Oggetti liturgici e preziosi unici al mondo: il museo della Cattedrale è visitato ogni giorno da turisti e croceristi. Ecco cosa racchiude
servizio di Silvia De Domenico
MESSINA – Alla scoperta del Tesoro del Duomo. Un’esposizione nata nel 1997, diventata museo nel 2000. Da allora a gestire gli spazi espositivi è la cooperativa “MessinArte” di Giacchino Gazzara e Giusy Bonanno. Le quattro sale sono espressione del genio creativo degli orafi e argentieri messinesi e testimonianza della devozione alla patrona della città.
Storia della manta d’oro del 1600
Gli oggetti più preziosi, infatti, sono dedicati alla Madonna della Lettera. La manta d’oro è l’opera più gettonata del museo. Tutti i visitatori ne sono attratti e affascinati. E’ il gioiello più prezioso del Tesoro. Risale agli anni 1661-68 e fu commissionata dal Senato messinese. Tutta in oro zecchino, ma a renderla così preziosa è la lavorazione che fa sembrare il metallo un tessuto. Broccato e damasco ottenuti lavorando l’oro, ogni punto del mantello è battuto.
I gioielli donati dai nobili per avere la grazia
Ad impreziosire l’opera poi ci sono i gioielli: gli anelli sulle dita di Maria, le collane e le spille. Tutti donati dai nobili del tempo per ottenere delle grazie. La margherita di brillanti della regina Margherita di Savoia, il ramo fiorito con smeraldi e diamanti di una duchessa e il gioiello con 722 diamanti della marchesa di Palermo. L’opera prima dell’apertura di questo museo veniva custodita in un luogo segreto di Messina. Fu grazie a questo accorgimento che si salvò da terremoti e incendi, senza essere trafugata. La si poteva ammirare solo in occasione della festa per la Madonna della Lettera.
Opera esposta in Cattedrale il giorno della Madonna della Lettera
Tuttora il 3 giugno viene esposta in cattedrale al posto delle riproduzione in argento che si trova sull’altare ogni giorno. Fu esposta per la prima volta in occasione dell’apertura del Tesoro del Duomo il 1 aprile del 2000.
I gioielli di Grotte cuciti a forma di “M” di Maria
Di fronte alla manta da circa un anno è stata realizzata una vetrina dedicata ai coralli. Simbolo della tradizione messinese della pesca del corallo rosso, bianco e nero. Al piano superiore del museo la seconda opera più gettonata: i gioielli della chiesa di Grotte. Orecchini, orologi, collane, bracciali, anelli e ciondoli di ogni forma e dimensione cuciti su un velluto blu. Oggetti preziosi donati dai fedeli della Parrocchia Santa Maria delle Grazie di Pace. Agli inizi del ‘900 fu realizzata e portata in processione ogni anno dentro una teca. Adesso si trova in custodia all’interno del Tesoro ma appartiene alla chiesa di Grotte. Il fascino di quest’opera sta proprio nella ricerca del gioiello. Si potrebbe stare ore e ore ad osservarlo e scorgere sempre qualcosa di nuovo. Non sfuggono alla vista dei visitatori dei grossi pesci, un tonno e un’alice interamente riprodotti in oro. Il tocco artistico sta poi nel modo in cui sono stati cuciti l’uno all’altro, formando la “M” di Maria al centro.
Museo visitato da croceristi, turisti e anche messinesi
Il museo è visitato quotidianamente da croceristi, con visite guidate organizzate, o da turisti provenienti da tutta la Sicilia. Ma ci sono anche i messinesi che di tanto in tanto fanno i turisti nella propria città. La durata del percorso varia dai 20 ai 30 minuti e si può usufruire di un’audioguida disponibili in 5 lingue diverse.
A farci da guida nello spazio espositivo è il presidente di “MessinArte” Gioacchino Gazzara, che ci mostra gli oggetti più preziosi del museo. Come la lampada in cristallo di rocca del 1250. La gran parte sono oggetti liturgici ma anche molti gioielli donati alle chiese.
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