Funzione pubblica in Sicilia, Cisl: “Cifre drammatiche e poche speranze per i precari"

Funzione pubblica in Sicilia, Cisl: “Cifre drammatiche e poche speranze per i precari”

Funzione pubblica in Sicilia, Cisl: “Cifre drammatiche e poche speranze per i precari”

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mercoledì 08 Febbraio 2017 - 12:04

3000 unità in meno nella pubblica amministrazione messinese. Un calo del 14% che non si arresterà fino a quando non si sbloccheranno i concorsi. Se a questo associamo i numeri del precariato, ormai diventato quasi una condizione esistenziale, le cifre aumentano a dismisura. Cisl Fp riconferma Calogero Emanuele alla guida

4 commenti

  1. Prestate attenzione alle parole:
    “La provincia di Messina vive sul pubblico impiego, sui dipendenti comunali, ministeriali, regionali, le cooperative sociali”.
    Dovrebbero spiegare a questo signore che senza il settore privato, quello pubblico non può vivere se non a DEBITO di quello privato.
    E se il settore PRIVATO non prende piede è anche grazie alle TASSE che il privato deve pagare per mantenere il dipendente PUBBLICO
    Non si può creare ricchezza e posti di lavoro dal nulla!

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  2. I “sindacalisti” odierni, che non possono tutelare e proteggere nessuno, poichè ignoranti su trattati europei, euro e massacro dei diritti del lavoro in nome del neoliberismo europeo e delle “riforme” imposte con “ce lo chiede l’europa”. Possono essere di due tipi: 1) Ignoranti; 2) Collaborazionisti; qualsiasi sia la sigla sindacale a cui appartengono(CGIL, CISL, UIL, USB).

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  3. Poiche ci siamo privati, aderendo alla U.E, della nostra sovranità monetaria. Quindi non potendo creare la moneta necessaria a fornire servizi e pagare stipendi, lo stato si trova costretto a privatizzare servizi pubblici, svendere il demanio e licenziare i dipendenti. E’ il contrario caro signore, sono i soldi pubblici (appalti per lavori, ecc.) e gli stipendi degli impiegati pubblici (che spendono nei negozi) che creano la ricchezza nel settore privato. E poi il privato concorre con le tasse.

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  4. Art. 53 Cost: “Tutti sono tenuti a concorrere alla spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva.
    Il sistema tributario è informato a criteri di progressività fiscale”. La tassazione serve a fare politica economica, nel senso che non sono le tasse a dover pagare interamente i servizi pubblici o gli stipendi. Infatti la norma parla di mero concorso dei cittadini alla spesa pubblica. Il resto dovrebbe farlo lo Stato creando moneta, ma caro signore non possiamo più farlo.

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