Dal 20 al 22 gennaio, al Vittorio Emanuele di Messina, il dietro le quinte in forma di commedia di un capolavoro letterario e cinematografico
intervista in video con il presidente Orazio Miloro
MESSINA – Tra cucina e teatro, uno spettacolo che punta ad essere brillante. Occhi puntati sul dietro le quinte di un capolavoro letterario e cinematografico. Il Vittorio Emanuele presenta “Amori e sapori nelle cucine del Gattopardo”. Dal 20 al 22 gennaio alle ore 21 (domenica ore 17,30) presso il Teatro Vittorio Emanuele di Messina andrà in scena lo spettacolo di Roberto Cavosi con Tosca D’Aquino e Giampiero Ingrassia con Giancarlo Ratti e con Tommaso D’Alia, Rossella Pugliese e Francesco Godina, regia di Nadia Baldi. Nato da un’idea di Simona Celi, lo spettacolo è prodotto da La Contrada Teatro Stabile di Trieste e Ente Autonomo Regionale Teatro di Messina, le scene sono di Luigi Ferrigno, i costumi di Carlo Poggioli, le musiche di Ivo Parlati.
Cosa accade nelle cucine di Palazzo Ponteleone mentre nei lussuosi saloni soprastanti si consuma il famoso ballo narrato né “Il Gattopardo”? E’ presto detto: volano le portate, si azzuffano i cuochi, si tirano padelle ma soprattutto si svelano amori impensabili, crudeli e meravigliosi conditi da tutti quei santi e profani profumi tipici della cucina siciliana. Teresa, la cuoca, in gioventù è stata la prostituta prediletta nientedimeno che di Don Fabrizio Salina, il Gattopardo. Il loro fu un amore tanto intenso quanto impossibile. Un amore che incendiò un’estate dove lei era la sua “sirena”. Ma è da allora, da vent’anni, che non si vedono e lei lo aspetta, sperando che la degni almeno di un saluto. Il suo cuore è gonfio e la sua anima chiusa in un inconfessabile segreto. Un segreto che Monsù Gaston, il cuoco mandato in aiuto dei Ponteleone dallo stesso Don Fabrizio, non tarderà a scoprire: Carlo, il figlio ventenne di Teresa è figlio del Principe di Salina. Un figlio di cui il Principe non sa assolutamente nulla.