Il punto sul rapporto tra Stato e collaboratori di giustizia col capo della Dda di Messina. E su droga e rapporto mafia-social
MESSINA – I pentiti sono irrinunciabili per sconfiggere la mafia ma la gestione dei collaboratori di giustizia può essere migliorata. Negli anni gli strumenti di valutazione delle dichiarazioni e gestione dei collaboranti è già cambiato e forse è il momento storico di valutare l’introduzione di strumenti che consentano allo Stato di continuare a vigilare sull’attività dei mafiosi passati per la collaborazione, anche dopo la fine del periodo di protezione. Lo spiega il procuratore capo di Messina Maurizio De Lucia, nell’intervista rilasciata ad Alessandra Serio e Silvia De Domenico.
Un argomento complesso, sul quale il capo della Direzione distrettuale di Messina torna all’indomani del “caso Ferrara“, sottolineando i tre aspetti più rilevanti che l’episodio mette in luce: il rapporto tra la mafia e i nuovi social, l’allarme droga, il risanamento sociale. Un pentito non è per sempre, fa capire De Lucia, e quando è tornato a delinquere, a Messina è stato subito fermato, come raccontano i processi “Vecchia maniera” e “Predomino”