Ne abbiamo scoperto la preparazione insieme a Tiziano Giacobbe, pasticcere nell’attività di famiglia, produttori che con il loro lavoro si spendono per la conservazione della tradizione dolciaria dello stretto
MESSINA. La nostra città unisce alla tradizione religiosa tanti dolci tipici, significativi e simbolici per ogni ricorrenza. Alcuni giorni prima dell’8 dicembre, vedrete nelle pasticcerie un prodotto in particolare, la nipitiddata, un dolce tradizionale messinese che si prepara proprio in prossimità dell’Immacolata.
La tradizione dolciaria dello Stretto
Si tratta di un guscio fragrante di pasta frolla, con un “cuore” morbido a base di fichi secchi, noci, mandorle, spezie e cacao. La sua origine risalirebbe secondo alcuni alle dominazioni romane e greche. Secondo la simbologia religiosa rappresenta la maternità di Maria, poiché i dolci si schiudono durante la cottura rivelando il “frutto” del ripieno, segno beneaugurante che preannuncia la nascita del bambino Gesù. Ne abbiamo scoperto la preparazione insieme a Tiziano Giacobbe, pasticcere nell’attività di famiglia. Si tratta di produttori che, con il loro lavoro, si spendono per la conservazione della tradizione dolciaria dello stretto.
Scusate se faccio il precisino, ma greci e romani non erano dominatori, eravamo noi stessi. La Sicilia è stata nell’impero molto più a lungo di Roma, cioè fino al nono secolo. L’impero non era una dominazione, era la nostra patria.
Comunque, viva la nipitiddata e chi la tramanda!