L’ultimo giorno del viaggio, l’ultima spiaggia possibile. Gli scarponcini poggiati sulla sabbia bianca. L’acqua fredda mi bagnava i piedi dando un po’ di ristoro alla carne provata dai chilometri percorsi. Le onde dell’oceano giocavano a danzare con migliaia di conchiglie. Ne ho presa una in mano e finalmente l’ho vista. Le linee. Le strade segnate su quel guscio andavano tutte in direzioni diverse. Le scelte, le strade della vita. A volte ci sentiamo distanti dalle cose importanti, sbagliamo, seguiamo strade che ci portano lontano dagli affetti e dai valori. Il cammino lo fai da solo o con chi scegli di farlo, è sempre così anche nella vita. Le strade convergono solo se sei disposto ad affrontarle nella direzione giusta. Sta a noi scegliere da quale verso guardarle, basta solo decidere di girare la conchiglia dal verso giusto.
👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏👏 a Matteo Arrigo e ai suoi amici, per la BELLISSIMA idea di averci reso partecipe del suo cammino di Santiago de Compostela ……video come SEMPRE INCANTEVOLE e SUGGESTIVO…..non sono da meno le PAROLE che sfiorano l’anima ,usate nella descrizione di questo viaggio…… QUESTO SÌ CHE È UN CAMMINO REALE che tocca il♥️ PROPRIO PERCHÉ VERO🤩!!!!!!
Hai fatto solo gli ultimi 100km. E dici di avere fatto il cammino?
Io ne ho fatti tre completi, ho iniziato a 62 anni, cosa dovrei fare?
Il cammino, quello vero, è un fatto intimo, non da sbandierare in giro, soprattutto perché ha perso la parte più bella, quella dei veri pellegrini, gli ultimi 100 km sono per i turisti.
Ti auguro di poter viverlo tutto un giorno, capirai la differenza