Truffe Agea, scattano altre confische e sequestri

Truffe Agea, scattano altre confische e sequestri

Redazione

Truffe Agea, scattano altre confische e sequestri

mercoledì 16 Aprile 2025 - 08:45

Sigilli a beni per 60mila euro a carico di Sebastiano Craxi e Giuseppe Armeli coinvolti nell'operazione Nebrodi

MESSINA – Scattano i sigilli per Sebastiano Craxi e Giuseppe Armeli, già coinvolti nell’operazione Nebrodi.

I militari del Comando provinciale della Guardia di finanza hanno eseguito due decreti, rispettivamente di confisca e di sequestro, emessi dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Messina, su richiesta della locale Procura, Direzione distrettuale antimafia, relativi al patrimonio societario e mobiliare riconducibile ai due, secondo gli investigatori legati ai clan dei Batanesi e dei Bontempo Scavo.

Sulla scorta degli approfondimenti economico-patrimoniali condotti dalla Compagnia della Guardia di Finanza di Milazzo, in sinergia con gli specialisti del Gico di Messina, è stata riconosciuta, secondo ipotesi d’accusa e fatti salvi i successivi gradi di giudizio, la disponibilità di beni in misura sproporzionata rispetto ai redditi dichiarati.

Come emerso dalle molte indagini coordinate dalla Procura peloritana e delegate alla Guardia di Finanza di Messina, gli odierni provvedimenti scaturiscono dalla ricostruzione del profilo di pericolosità qualificata delle persone proposte già titolari di imprese agricole e condannati anche in secondo grado, a seguito delle indagini di cui all’operazione “Nebrodi”, per vari delitti commessi nell’ambito delle frodi comunitarie.

Inoltre, la ricostruzione della situazione reddituale e del tenore di vita degli interessati, ha consentito di ipotizzare che abbiano vissuto abitualmente, anche in parte, con i proventi di attività delittuose.

La recente esecuzione delle due misure di prevenzione patrimoniali riflette il quadro probatorio emerso nel corso del processo alla “mafia dei Nebrodi” che, all’esito delle indagini coordinate dalla Procura Distrettuale di Messina, aveva giudiziariamente accertato, l’esistenza e l’operatività della famiglia mafiosa dei “tortoriciani”, coinvolta nella commissione di plurime attività illecite nel territorio nebroideo, soprattutto nel remunerativo settore delle truffe in agricoltura, per l’ottenimento indebito di fondi comunitari in danno della Politica Agricola dell’Unione europea.

Nel corso dell’attività, quindi, sono stati sottoposti a sequestro cinque polizze e a confisca due interi compendi aziendali, comprensivi dei relativi beni patrimoniali, attivi nel settore dell’“attività agricola” e due rapporti finanziari, per un valore complessivo di stima pari a circa 60mila euro.

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